Il disegno del tecnico portoghese regge soltanto per poco. Il Napoli, infatti, trova prestissimo, al 19', la via del gol con un azione su calcio piazzato chiaramente preparata in allenamento. Hamsik va a deviare in porta di testa sul primo palo un calcio d'angolo battuto da Ghoulam. Il Benfica è così costretto a venir fuori per tentare di raddrizzare la gara e da quel momento il Napoli prende in mano il pallino del gioco, ritrovando come per incanto le sue geometrie, le distanze giuste e la fluidità del suo gioco.
La squadra di Sarri, nonostante un netto predominio, non riesce nel primo tempo a creare grandi occasioni da gol anche perchè la difesa dei portoghesi, soprattutto nella coppia centrale Lopez-Lindelof, non si fa trovare mai impreparata, nè suo tentativi di penetrazione centrale di Milik e di Hamsik, nè tantomeno sugli inserimenti dalle fasce laterali di Mertens e Ghoulam da un lato e di Callejon e Hysaj dall'altro. Nella ripresa esplodono subito i fuochi d'artificio. Il Napoli con tre gol in dodici minuti manda al tappeto l'avversario. Segnano Mertens due volte e Milik su calcio di rigore.
La partita, in pratica, è già finita perchè il risultato non è più in discussione. Il Napoli utilizza il resto della gara per dare spettacolo, ma anche per evidenziare qualche leggerezza di cui non ci sarebbe stato bisogno. Il Benfica è tramortito e completamente fuori partita. Rui Vitoria con le sostituzioni cerca di dare una scossa, ma l'andamento del gioco è segnato da una superiorità degli azzurri che è troppo netta per concedere ai portoghesi qualche chance di recuperare. Il Benfica trova i suoi due gol solo grazie ad un errore di Jorginho che con un avventato passaggio indietro manda in gol il nuovo entrato Guedes, tenuto inspiegabilmente in panchina dall'allenatore per quasi tutta la partita e grazie ad una leggerezza complessiva della difesa sulla marcatura di Salvio. Finisce con i tifosi in festa e con il Napoli che grazie anche al pareggio tra Besiktas e Dinamo Kiev fa il vuoto in classifica alle sue spalle.