Niente triplete, sfuma la Coppa d'Africa per Osimhen e la sua Nigeria: scudetto con il Napoli, il Pallone d'Oro africano e il trionfo in Coppa d'Africa. Tutto insieme, tutto in nove mesi, tutto per la prima volta: avrebbe coronato il proprio sogno dopo il tricolore azzurro, il premio come miglior calciatore africano ma non ha mai alzato la Coppa del suo continente che fa diventare chi vince i campioni d'Africa, come il campionato d'Europa dalle nostre parti. Trionfo per la Costa d'Avorio (2-1), è la terza volta per gli arancioni, l'Egitto con sette successi resta la nazione più titolata.
Come tutte le finali, è stata una gara fisica e abbastanza tattica, con il confronto tra due leader assoluti: il napoletano Osimhen da una parte e dall'altra l'ex milanista Kessie, sfida andata in onda già durante la prima fase di qualificazione quando le due nazionali erano state inserite nello stesso raggruppamento, vinse la Nigeria ma è chiaro che la rivincita in finale ha avuto un altro sapore.
La Costa d'Avorio ha cambiato faccia dopo il clamoroso avvicendamento in panchina: agli ottavi con il fiatone e ripescata come migliore terza, aveva licenziato Gasset per richiamare a furor di popolo Hervé Renard (alla guida della nazionale nell'ultimo trionfo del 2015) che ha garantito il cambio di marcia e la vittoria bis.
Victor Osimhen e soci hanno però commesso l'errore di abbassarsi nella ripresa, lasciando sempre l'iniziativa agli avversari, badando troppo alla fase difensiva e così è arrivata la rimonta firmata da Kessie e Haller, alla fine meritata perché la reazione nigeriana è stata blanda. Maluccio Victor ieri in finale, ha rimediato un paio di colpi duri ma non è uscito dal campo, del resto in questo torneo non è mai stato in condizioni ottimali. Un solo gol, quello realizzato nella gara d'esordio contro la Guinea ma una presenza costante per i compagni, un punto di riferimento di tutto lo spogliatoio, tanto che il ct Peseiro non è mai stato assalito dal dubbio di escluderlo, nemmeno quando non era al top, e per preservarlo in finale lo aveva sostituito a sorpresa in semifinale pochi minuti prima dei calci di rigore. «È un leader questo giocatore», ha più volte detto l'allenatore.
Resta un leader perché è con lui che si confrontano i compagni, è Victor che nell'ultimo mese di preparazione non si è mai risparmiato in allenamento, distribuendo sorrisi e consigli, l'atalantino Lookman e il milanista Chukwueze sembrano pendere dalle sue labbra tanto è il carisma che sa trasmettere il bomber del Napoli. Ieri buona volontà ma poco presente sotto rete, penalizzato dall'atteggiamento tattico troppo difensivo: smaltita la delusione, a Osimhen sono state concesse 24 ore per organizzare il rientro. È atteso al massimo mercoledì a Castel Volturno, sarà quindi disponibile per il match di campionato contro il Genoa. Victor ha giocato l'ultima partita col Napoli il 23 dicembre a Roma, saltò la successiva contro il Monza perché squalificato. Saranno questi i suoi ultimi mesi a Napoli, con 120 milioni lascerà il club.