Sì di Cairo, Maksimovic è del Napoli
è l'ultimo colpo del mercato azzurro

Sì di Cairo, Maksimovic è del Napoli è l'ultimo colpo del mercato azzurro
di Pino Taormina
Mercoledì 31 Agosto 2016, 11:07 - Ultimo agg. 16:25
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Cin cin. Alla fine, la resa di Urbano Cairo sembra sia arrivata. Non proprio incondizionata: per alzare bandiera bianca e dire di sì alla cessione al Napoli di Nikola Maksimovic il presidente del Torino ha ottenuto da De Laurentiis un profumatissimo assegno da 25 milioni di euro più uno di bonus. In pratica, quello del serbo - se dovesse andare in porto come ormai sembra sicuro - è il terzo acquisto più costoso della storia azzurra, dopo quello di Higuain e Milik. Mai per un difensore era stato speso tanto dal patron della Filmauro. È stata una specie di guerra di logoramento, o di trincea con tante piccole provocazioni, alla media di almeno una a settimana, in attesa che il nemico perdesse la testa e uscisse allo scoperto, per poi impallinarlo. Alla fine, viste le cifre dell’operazione il Toro sembra aver fatto un affarone. Ma il serbo era la pedina che Sarri invocava da tempo. Ed è stato accontentato. 
Il fortino del Torino ha resistito quasi 14 mesi perché i primi contatti per il difensore serbo tra Giuntoli e Petrachi risalgono al 3 luglio della scorsa estate. Ieri, verso le 12 l’sms del ds granata a quello azzurro: «Vediamoci». È il segnale che il direttore sportivo napoletano attendeva dalla sera prima, da quando - bluffando - aveva detto che non era più interessato a Maksimovic. Chiaro, una finta, una strategia. Che pare aver funzionato. Perché Cairo, che fino all’ultimo secondo ha sperato che i suoi intermediari inglesi gli portassero sul piatto una offerta per il serbo, ha dovuto prendere atto che né Chelsea né altri erano interessati al difensore centrale. A quel punto, per non restare col cerino in mano, per evitare di tenere fuori rosa il giocatore a causa anche della plateale rottura con Mihajlovic («Per me è un morto», ha detto il tecnico pochi giorni fa) ha deciso di fare dietrofront e di accettare l’offerta del Napoli che, di fatto, è stata una specie di aut aut consegnata proprio nella notte tra lunedì e martedì: 25 milioni più uno di bonus e nemmeno mezzo euro in più. Il Torino ne voleva invece 30. Una esagerazione. Con un’aggiunta: se il Toro vuole Valdifiori, ne dobbiamo discutere a parte per evitare confusioni.

Dopo il silenzio del mattino, ecco che Cairo dà il via libera alla chiusura dell’operazione. «Ok, accettiamo l’offerta del Napoli». Maksimovic, che da tempo ha un accordo col Napoli per un quinquennale da 1,8 milioni a stagione, riceve una chiamata da Ramadani e prepara il ritorno in Italia: se non ci saranno intoppi, già nel pomeriggio sarà a Roma per le visite mediche.

Il Napoli, però resta coi piedi per terra: già una volta, a gennaio, il dietrofront di Cairo è stato repentino e doloroso. Ed è per questo che Giuntoli ripete a Petrachi se deve considerare questa una risposta definitiva o no. Il braccio operativo di Cairo replica che ormai è tutto deciso: il Torino cede al Napoli Maksimovic. La telenovela è conclusa? Sì, questa volta sembra proprio di sì. Ma occhio ai colpi di scena.

E Valdifiori? Il Napoli decide di tenerlo fuori dall’operazione ma dà il via libera alla sua cessione. Capisce, infatti, che legare l’arrivo del serbo alla sua partenza sarebbe stata cosa assai rischiosa. L’agente dell’ex Empoli, Mario Giuffredi, incontra Petrachi e subito ci sono i primi intoppi: il giocatore vorrebbe essere ceduto a titolo definitivo mentre i granata e gli azzurri pensano a un prestito (500 mila euro) con obbligo di riscatto fissato tra un anno a 3,5 milioni. Valdifiori non gradisce la formula e dà appuntamento al Torino questa mattina. Mihajlovic in serata lo ha contattato per convincerlo. Ma anche se non dovesse andare in porto il trasferimento (l’intesa, alla fine, si troverà), Maksimovic al Napoli è affare praticamente concluso. 

Altra operazione definita è quella del ritorno all’Atalanta, in prestito per un anno, di Grassi che è stato prelevato a gennaio proprio dal club orobico.

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