Hamsik, la macumba del Pibe
e il silenzio per la sostituzione

Hamsik, la macumba del Pibe e il silenzio per la sostituzione
di Mimmo Carratelli
Lunedì 30 Ottobre 2017, 10:28
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Il Napoli torna alla luce del sole dopo quattro notturne consecutive (12 partite di sera su 15 dall'inizio della stagione) nel vecchio pomeriggio delle domeniche minuto per minuto quando c'erano le ali e i mediani e il piccolo pel di carota cantava la domenica mi lasci sempre sola. I nostri vecchi tempi con Totonno Juliano, Enzuccio Montefusco, Altafini, Sivori e Faustinho Canè, il bomber di cioccolato, e l'indimenticabile petisso coi polpastrelli gialli di nicotina e un cuore azzurro come non ce n'è stato uno uguale.

Computer acceso, polpastrelli leggeri sui tasti. C'è il Sassuolo che non è più il Sassuolo, tormento degli anni passati, sette punti su dodici sottratti a Sarri. Il San Paolo pieno, tre giorni prima del Manchester City. Prezzi popolari, così si fa. Aria di festa.
 
 

Occhi su Hamsik. Il principe azzurro è inchiodato a un gol da Maradona, questo record che è diventato un incantesimo. Marek gioca più avanzato, la regìa è tutta di Jorginho e Allan. Cerca il gol che non arriva, questo fatidico gol numero 115. Nei primi venti minuti, tocca pochi palloni (e non c'entra la marcatura di Mazzitelli che non è asfissiante). Arrivano pochi palloni anche a Mertens. Il Napoli va per altre linee.

Hamsik non è un egoista. Gioca per la squadra, non ha mai puntato al successo personale, non ha mai sacrificato il collettivo per far gol a tutti i costi. Non lo fa neanche stavolta, contro il Sassuolo. Ma la posizione più avanzata, con appena tre recuperi difensivi, lo porta al tiro più di tutti i compagni. Alla fine, le conclusioni di Marek saranno cinque con due salvataggi di Consigli (19' e 50') che gli sbarrano ancora la meta del 115° gol in maglia azzurra.

Accidenti. È proprio una disdetta. Appena un centro quest'anno (nella porta del Cagliari). Un solo gol nelle prime undici giornate gli era successo una sola volta, due campionati fa, quando portò il Napoli inutilmente in vantaggio sul campo del Sassuolo, poi gli azzurri persero 1-2. È un ricordo lontano quel fantastico inizio nel torneo 2009-10 con sette reti nei primi undici turni e la fantastica doppietta a Buffon contro la Juventus a Torino nell'indimenticabile match notturno in rimonta (3-2).
 
Fermo Marek sulla soglia del gol, irrimediabilmente fermo. Eppure le due botte neutralizzate da Consigli sono state considerevoli, Mertens e Insigne i suoi angeli custodi con gli assist decisivi. Niente, la palla non vuole entrare.

Visto che gioca più avanti, contro il Sassuolo, ecco che spesso Marek gesticola per dettare il passaggio verso la porta. In fondo, vuole questo benedetto gol numero 115 con tutto il rispetto per il Pibe, solo per togliersi di dosso questa macumba. E il Sassuolo sembra proprio la squadra contro cui segnare, alla vigilia si era pensato a una goleada. Ma il gioco continua ad andare per vie centrali dove spingono Jorginho e Allan, dove convergono Callejon e Insigne. Il pallone continua ad andare poche volte verso Hamsik. Ne tocca 43 nel primo tempo, appena altri 14 finché rimane in campo.

Già, l'ennesima sostituzione (sul 3-1). Esce al 68', la solita alternanza con Zielinski. Il polacco comincia pure male perdendosi Sensi che va al tiro (alto, per fortuna), facendosi ammonire e, con la macumba che colpisce anche i sostituti, andando inutilmente al tiro: Consigli è battuto, ma la palla carambola sui due pali!

Mercoledì c'è la partita col City, Sarri vuole risparmiare il capitano. Perciò esce. Intanto, risparmio o non risparmio, scatta la 158ma sostituzione da quella prima volta che Reja lo fece rientrare dopo 86 minuti e mise in campo Bogliacino. Era la terza giornata del campionato 2007-2008. Marek uscì dopo avere segnato il suo primo azzurro contro il sampdoriano Luca Castellazzi che oggi ha 42 anni, non gioca più e fa il team manager al Torino.

158 partite iniziate e non finite, 184 quelle in cui è rimasto in campo sino alla fine (26 volte è subentrato a un compagno). Una vita in altalena, ma accettata serenamente. Mai il muso lungo, una protesta, un gesto di nervosismo. Hamsik è sempre uno che sta per raggiungere Maradona e di soddisfazioni se n'è prese tante. Nove gol al Bologna, la squadra contro cui ha segnato di più, compresa la tripletta nel 7-1 in trasferta del campionato scorso. Otto gol segnati alla Juve (quattro a Buffon e due a Manninger in campionato, uno a Storari e uno a Neto in Coppa Italia). Gianluca Curci il portiere più battuto, sei volte, altrettante Viviano. Il 115° gol verrà. Hamsik sa aspettare. Non è un frenetico. È un elegante, tranquillo principe azzurro.