Higuain e società, non rompere il giocattolo

di ​Francesco De Luca
Venerdì 1 Luglio 2016, 16:20 - Ultimo agg. 16:23
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Nicolas Higuain, voce del fratello Gonzalo nel momento più delicato del suo rapporto con il Napoli, ha svelato un'altra novità nell'ultima esternazione. Al contrario di quanto aveva dichiarato martedì scorso, considera conclusa - lui certamente, il bomber chissà - il rapporto con il club tanto criticato e la città tanto amata. Perché, in un passaggio dell'intervista a Radio Marca (emittente di Madrid, possibile approdo del Pipita, al centro dei progetti dell'Atletico allenato dall'argentino Simeone), parla al passato dell'esperienza napoletana. «Abbiamo vissuto grandi momenti. Napoli ha dato molto a Gonzalo e lui ha dato molto a Napoli».

E gli altri due anni di contratto, fino al 2018, già dimenticati? Ha allargato, il fratello-agente di Higuain, a 5 club la rosa delle possibili acquirenti, non al prezzo fissato dalla clausola liberamente sottoscritta dalle due parti tre anni fa (94,7 milioni): tre tra Spagna e Inghilterra, poi Psg e Bayern Monaco. E tutto potrebbe rientrare in una strategia, dettata da un recente colloquio con i rappresentanti di una di queste società, perché De Laurentiis e i suoi collaboratori avevano concordato con i rappresentanti di Higuain che sarebbe stata aperta la trattativa per il prolungamento biennale del contratto dopo la Coppa America. E invece sono arrivate le inattese bordate dell'altro Higuain, che ha rimarcato un aspetto: «In questo momento il progetto del Napoli è al di sotto delle aspettative». Gonzalo è amato dai tifosi e dai compagni, dunque è da escludere che il messaggio del fratello sia rivolto agli altri azzurri, che hanno diviso con l'argentino momenti belli, come quelli dei 36 gol, e periodi difficili, come quello successivo alle tre giornate di squalifica: non può considerarli improvvisamente «al di sotto delle aspettative». Per quanto riguarda il futuro, le ansie degli Higuain sono legittime, ma perché non considerare che il mercato entrerà nel vivo dopo la fine degli Europei? Il Napoli non è rimasto inattivo in queste settimane, anche se è riuscito a realizzare un solo acquisto, quello del difensore Tonelli. Ha puntato su giocatori che hanno declinato le offerte, seppure robuste, avanzate da De Laurentiis: un problema non da poco. Il ritiro comincia tra una settimana, ma il 9 luglio non si chiude il mercato e in questo momento non si può dare un giudizio definitivo. Anche per un procuratore come Nicolas Higuain, che chiede una squadra all'altezza della classe di suo fratello per rilanciare la sfida alla Juve. Considerando i nomi dei nazionali che De Laurentiis segue, è difficile che il Napoli possa indebolirsi. Lo sarebbe soltanto in un caso: se Higuain andasse via, peraltro per una cifra inferiore a quella fissata nella clausola, perché si tratta di uno dei primi attaccanti al mondo e ha un forte feeling con Sarri, che gli ha ridato energia dopo la seconda grigia annata con Benitez.

Con 94,7 milioni - pagamento cash - il Napoli potrebbe intervenire sul mercato così come fece tre anni fa, quando vennero reinvestiti i 63 pagati dal Paris St. Germain per Cavani. Con una cifra inferiore (l'Atletico Madrid non si spingerebbe oltre i 60, un terzo in meno di quanto pattuito tra De Laurentiis e gli Higuain), vi sarebbe un differente margine di manovra. Ecco perché da quei 94,7 il presidente non deroga. È possibile che arrivi prima Higuain nel ritiro trentino di Dimaro che un'offerta di tale portata presso gli uffici romani della Filmauro. Il Napoli aveva stabilito di aprire una trattativa in queste settimane per prolungare il contratto fino al 2020 o 2021, ma l'agente del bomber ha alzato il muro. E adesso l'unica importante risposta per Higuain (e per la tifoseria che ha grandi aspirazioni) è completare la squadra, renderla adeguata «alle aspettative» del campione. Ma se arriveranno giocatori di alto profilo lui poi rinnoverà il contratto? Nella storia del vecchio Napoli, quello degli scudetti, vi fu a un certo punto fortissima tensione tra Ferlaino e Maradona, che avrebbe voluto essere ceduto al Marsiglia nell'89, dopo aver vinto la Coppa Uefa. Il presidente respinse le pressioni di Diego e l'assegno in bianco di Tapie.

Ma si creò un clima di sofferenza nella tifoseria, al punto che si ascoltarono fischi al San Paolo per il campione dei campioni. Ecco, non può profilarsi questo scenario. Il responso dei lettori del Mattino al sondaggio sulla permanenza di Higuain (secondo il 75 per cento dovrebbe essere ceduto a 94,7 milioni) rischia di essere la spia di un malessere. Il brutto riflesso di questa storia di mercanti.
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