Napoli da scudetto prima della Juve:
perché Sarri ha ragione a protestare

Napoli da scudetto prima della Juve: perché Sarri ha ragione a protestare
Lunedì 22 Gennaio 2018, 09:27 - Ultimo agg. 12:45
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Onore al Napoli per avere vinto la decima trasferta su undici in campionato, con una prestazione di intelligenza, forza e qualità in casa dell'Atalanta, la bestia nerazzurra che stavolta ha fatto paura soltanto a se stessa perché intimidita dagli azzurri. Il ritorno al gol di Mertens («In gioco di un'unghia», singolare la misurazione del telecronista di Sky Sport Caressa) è l'altra ottima notizia di giornata. Maramertens in tutto il suo splendore: quella prodezza lo ha riportato nel tabellino dei marcatori azzurri. Su assist di Callejon e su perfetto sviluppo di un contropiede, qualcosa che non rientra esattamente nei canoni sarrianio. L'altro pezzo del pregiato tridente Insigne si è segnalato per le baruffe con i tifosi (razzisti) atalantini e con Sarri al momento della sostituzione. Il tecnico ha sorvolato, comprendendo com'è fatto quel ragazzo che per la prima volta era sceso in campo con la fascia di capitano della squadra del cuore. Un abbraccio è il miglior chiarimento in un momento di grande e meritato entusiasmo.

Il segnale partito da Bergamo è molto importante, con tocco di ironia nei confronti di coloro che avevano ipotizzato il sorpasso della Juve - stasera impegnata col Genoa a Torino - ai danni del Napoli. Il tweet del club («Niente sorpasso: primo posto solitario») è una reazione di orgoglio, simile a quella avuta da Sarri prima di infilarsi nello spogliatoio dopo una partita ad altissima tensione, perché le durezze degli atalantini sono state tollerate oltre misura da Orsato, arbitro italiano ai Mondiali, seguito in tribuna dal designatore Rizzoli e dal prof del Var Rosetti. Lui ha un personale stile di arbitraggio, spesso non compreso da calciatori che vengono colpiti dagli avversari senza ricevere il fallo a favore. C'è da augurarsi, intanto, che l'arbitro e l'inviato della Procura federale abbiano raccolto ampio materiale - dai cori razzisti al lancio di una bottiglia verso Koulibaly - per un severo provvedimento a carico dell'Atalanta dopo la solita giornata segnata dall'odio verso Napoli e i napoletani. 

A proposito delle decisioni di Orsato si è aperto il dibattito dei moviolisti sui gol di Mertens (convalidato) e Hamsik (annullato). Si continua ad avere la sgradevole sensazione che ad alcuni frequentatori dei salotti televisivi dia fastidio il Napoli lassù e non si capisce perché non sia apprezzata questa ventata di novità e di bel calcio in un campionato che è stato negli ultimi anni sempre e solo di marca bianconera.
 

Sono stati interessanti i messaggi post-partita di Sarri. Anzitutto, quello rassicurante sul suo futuro: non prevede stravolgimenti nel rapporto con De Laurentiis, perché contano «l'anima, il cuore e i sentimenti»; aspetta un rinforzo perché Mertens e Callejon hanno offerto un'ottima presentazione a Bergamo, però andranno supportati da adeguati ricambi in un nuovo e inevitabile momento di calo. Ma c'è anche il discorso sul calendario, sulle otto partite che il Napoli giocherà sempre dopo la Juve, come orario o data. Dagli uffici della Lega Serie A è stato fatto presente a Sarri che i calendari sono dettati dagli impegni delle coppe europee e dagli obblighi televisivi perché i network, cioè chi regge la baracca del pallone, non può ammettere la contemporaneità dei top club. E lo stesso accade in altri campionati.

Il caso sollevato da Sarri non è però strumentale, perché sarebbe stato opportuno studiare un'alternanza (da Milano ricordano che in 14 casi su 19 il Napoli ha giocato prima però non sfugge che il girone di ritorno ha un peso diverso rispetto a quello d'andata), tuttavia ne avrebbero dovuto discutere i dirigenti negli uffici della Lega Serie A. Perché ad esporsi deve essere l'allenatore?
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