Altro gol subito da lontano,
Reina non è più imbattibile

Altro gol subito da lontano, Reina non è più imbattibile
di Angelo Rossi
Lunedì 19 Settembre 2016, 13:35 - Ultimo agg. 13:40
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Cosa ti succede Pepe? Ancora una bordata centrale da fuori area, forte sì ma non imparabile. La maledizione dei tiri da lontano si abbatte sul portiere spagnolo, remake di un film già visto lo scorso anno. La seconda stagione consecutiva in maglia azzurra, la terza calcolando anche la prima della gestione Benitez, sta regalando più ansie che gioie al portierone di Madrid. Il ritorno in nazionale è l'unico sorriso in un'annata iniziata con il solito infortunio muscolare e proseguito alternando buone parate a black out inquietanti.

Ha salvato la partita contro il Bologna stoppando l'ex Dzemaili all'inizio, è capitolato sul destro di Verdi, dove sarebbe bastato non muoversi per respingere la palla. Ombre sulla precedente esibizione al San Paolo, con il sinistro di Niang che evidenzia il suo ritardato tuffo. Errori che rievocano quelli di un campionato fa ed è la dinamica dei gol presi che fa nascere il dubbio: ma Pepe ci vede da lontano? Oppure sbaglia il posizionamento?

Un anno fa tre tiri in fotocopia, tre gol. Anche questi non impossibili. Il genoano Rincon bucò la trequarti sradicando palla dai piedi di Koulibaly e sganciando il destro: potente d'accordo ma non illeggibile. La palla sbandò come i palloni di ultima generazione sono soliti fare, cosa alla quale i portieri sono abbondantemente abituati. Tiro centrale, l'ex Liverpool e Bayern però battezzò la parte sbagliata: da fermo avrebbe annullato la minaccia.

Sembrò la beffa in fotocopia vissuta già al San Paolo e a Torino. Nello scontro diretto dello Stadium, il sinistro di Zaza deviato da Albiol assunse una traiettoria maligna ma anche questa centrale. Un gol che aprì alla Juventus la strada verso il tricolore. Rigoni qualche settimana dopo, portando in vantaggio il Chievo, lo fece secco più o meno allo stesso modo: saetta da fuori area, forte, alla portata però di un fenomeno come Reina.

Come il destro di Verdi che sabato sera lo ha beffato: l'impressione è che non abbia letto perfettamente il movimento del pallone. Capita, anche se la disattenzione ha costretto il Napoli agli straordinari. Al gol del Bologna la gente è ammutolita, a tutti è sembrato chiaro l'infortunio di Reina. Ma lui è un leader, sa come riprendersi la fiducia della squadra e dei tifosi. Ha diretto poi le operazioni difensive con grande attenzione dopo il vantaggio di Milik, quando c'era da mettere al sicuro tre punti fondamentali.

Alla rete del bolognese, il portiere azzurro ha incrociato lo sguardo dei suoi compagni di reparto e poi è rimasto seduto a terra. Consapevole del guaio. L'occhiataccia questa volta è partita da qualche compagno, al quale va riconosciuta parte di responsabilità per aver fatto scappare via l'autore del tiro. Il tempo di chiarirsi e di incoraggiarsi, dopo la fase difensiva ha ripreso a funzionare e a fare blocco.

È stato l'Arcangelo Milik a mettere tutti d'accordo. Il primo gol e poi il bis hanno restituito solidità e affidabilità a tutto il gioco: indubbio che l'equilibrio si fosse spezzato dopo il pareggio inaspettato del Bologna. Le prodezze del polacco sono state una liberazione per Reina, il trascinatore dello spogliatoio, il Masaniello della situazione: quando Sarri e gli azzurri erano ancora in campo, lui era sotto la doccia. Questa volta Reina non ha cantato e ballato sotto la curva, non ha trascinato i compagni al giro di campo.

Pepe, sabato in divisa arancione accecante, ha scaricato la rabbia nello spogliatoio. Aveva ripreso un po' di adrenalina al secondo gol di Milik, quando ha esultato nella propria area di rigore. L'incubo stava svanendo, il sogno continuava pur avendo rischiato di infrangersi per quell'intervento goffo. Nessun processo, siamo a settembre ma il replay del solito errore non sarà più ammesso. Reina lo sa benissimo, non è stato mai così triste dopo una vittoria.
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