Napoli-Roma. Gabbiadini, altra chance fallita: per Manolo una sconfitta alla Bersani

Napoli-Roma. Gabbiadini, altra chance fallita: per Manolo una sconfitta alla Bersani
di Anna Trieste
Domenica 16 Ottobre 2016, 09:43
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Dopo una sconfitta come quella subita a Bergamo con l'Atalanta, la notizia choc dell'infortunio di Arek Milik e due settimane passate a interpretare le dichiarazioni di Sarri sulla Juve manco fosse una via di mezzo tra la sibilla cumana e l'oracolo di Delfi, ci si aspettava che il Napoli si presentasse in campo all'appuntamento con la Roma non dico arrembante come Cindy Crawford e Naomi Campbell in passerella ma almeno in grado di reggersi in piedi come una napoletana qualsiasi sopra ai sampietrini di via Marina.

E invece no, sorprendentemente e forse pure inspiegabilmente, il Napoli si è presentato all'appuntamento con gli uomini di Spalletti moscio, con lo stesso entusiasmo e lo stesso ardore agonistico con cui Renzi va alle direzioni del Pd e cioè una cosa del tipo «guardate, io sono venuto solo perché mi hanno detto che dovevo venire ma se era per me io mi stavo tranquillamente a casa a tagliarmi le unghie dei piedi». E così è maturata al San Paolo la prima sconfitta casalinga in serie A di Maurizio Sarri come allenatore del Napoli. In realtà, che le cose non si stavano mettendo propriamente per il verso giusto, già si era capito dal mattino, guardando il tempo. Bafuogno, come si dice a Napoli, ossia umido, caldo, azzeccoso, tale da rendere emotivamente instabile pure uno come Buddha o D'Alema e in grado di far passare o genio di intraprendere qualsivoglia iniziativa finanche a Mc Gyver. Poi, quando Koulibaly si è fatto fare fesso da Salah, è arrivata la conferma.

Insomma, se pure il tuo piu fidato antifurto quando arrivano i malviventi si mette a suonare la macarena invece della sirena altoparlante è chiaro che se ne va tutto a carte quarantotto. Da quel momento infatti si è generato un effetto domino spaventoso, con Jorginho che pareva sotto l'effetto di svariati litri di Gragnano, Gabbiadini che fiutava il gol come Bersani fiuta le vittorie elettorali e Callejon che faceva quel che poteva ma in fin dei conti, oh, questo è umano ed è già assai che non ci ha denunciati per sfruttamento del lavoro. Va detto poi che lo stesso Koulibaly ha tentato di rimediare mettendo dentro il gol della momentanea illusione di agguantare il pareggio ma alla fine niente, evidentemente la cazzata fatta in occasione del primo gol della Roma era troppo grande e meritava come punizione quella estrema: segnare nel suo San Paolo un gol bellissimo e perfettamente inutile. A tutto questo, che già di per sé è abbastanza drammatico e poco incoraggiante, si aggiunga che per umiliare il Napoli alla Roma non è servito nemmeno l'ingresso salvifico di Totti. È stato sufficiente Dzeko, lui sì rivitalizzato. Tuttavia, se due indizi non fanno una prova nemmeno due sconfitte fanno un disastro. Bisogna rimettersi in piedi subito però. Chiediamo a Milik, lui sa come si fa!
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