Juve-Napoli. Due squadroni ma i bianconeri rischiano di più

Juve-Napoli. Due squadroni ma i bianconeri rischiano di più
di Francesco De Luca
Sabato 13 Febbraio 2016, 11:12 - Ultimo agg. 16:07
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Poco meno di cinque mesi fa, quando i valori ancora non erano definiti, dopo il confronto al San Paolo vinto dagli azzurri, Napoli e Juve sommavano complessivamente 14 punti, uno in meno di quanti ne avevano a testa le prime della classe, Fiorentina e Inter. Stasera, in un’atmosfera che ricorda quelle degli anni Ottanta imprezioste dall’estro dei mitici numeri 10 Platini e Maradona, si giocano lo scudetto allo Juventus Stadium.
 



Se il Napoli conquista la nona vittoria consecutiva, va a +5 sui bianconeri e si tratterebbe di un pesantissimo vantaggio, seppure a tre mesi dalla fine del campionato. Se la Juve conquista la quindicesima vittoria consecutiva (e da cinque gare non incassa gol), sorpassa gli azzurri e dovrebbe poi gestire il +1 fino al 15 maggio. È evidente che sono i campioni in carica ad avvertire il maggior peso psicologico di questi 90' perché rischiano di scivolare, in caso di sconfitta, a una distanza difficilmente colmabile. È vero che il Napoli ha finora perso 4 partite su 4 allo Juventus Stadium, tuttavia qualità e solidità di questo gruppo sono ben altre rispetto a quelli del passato, dunque è concreta l'ipotesi del colpo che può ipotecare lo scudetto.



 

Sarri e Allegri hanno fatto un eccellente lavoro, in particolare il primo perché arrivava dalla provincia e aveva avuto una partenza lenta (due punti in tre partite). È avvincente questo duello che si gioca ad altissimi ritmi, come testimoniano le serie di successi di Napoli e Juve. Lo strapotere bianconero aveva tolto interesse ai precedenti quattro campionati, il Napoli non soltanto ha approfittato delle sofferenze vissute dalla Juve fino a ottobre ma ha saputo sbaragliare una folta concorrenza e issarsi al vertice perché Sarri ha formato una squadra perfetta sotto l'aspetto tattico, ritrovando l'equilibrio assente nel biennio di Benitez e le energie che sembravano perse da alcuni giocatori. Il cambio di modulo e gli 11-titolari-11 sono stati alla base della svolta, ovviamente con il supporto di una preparazione atletica molto efficace.

Allegri ha fatto fronte alla bruttissima partenza con i cambi di modulo e di uomini, risvegliando quel vigore che la Juve non aveva ad inizio stagione, quando c'era un rilassamento che lasciava erroneamente credere alla fine di un ciclo. Si annuncia una sfida ad altissima intensità perché il grigiore non appartiene né al Napoli né alla Juve: gli azzurri non faranno calcoli di classifica, poiché non è nel loro Dna la gestione della partita; i bianconeri tenteranno subito l'assalto a quei difensori che sono diventati un corpo unico, con meccanismi che raramente si sono finora inceppati. Chissà se Sarri ha mostrato ai suoi attaccanti la statistica che indica il primo e l'ultimo quarto d'ora della partita come i momenti in cui gli avversari hanno subito 8 gol su 15.Alla vigilia di questo supermatch si è aperto un dibattito sulle cifre di Juve e Napoli, migliore difesa (15 gol) contro migliore attacco (53).


 

Gli azzurri hanno alternato vittorie sofferte (sei giorni fa l'1-0 casalingo sul Carpi, su rigore) a poker e manite, sempre guidati da Higuain. La difesa bianconera è solidissima, tuttavia l'assenza di Chiellini è pesante perché è il playmaker difensivo ed è il marcatore difficilmente superabile nei contrasti. Non è un caso che la indisponibilità del nazionale e di Caceres costringa Allegri a rivedere l'assetto tattico, con il probabile passaggio dal 3-5-2 al 4-4-2 (sulla mediana può essere riproposto Khedira, recuperato a tempo record). Questa correzione potrebbe consentire ad Hamsik, lo slovacco amato dalla dirigenza juventina, di diventare l'uomo chiave della partita, con i suoi inserimenti nella trequarti avversaria, a supporto del tridente che splende come quello dei magnifici anni Ottanta, avendo adesso ritrovato Callejon la via del gol. Allegri faticherà a trovare la soluzione idonea per limitare il raggio d'azione di Marek.

Sul lato mancino, invece, gli azzurri dovranno prestare attenzione a Cuadrado e a Lichsteiner, perché le loro sovrapposizioni rischiano di creare più di un pericolo. È possibile che Insigne debba sottoporsi a una prova di sacrificio e ad un arretramento di una ventina di metri per dare supporto a Ghoulam ed evitare che gli esterni bianconeri siano particolarmente insidiosi. Le contromisure difensive sono aspetto secondario di questa sfida, che brillerà grazie agli attaccanti. Anzitutto, a quelli del tridente azzurro, con Higuain che non sbaglia un colpo e Insigne che ha raggiunto una tale maturità da dover essere preso in considerazione dal ct Conte per la Nazionale. Dybala ha liberato il suo estro dopo le iniziali incomprensioni con Allegri e ha avuto un ruolo determinante nella risalita della Juve, laddove Morata ha preso a segnare con regolarità e Pogba si è confermato giovane grande artista del calcio europeo.

Il francesino, talento da 100 milioni, ha una straordinaria capacità a giocare a tutto campo, dalla riga dell'area di Buffon a quella del portiere avversario, spesso senza un solo errore: proveranno Allan e Hysaj a farlo cadere in una gabbia dalla quale sia difficile uscire. Con questi campioni e queste premesse non si può immaginare una partita anonima, d'altra parte Napoli e Juve sono le squadre con il maggiore indice di pericolosità: 330 tiri per gli azzurri e 314 per i bianconeri. La solidità delle due difese - Buffon vs. Reina, due campioni che hanno vinto il Mondiale nel 2006 e nel 2010 - è testimoniata dall'unica classifica in cui Napoli e Juve sono agli ultimi posti: quella delle parate. Quando si affrontano squadre così vicine alla perfezione può essere un episodio, o un errore, a determinare il risultato. Mai però dev'essere una svista del team arbitrale, che a Torino sarà capitanato da Orsato. Il Napoli merita rispetto. Quanto accaduto appena sei giorni fa, con il rigore netto e il gol buono negati a Callejon, ha suscitato perplessità e qualche cattivo pensiero che Orsato può scacciare con una prestazione autorevole, all'altezza dei campioni che si sfidano in campo e dei due maestri di tattica che siedono in panchina.