Higuain, è uno schiaffo ma si può reagire

di Francesco De Luca
Domenica 24 Luglio 2016, 11:18 - Ultimo agg. 11:19
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È stata la finta più perfida del Pipita. Mentre faceva trapelare di prepararsi a raggiungere il ritiro del Napoli in Trentino, si recava nella clinica di un quartiere esclusivo di Madrid per le visite mediche richieste dalla Juve prima della firma del contratto. Dunque, il club campione d'Italia prende Higuain e consegna a De Laurentiis 94,7 milioni di euro. Ma la storia non ha un lieto fine.

L'epilogo di questa trattativa, che lunedì scorso sembrava già chiusa dopo il colloquio tra il presidente e l'ad Marotta (che disse che il club bianconero non avrebbe pagato la clausola), conferma che le regole nel calcio non esistono. E, se esistono, sono violabili in ogni occasione. Aver fatto sottoporre l'argentino alle rituali visite prima di pagare la clausola e rilevare il cartellino dal Napoli è un insulto alla lealtà sportiva, peraltro fatto dalla società più blasonata in Italia, che dovrebbe essere d'esempio non soltanto per i suoi successi sul campo. Invece, in questa vicenda di mercato, la piu clamorosa per cifre in gioco e sviluppo della trama, è nuovamente emersa tutta l'arroganza di Casa Juve, che ha continuato ad essere alimentata anche dopo lo scandalo di Calciopoli: noi siamo i piu forti e dettiamo le condizioni. E questo anche se dall'altra parte ci sono un club prestigioso (ma non altrettanto forte) e una clausola rescissoria altissima. Ma nulla evidentemente rappresenta un ostacolo per la Juve della triade Agnelli-Marotta-Paratici.

La separazione di Higuain dal Napoli ribadisce che il calcio è una giungla, dove ovviamente c'è una sola legge: quella del piu forte, in questo caso anche del piu ricco, più spietato e più furbo. Mentre a Dimaro-Folgarida contavano le ore che mancavano all'arrivo del bomber, tra Torino e Madrid si perfezionavano i dettagli del suo nuovo contratto. Come è stato possibile non accorgersi di simili manovre e pensare che ci siano gentlemen in questo mondo di affaristi? La Juve ha trovato un ottimo alleato in Gonzalo Higuain, che aveva voglia di vincere e soprattutto guadagnare di piu, e in Nicolas Higuain, il fratello-agente che ha saputo navigare sott'acqua e poi partire all'assalto. Ora il procuratore dovrebbe completare l'opera cancellando suo profilo Twitter le belle immagini del Pipita e della folla del San Paolo in adorazione: abbiamo avuto la conferma che al cuore si comanda, i milioni fanno superare qualsiasi scrupolo. Il Napoli ha preso uno schiaffo. Calcolato, in virtù dell'onerosa clausola che rappresentava una sorta di scommessa: chi avrebbe avuto la forza di pagarla e di portare via Higuain? Non l'Atletico Madrid, arrivato ad offrire 60 milioni e due giocatori, ma la Juve, di cui il Napoli è tornato ad essere il rivale per lo scudetto grazie al bel gioco di Sarri e alle pesanti reti di Higuain. Non è detto che l'argentino, avviato verso i 29 anni, bissi l'ultima straordinaria stagione. Certo, giocherà in una squadra fortissima, alle dipendenze di un altro bravissimo allenatore come Allegri, ma dovrà fare attenzione al suo fisico, mantenendo lo stile di vita che gli ha consentito nella terza e ultima annata azzurra di essere scattante e puntuale all'appuntamento con il gol.

D'altro canto, un argentino che conosce bene Higuain e il Napoli, Maradona, tre mesi fa aveva detto che sarebbe convenuta questa separazione perché era altamente improbabile che il bomber potesse ripetersi e 94,7 milioni erano un'occasione unica per il club. Con quei soldi si possono comprare piu giocatori di livello, come accadde tre anni fa quando Cavani si trasferì a Parigi. Ma all'inizio del campionato manca meno di un mese e, una volta incassato l'assegno della Juve, bisognerà accelerare sul mercato, sperando che gli obiettivi siano finalmente raggiunti: c'è il rischio che ottimi giocatori si sottraggano alle offerte di De Laurentiis in assenza di un progetto. È questo il punto più delicato. Il Napoli perde il suo calciatore più importante e deve ricominciare daccapo. La logica finanziaria di De Laurentiis è valida e ha evitato alla squadra le drammatiche disavventure del passato, tuttavia il calcio è anche altro. È la costruzione di un assetto tecnico forte e duraturo nel tempo, migliorabile anno dopo anno, gradino dopo gradino, per centrare un obiettivo, lo scudetto, che è nelle aspirazioni della tifoseria ed è nelle possibilità del club che deve confermare i suoi uomini migliori, se li ritiene utili per il progetto. Questa vicenda ribadisce una spiccata vocazione finanziaria del Napoli, ma non strategica e progettuale.

La Juve, intesa come squadra, ha dato la dimostrazione dei propri valori tecnici e agonistici nella scorsa stagione: ha stravinto il campionato pur avendo perso Pirlo, Vidal, Tevez e avendo incassato una serie di sconfitte nei primi due mesi che l'avevano allontanata dal vertice. Perché c'era e c'è una base solidissima, un Dna vincente che negli anni si è stratificato. È il momento di un progetto ad ampio respiro, che i soldi incassati dalla vendita di Higuain, dalla partecipazione alla Champions League e dalla riserva di bilancio possono sostenere. Non sarebbe la fine del mondo la partenza dell'argentino se la risposta progettuale della società fosse convincente, anzitutto per Sarri, di cui vorremmo ascoltare in questi frangenti un'opinione, magari un messaggio incoraggiante rivolto alla tifoseria: legandosi nella scorsa primavera al Napoli per quattro stagioni, non piu con un contratto dalla scadenza annuale, il tecnico è diventato il primo interlocutore e la prima garanzia per i napoletani, scossi dall'addio di Higuain e da un futuro ricco di milioni ma anche, aspettando gli investimenti, di interrogativi, dal sostituto di Gonzalo ad altri casi contrattuali tuttora aperti, fino alle condizioni di Reina, andato a curarsi in Spagna dopo non aver fatto un solo allenamento con i compagni in ritiro. Servono risposte chiare e forti per spezzare queste angosce d'estate.
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