Il maestro Buffon studia al video i segreti del Pipita

Il maestro Buffon studia al video i segreti del Pipita
di Pino Taormina
Sabato 13 Febbraio 2016, 12:11
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L'intramontabile è come se avesse dei sensi di ragno. L'intramontabile è lì che gioca per la 26esima volta contro il Napoli, a vent'anni dalla sua prima volta da avversario contro gli azzurri. E tifosi del Napoli azzurri fanno sempre un po' fatica a considerarlo per davvero un nemico. Forse perché da quando ha 20 anni è anche il numero uno della Nazionale, perché c'era lui, assieme a Fabio Cannavaro ad alzare al cielo di Berlino la coppa del mondo nell'estate del 2006. A Vinovo, al suo passaggio all'ora dell'allenamento, i (pochissimi) tifosi che attendono l'arrivo delle auto dei bianconeri ben sistemati dietro a delle ordinate transenne colorate di bianco e di nero, urlano a squarciagola solo il nome di Gigi Buffon. Un idolo, per tutti. Il veterano, certo, ma anche il ragazzino.

Classe 1978, Buffon sta vivendo un momento straordinario, e prestazione dopo prestazione non fa altro che ricoprire di ridicolo la commissione Fifa che lo ha lasciato fuori persino dalla prima lista dei candidati al Pallone d'Oro. Una barzelletta. Ieri, un piccolo riscatto: i lettori di France Football lo hanno eletto miglior portiere della storia, davanti al «loro» Barthez. Ha preso un solo gol in questo 2016, quello realizzato da Cassano. Poi niente altro. La Vecchia Signora è la migliore difesa della serie A. E non è un caso che sia lui il titolare della porta meno battuta: 15 gol incassati in campionato e ben sette nelle prime sei giornate. La sua casa è lunga sette metri e trentadue, alta due metri e quarantaquattro e Gigi vuole ogni volta essere un perfetto padrone di casa. «Oggi può andare bene anche un pareggio», ha spiegato provando a fare un rinvio lungo, nella metà campo avversaria. Una storia, una vita. Lo aspetta un Europeo in Francia e magari anche il quinto mondiale in Russia: solo due calciatori ci sono riusciti da quando gli uomini prendono a calci una palla. Uno è stato il messicano Antonio Carbajal presente dal 50 al 66 e il tedesco Lothar Matthaeus, prima coppa del mondo nel 1982, ultima nel 1998: proprio quando arrivò Gigi, che in Francia non giocò neppure un minuto ma mise la prima pietra del mito. Buffon ha giocato una infinità di volte contro gli azzurri: la prima volta era al Parma e all'esordio contro il Napoli (il 5 dicembre 1995) fece 1-1 con la rete di Pizzi. Il suo primo Napoli-Juve è stato al San Paolo, nel primo anno dopo Calciopoli: serie B, finì 1-1 anche quella volta e la rete la subì da Bogliacino. C'è sempre Buffon sulla strada tra il Napoli e il trionfo. Perché lui è la Juve, il suo simbolo.

È a Pechino, nella Supercoppa dei veleni e dei rancori mai completamente sopiti. È a Doha, nella supersfida terminata dopo 18 calci di rigore. Non è a Roma, nella finale del 2012 della Coppa Italia perché Conte, quella volta, fece spazio a Storari, il suo vice. Ogni volta che la Juve ha bisogno di qualcuno che metta la faccia, ecco spuntare la sua: nei momenti difficili parla molto più spesso che in quelli in cui le cose vanno bene. E quando parla, si capisce che non è mai un momento come gli altri. Perché per la Juve quest'omone divenuto di nuovo papà (la sua compagna è Ilaria D'Amico che a inizio gennaio ha messo alla luce Leopoldo Mattia) è tutto: «Lo scudetto lo vince sempre chi prende meno gol di tutti». Ha ragione, d'altronde lui è campione d'Italia da quattro anni consecutivi proprio perché lui da quattro anni sbaglia davvero col contagocce. Stasera il rivale è Higuain: al San Paolo gli ha fatto gol, qui allo Stadium mai. Anzi, nei quattro precedenti con gli azzurri nel nuovo stadio fiore all'occhiello del club di Andrea Agnelli, solo David Lopez è riuscito a segnare. Raccontano che ieri pomeriggio a Vinovo abbia passato circa un'ora a vedere i movimenti offensivi del Pipita, per cercare di scalfire qualche segreto al bomber bionico che arriva dall'Argentina. «Lui è bravo, bravissimo. Ma noi non temiamo nessuno. La gara di stasera non è decisiva». E se lo dice lui...