Da precario a capo carismatico
Insigne, l’uomo in più del Napoli

Da precario a capo carismatico Insigne, l’uomo in più del Napoli
di Roberto Ventre
Lunedì 20 Febbraio 2017, 08:17
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Verona. Figuriamoci se Lorenzo si fermava proprio al Bentegodi. Qui segna sempre, ne sa qualcosa il Verona: nelle ultime due stagioni agli insulti dei tifosi dell’Hellas ha risposto con due gol nelle due larghe vittorie azzurre. E stavolta ne ha fatteole spese il Chievo, prima rete del napoletano ai clivensi, gol bellissimo e straordinariamente importante perché ha dato il là alla vittoria degli azzurri dopo la sconfitta nell’andata degli ottavi di Champions contro il Real. Il migliore in campo anche stavolta, come a Madrid: dopo la prodezza al Bernabeu ne ha firmata un’altra, Lorenzo ha dato continuità alla bellezza dei suoi gesti tecnici. In Champions un colpo fulmineo, vide Navas fuori dalla porta con la coda dell’occhio e lo sorprese anticipando il tiro dai trenta metri. A Verona invece ha tirato fuori il colpo classico del suo repertorio, da sinistra si è accentrato e ha messo il destro sull’altro palo, con la naturalezza del campione. Una giocata che fa con la stessa disinvoltura con la quale segnava nelle partitella con gli amici a Frattamaggiore. La forza di Lorenzo è questa, lui con il pallone si diverte proprio come quando era un ragazzino: una passione fortissima in famiglia con papà Carmine che giocava al calcio e anche suo fratello più grande Antonio, passione che ha poi coinvolto l’altro fratello Roberto, di proprietà del Napoli, che gioca in serie B a Latina.
Decisivo Insigne e non solo per il gol che ha festeggiato con la corsa verso la panchina, l’abbraccio a Mertens e Albiol e poi la stretta di mano a Sarri. L’esultanza davanti alla telecamera con il diesgno del cuoricino, la rete dedicata come sempre a sua moglie Genny. Lorenzo vive un momento magico, il più in forma del gruppo azzurro, titolare per sedici partite consecutive dopo l’ultima panchina a Crotone. E soprattutto un bomber implacabile in trasferta, questo a Verona contro il Chievo è il quinto consecutivo (Champions compresa): Insigne ha cominciato a Firenze nell’ultima partita del 2016 pareggiata 3-3 dagli azzurri e nel 2017 è ripartito fortissimo con le reti a Milan, Bologna, Real Madrid e questa al Bentegodi. Un bomber che si sta esaltando soprattutto fuori casa dove ha segnato 7 dei suoi nove gol stagionali (sei in camponato e uno in Champions), un’altra testimonianza del grande carattere del ragazzo di Frattamaggiore che proprio fuori casa riesce a tirare fuori ancora al meglio le sue qualità.
Sempre più leader di questo Napoli: contro il Chievo Verona è stato determinante in tutto e per tutto e non soltanto per il gol che è servito a rompere l’equilibrio, applauditissimo dai tifosi napoletani al momento del cambio con Giaccherini a un quarto d’ora dalla fine. La prima emozione l’ha firmata lui, una punizione dai trenta metri che si è persa fuori di pochissimo, il primo vero tiro in porta del Napoli. E poi è entrato sia nell’azione della seconda rete azzurra (ha scucchiaiato il pallone per Allan e dal rimpallo con il portiere Sorrentino è scaturito il tocco vincente di Hamsik) che della terza quando ha servito un pallone d’oro a Zielinski per il tiro da limite, deviato da Spolli, che ha beffato Sorrentino. Una prestazione senza soste e con una sola macchia: l’errore in appoggio arretrato del primo tempo che ha dato il là alla pericolosissima ripartenza di Inglese frenata dall’ottimo intervento di Reina.
Insigne è in forma straordinaria, salta sul pallone, disegna parabole, ricama giocate spettacolari, sposta sempre il pallone al primo tocco: un furetto imprendibile per Cacciatore che l’ha sempre sofferto nell’uno contro uno. Un attaccante dalla tecnica individuale al di sopra della media e dalla grande carica agonistica: adesso Lorenzo è sempre più un vero e proprio trascinatore. È lui a chiamare i compagni nel pressing, a spronare Pavoletti nell’accorciare sui difensori, a suggerire il movimento giusto all’ultimo arrivato, a incoraggiare i compagni dopo qualche errore. Un leader di questo Napoli, alla quinta stagione in maglia azzurra, si avvicina sempre più alle 200 presenze: una parabola in continua ascesa, i miglioramenti a vista d’occhio da Mazzarri, a Benitez e ora a Sarri che lo ha completato in maniera defintiva. Lorenzo si trova a meraviglia nello schema e gioca con grande efficacia sia quando c’è da puntare la porta avversaria, sia quando c’è da difendere sulle avanzate degli avversari lunga la fascia.

L’attaccante di Frattamaggiore è un patrimonio enorme per il Napoli e il calcio italiano: vuole legarsi a vita al Napoli e a breve riprenderà la trattativa per il rinnovo tra il club e i suo agenti. Dopo le tensioni estive e le posizioni molto distanti (5 milioni la richiesta e 2,5 l’offerta) ci sono stati dei segnali incoraggianti e soprattutto c’è la volontà comune di andare avanti nel rapporto che poi rappresenta la base più importante per il buon esito del negoziato. Il suo contratto è in scadenza nel 2019 e cioè tra due anni e mezzo, contratto che firmò nel 2013 e da allora non ha più ritoccato. Non è solo una questione economica ovviamente, Lorenzo infatti vuole sentirsi una bandiera del club, un simbolo, un punto fermo del progetto per legarsi a vita alla squadra della sua città: capitan Futuro pronto un giorno a prendere in eredità la fascia da Marek Hamsik.

Lorenzo si gode il momento d’oro con la semplicità di sempre, il suo mondo è Frattamaggiore: sua moglie Genny, i figli Carmine e Christian, i genitori, i fratelli, gli amici. Si godrà in famiglia il giorno di riposo e poi comincerà il tour de force fino al match di ritorno di Champions League contro il Real Madrid. Il Napoli gioca sabato al San Paolo contro l’Atalanta, martedì 28 febbraio la semifinale di andata di coppa Italia contro la Juventus, sabato 4 marzo la trasferta dell’Olimpico contro la Roma e martedì 7 il match europeo con i blancos di Zidane al San Paolo. Si entra nel vivo ed è necessario per il napoletano conservare questo livello eccezionale di forma: è lui l’uomo in più del Napoli e vuole confermarlo nelle prossime quattro partite decisive per la stagione azzurra.
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