I cinque minuti del Napoli
più forti dei buu razzisti dei trogloditi

I cinque minuti del Napoli più forti dei buu razzisti dei trogloditi
di Anna Trieste
Giovedì 21 Settembre 2017, 10:12 - Ultimo agg. 11:22
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Quante cose si possono fare in cinque minuti? Cinque minuti sono un tempo brevissimo. In cinque minuti si può zuccherare il caffè ma solo se la macchinetta è quella piccola, da tre tazze. Si può scendere a buttare la spazzatura sotto casa ma solo se si scende col pigiama e nel palazzo ci sta l’ascensore. Si può mandare un messaggino al cellulare ma solo se è sintetico e non bisogna riflettere troppo sui congiuntivi. Si può portare a termine una performance non indimenticabile ma comunque onorevole e mediamente dignitosa tra le lenzuola. Quello che non si può fare sicuramente, in cinque minuti, è ribaltare e stravincere una partita difficilissima in trasferta con la Lazio. O almeno, questo è quello che si pensava fino a ieri sera perché poi il Napoli di Sarri l’ha fatto, ha ribaltato e stravinto in cinque minuti una partita difficilissima con la Lazio e andando oltre Einstein, Zenone e Parmenide il tecnico tosco-bagnolese ha dimostrato a tutti che il tempo non è affatto assoluto ma relativo e dipende sostanzialmente dalla velocità con cui i suoi calciatori decidono di schiattare tre palloni nella rezza alla Lazio. E così è stato. 
 

Sono bastati cinque minuti all’inizio del secondo tempo per permettere al Napoli di pareggiare, andare in vantaggio e poi scamazzare impietosamente gli avversari che in preda alla disperazione poi man mano si sono autoeliminati terminando la partita in dieci a tipo Survivors. Cinque minuti in cui, dopo un primo tempo di blackout, tutto è tornato magicamente al suo posto. Koulibaly che segna il gol del pareggio proprio nello stadio in cui viene sistematicamente ricoperto di buu razzisti da trogloditi travestiti da tifosi di calcio; Callejon che trasforma in rete un assist imperiale del redivivo Hamsik; Mertens che delizia tutti inventandosi un gol alla Maradona dirigendo nel sette un pallonetto che poi il portiere della Lazio, Strakosha, vedrà nella sua bellezza e interezza solo più tardi, a partita conclusa, quando sarà da solo davanti al replay nella sua stanzetta a chiedersi come cacchio ha fatto quel nanerottolo belga a calciare il pallone in quel modo. Poi il rigore conquistato da Zielinski e trasformato in rete (la quarta della serata) da Jorginho hanno messo fine a qualsiasi discussione. Insomma, se questi uagliuni sono capaci di fare stu ‘ppoco in cinque minuti chissà cosa potranno fare in un’intera stagione! 
 
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