Napoli, la favola Milik:
​«Non voglio fermarmi»

Napoli, la favola Milik: «Non voglio fermarmi»
di Pino Taormina
Martedì 27 Settembre 2016, 10:45 - Ultimo agg. 22:19
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Il sole sorgerà ancora, scrisse Hemingway. Sembrava quasi finito tutto, dopo l'addio di Higuain. E invece questo ragazzo normale, dalla faccia pulita, è riuscito in meno di due mesi a far capire che c'è un'altra alba: il polacco Milik è pronto a riconfermarsi padrone di questa Champions, dopo la doppietta all'esordio con la Dinamo Kiev. Perspicace, furbo ma anche piuttosto impaziente: in questi tre aggettivi c'è tutto Milik. Ha voglia di imparare e ha voglia di farlo alla svelta. Ed è per questo che piace a Sarri. E Sarri piace a lui.

Domani andrà in campo dal primo minuto anche con il Benfica, i campioni del Portogallo. Quel Portogallo che a fine giugno lo ha condannato alla seconda grande delusione della sua fantastica stagione (dopo il titolo perso all'ultima giornata con l'Ajax): l'eliminazione dagli Europei (l'arbitro lo stesso di domani: Brych). C'è poco Portogallo in questo Benfica, a dire il vero, ma l'occasione per il gigante polacco è troppo ghiotta per non poterla cogliere al volo. Cancellare quella sconfitta ai rigori e consentire al Napoli di spiccare il volo verso gli ottavi di finale della Champions.

Non è un campione affermato come lo era il Pipita, ma studia per diventarlo. E nel frattempo segna pure. È affamato di futuro, guarda avanti. Viveva tranquillo ad Amsterdam ma Milik alla chiamata del Napoli non si è tirato indietro. «Caro Arek, che ne dici di essere l'erede di Higuain?» Domanda inutile. Come fai a dire di no, quando ti cuciono addosso dei gradi così prestigiosi? Infatti l'ex ragazzo di bottega ha detto sì, incarnando subito la figura che Sarri sognava. Sei gol fino ad adesso, ovvero tre triplette in un mese di stagione ufficiale. Di testa e di sinistro. Non è davvero male il suo cammino dal giorno dell'esordio di Pescara. Adesso c'è il Benfica. E non è una partita così tanto per fare, ma la gara che segna il ritorno della Champions al San Paolo, dopo quasi tre anni. E anche del grande pubblico, cosa non ancora successa in questa stagione. «Facci un altro gol», ha urlato un tifoso all'esterno del centro sportivo. E lui ha ammiccato come per dire «e chi si ferma».

Con Gabbiadini non c'è tensione, ma solo rivalità. Nonostante si contendano la stessa maglia, i due sono assai differenti. Ed è per le sue caratteristiche, solo per quelle, che Sarri preferisce il polacco al bergamasco. Il tecnico ha infatti una sua sceneggiatura e per interpretare il ruolo da protagonista ha bisogno di un attore che abbia le sfumature di Arkadiusz. Quando è arrivato a Napoli era un oggetto strano. Imprevedibile perfino a se stesso: se il Napoli ne cerca un altro (da Morata a Icardi) con questa insistenza, si pensava, vuol dire che lui, Milik, non è poi così forte. Ora invece è sempre più spesso un vincente. Pareva un'illusione, uno da quasi gol, invece segna e si fa fatica a immaginare il Napoli migliore senza il suo 99. Ha giocato in quattro Paesi diversi, è arrivato a Napoli nella scorsa estate fingendo di essere un turista, accompagnato dalla fidanzata Jessika: in realtà era venuto a scrutare l'ambiente. Domani col Benfica tocca a lui guidare la macchina da gol di Sarri, dopo le copertine per la doppietta a Kiev. Arek Milik è il nuovo idolo dei tifosi azzurri. Grande appassionato di videogiochi di calcio, è uno dei testimonial del più famoso di tutti: Milik ha sempre avuto in Cristiano Ronaldo una fonte di ispirazione. In Polonia ha giocato con Katowice e Gornik Zabrze. Poi il trasferimento poco fortunato in Germania. In Olanda, la sua esplosione. È alla settima presenza in Champions, dopo le 5 cinque (e un gol) con l'Ajax. Via il vecchio faro, adesso la luce che illumina è nuova. E arriva dalla Polonia. E i napoletani già lo amano alla follia. Dopo appena un mese.
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