Callejon: «Ora è lecito sognare
non siamo secondi a nessuno»

Callejon: «Ora è lecito sognare non siamo secondi a nessuno»
di ​Pino Taormina
Mercoledì 7 Dicembre 2016, 10:54 - Ultimo agg. 17:54
3 Minuti di Lettura

Inviato a Lisbona

Da qui, quando il Portogallo era ancora un grande impero coloniale, partivano i grandi esploratori per andare alla scoperte di terre lontane. Da qui il Napoli e Callejon vanno alla scoperta di un mondo nuovo, qualcosa che mancava da 5 anni, che appena tre anni fa era sfuggita di mano solo per la differenza reti, in un girone concluso con il punteggio-record di 12 punti. C'era quella notte Callejon. Fece gol all'Arsenal, ma fu tutto inutile. Questa volta no, il suo gol è decisivo. «Siamo primi e questo ci riempie d'orgoglio. Volevamo vincere questo girone». Il ciuccio è lì tenuto da parte da Massimo Nenci, il preparatore dei portieri. Callejon ha festeggiato il suo gol numero 10 in Champions con un inchino alla tifoseria azzurra e con la dedica speciale alla sua piccola Aria, nata appena qualche giorno fa. «Abbiamo disputato una partita splendida. Abbiamo fatto esattamente quello che il tecnico voleva che facessimo: ovvero essere più cattivi e determinati. Lo siamo stati. È una grande notte, una notte che ci siamo meritati».

Una fase a gironi iniziata in modo schiacciante, poi compromessa dalla sconfitta in casa con il Besiktas e i due pari successivi. E così ieri al Da Luz doveva essere una specie di Ok Corral atlantico: con due pistoleri faccia a faccia che si giocavano la vita e la morte. E invece, alla faccia della malinconia, hanno fatto festa pure i tifosi di casa: sconfitti ma non eliminati. «Abbiamo sempre creduto nella nostra forza, non ci siamo mai sentiti secondi ad altri, né in Italia né in Europa. Il momento delicato ce lo siamo messi alle spalle: ora siamo tornati a vincere e a divertire. Che è poi la cosa più bella che c'è». C'è anche altro, nella notte dove la brezza che soffia sa di storia: la fascia di capitano.

«È stato un dono di Reina, quando è uscito Marek toccava a lui indossarla ma lui ha voluto farmi questo onore» spiega ancora Callejon. Arrivare primi, in ogni caso, non dà protezioni speciali: tra le seconde gli azzurri rischiano di pescere un bel po' di big come il Psg di Cavani, il Bayern Monaco o il Manchester City. «Ora ogni squadra è fortissima, ma lo siamo anche noi. Non abbiamo paura di affrontare nessun rivale. Lo faremo a testa alta, giocando con la stessa personalità che abbiamo mostrato su un campo difficile come quello del Benfica». Lunedì si conoscerà l'euro-avversario: unico vantaggio, il ritorno al San Paolo. Ma ora è il momento della festa grande: bastava un pareggiotto per passare il turno ma neppure per una frazione di secondo il Napoli ha giocato pensando a questo, come se nel gelo di Kiev non stesse succedendo nulla di importante. Non ha brillato Gabbiadini, perché nasconderlo? E a peggiorare il giudizio il cambio di ritmo e di brillantezza dell'attacco del Napoli quando in campo è invece entrato Mertens. Il belga non ha mai giocato così bene come adesso: un assist favoloso per Callejon e un gol (il quarto in questa Champions) da mettere in cornice. «Non ci credevo quando mi hanno detto che la Dinamo Kiev ha vinto 6-0. Ma noi siamo stati protagonisti di una grande impresa. Iniziare dalla panchina per me non è un problema, siamo un gruppo unito», dice Dries al settimo cielo per gli ottavi che conquista anche lui per la prima volta nella sua carriera. «Gli avversari degli ottavi? Non ci penso. Stiamo giocando un gran calcio e negli ultimi tempi siamo stati solo sfortunati».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA