«Il Napoli? Farà meglio di noi
gli spagnoli non sono al top»

«Il Napoli? Farà meglio di noi gli spagnoli non sono al top»
di Fabio Jouakim
Mercoledì 15 Febbraio 2017, 10:31
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Fu uno dei protagonisti della notte del Bernabeu, spesa però in un ruolo differente da quello solito di centrale difensivo. Oggi Moreno Ferrario allena: al primo anno nella Primavera dello Spezia, è il «secondo» di Giampieretti (il settore giovanile dei liguri è diretto da un altro ex Napoli, Claudio Vinazzani). E non ha dimenticato quella partita al Bernabeu di trent’anni fa.

Il primo ricordo che affiora alla mente?
«Ovviamente che non c’era il pubblico. E poi io che facevo quasi il centrocampista: marcai Martin Vasquez. Anche se il Real era il Real, creammo due-tre occasioni da gol. Giordano di solito era un cecchino ma fallì, anche perché il campo non era un tappeto. Questo ci condizionò, nonostante tutto avevamo fatto una partita discreta».
Tante assenze quella sera e Maradona a mezzo servizio...
«Diego giocava quasi da marcatore su Chendo. Loro erano forti, noi pur avendo Maradona e una squadra importante non avevamo esperienza internazionale. Non era come adesso, con i gironi di Champions: io stesso avrei accumulato più esperienza. Allora invece si giocava a eliminazione diretta, facevi poche partite».
I protagonisti raccontano di grandi provocazioni contro gli azzurri, quella sera.
«Ricordo l’entrata in campo. Ci arrivò addosso di tutto, già nel sottopassaggio non si capiva nulla. Bruscolotti e Bagni reagirono, ma loro se lo potevano permettere di litigare... Si arrabbiavano tanto quando chi era più forte tentava pure di fare il furbo».
Percepivate che c’era sudditanza arbitrale nei confronti del Real?
«Sì, ma non credo che in quella partita incise l’operato dell’arbitro. La loro forza era indiscussa, la sudditanza arbitrale pure, ma al Bernabeu il rigore per loro c’era e l’autorete la facemmo noi. Il Real era una forza in casa, anche senza pubblico sugli spalti. Anche perché dall’esterno dello stadio si sentiva una baraonda assurda».
Qualcuno dei meno esperti aveva paura quella sera?
«Certo, il Bernabeu mette timore. Io non ero molto influenzabile, ma non posso dimenticare che quello stadio era una volta e mezza più grande di San Siro. Era impressionante. Ora che alleno, ci penso: inconsciamente anche mister Bianchi, per le tante assenze, cercò di provare a limitare i danni. Andò male: ma se avessimo sfruttato le nostre occasioni da gol, si sarebbe detto che Bianchi aveva azzeccato tutte le scelte».
Il Napoli può fare risultato a Madrid?
«Certe differenze rimangono ma credo che se l’andrà a giocare, come abbiamo fatto noi. E meglio di noi. Il Real non è al massimo della forma. Certo, se in difesa sbagli qualcosa come accade in Italia, ti puniscono. La loro difesa non impenetrabile? Zidane conosce l’Italia, non credo sia così sprovveduto da lasciare spazi al Napoli».
Meglio il tridente leggero o il rilancio di Milik?
«Io non cambierei. Me la giocherei con le certezze che ho». 
 

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