Il Napoli a Sassuolo per restare
in corsa Champions League

Il Napoli a Sassuolo per restare in corsa Champions League
di Roberto Ventre
Domenica 23 Aprile 2017, 10:16
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Castel volturno. «Non ho un contratto lungo: l'anno prossimo sono a scadenza: c'è una clausola di uscita, una per me e una per il Napoli, a livello teorico potrebbe essere anche l'ultima». Sarri risponde così alla domanda sulla programmazione del club per i prossimi tre anni legata alla sua presenza in panchina: una risposta quella del tecnico che apre spazio agli interrogativi sulla sua permanenza futura. Innanzitutto un chiarimento su quella che è la sua posizione contrattuale, in questo momento è vincolato da contratto al Napoli ma a giugno 2018 c'è una via di fuga sia per la società che per lui, ovemai una delle parti dovesse decidere d'interrompere il rapporto. Il club azzurro dovrebbe versare circa un milione di euro per chiudere il discorso con il tecnico toscano, Sarri invece ne dovrebbe versare circa otto. 

Nel giorno in cui durante la presentazione di Insigne il presidente De Laurentiis ha sottolineato che sul contratto firmato da Lorenzo fino al 2022 non c'era l'esigenza di mettere una clausola rescissoria, il tecnico toscano ha rivelato per la prima volta in pubblico che sul suo contratto, rinnovato l'estate scorsa con raddoppio dell'ingaggio precedente (ora è di circa 1.4), invece ce ne è una fissata nel 2018: se non verrà fatta valere dalle parti l'accordo in automatico si prolungherebbe di altri due anni. E Sarri ha rimarcato che proprio in presenza di questa clausola è da considerare teoricamente un allenatore in scadenza e non con un contratto lungo, anche se poi ha ricordato che «i contratti mi interessano fino ad un certo punto visto che vengo dalla B e dalla C e sono stato a a scadenza per una vita». La precisazione sulla natura del contratto è una frase che lascia aperti tutti i possibili scenari futuri in relazione al matrimonio tra lui e il presidente De Laurentiis. «Da cosa dipende la mia permanenza? Non lo so, non ho idea, non ci penso. Che risposta dovrei dare, poi domani magari mi prendo a testate con Aurelio: io ho detto che lo scudetto non è programmabile ma noi abbiamo l'obbligo di credere in un sogno»

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