Mertens & Co: quei fenomeni
che non vogliono fermarsi più

Mertens & Co: quei fenomeni che non vogliono fermarsi più
di Pino Taormina
Lunedì 18 Settembre 2017, 08:40 - Ultimo agg. 12:00
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Sembrava una belva a digiuno da giorni. Affamata. Braccata. Eppure nessuno segna come lui in questa ditta dal gol facile che si chiama Napoli. Ma quando al 90' l'arbitro ha indicato il dischetto, il «cattivissimo» Dries ha fissato gli occhi sull'orizzonte, ha stretto il pallone e quasi senza più espressione umana ha detto: «Tiro io». Tutti i 50mila del San Paolo intonano a gran voce il nome di «Marek» invitando il cannibale dalla faccia d'angelo a mollare la sfera al capitano ancora in cerca di se stesso, Jorginho prova ingenuamente a convincerlo a lasciare a lui la gioia della trasformazione. Ma la belva non vede nulla, si tappa le orecchie, mostra i canini, finge persino di non sentire le urla forsennate di Sarri e di tutta quelli in panchina che indicano di lasciare al capitano il penalty. No, l'osso non lo ha mollato. E ha fatto tripletta. Schizzando a quota 5 gol nella classifica dei cannonieri, all'inseguimento di Dybala. «Giusto che si sia sfamato», ha provato a rimediare Sarri a quella che è parsa una piccola insubordinazione nei confronti del tecnico. Nessuna lesa maestà ma Mertens è ormai un ingordo, un aguzzino, una specie di fossa delle Marianne che inabissa qualunque cosa capiti nel suo radar. Anche i compagni di squadra. D'altronde, si è legato al dito l'esclusione di mercoledì in Ucraina: perché quelli come lui non vorrebbero saltare neppure le partitelle nei giardinetti con gli amici, figurasi la Champions.

Il Benevento è spazzato via e per i sanniti il pomeriggio del San Paolo è come un film di Dario Argento dove l'assassino senza pietà ha il volto di Mertens. «Ci divertiamo», dice candidamente alla fine della partita con un briciolo di arroganza persino genuina. «Non ho sentito il mister che mi chiamava per dire dirmi di far calciare Hamsik», aggiunge ancora quasi a volerlo far credere per davvero.

L'attacco delle stelle arriva dopo quattro giornate a quota 15, il migliore della serie A (lo scorso anno era 12 dopo 4 giornate): al comando sono in tre a punteggio pieno ma poiché conta la differenza reti il +13 del Napoli vale il primo posto assoluto. «Il rigore? Dice Sarri che dobbiamo tirarli o io o Jorginho. L'altra volta l'ho fatto calciare a Jorginho perché in tribuna c'erano la mamma e la sorella. Non potevo lasciarglieli anche ieri col Benevento», dice rimettendo i puntini sulle i.
 

 

È la sua quarta tripletta col Napoli, dopo quelle al Bologna (due volte) e al Cagliari. Sono 19 i gol realizzati nel 2017, in questa sua annata delle meraviglie. Un «hat-trick» che gli consente di portare il pallone a casa. Con una firma particolare: quella di Jorginho. Perché i due, dopo la contesa per il rigore, poi si sono divertiti nel dopo gara a fare foto e a postarle sui propri profili social. «Giorgio» e «Ciro», infatti, si sono messi a giocare al lancio dei cubetti di ghiaccio, come due bambini. «Marò, che freddo». Quella di immergersi in una vasca con del ghiaccio (la crioterapia) è una delle mode del momento per recuperare dall'affaticamento muscolare, smaltire l'eventuale acido lattico e lenire il dolore.

Ma contro le streghe che somigliano più che altro a dei fantasmi vanno in gol anche le altre due stelle dell'attacco azzurro, ovvero Callejon e Insigne, entrambi al primo gol della loro stagione (sono otto i marcatori della rosa). Mertens racconta. «Sappiamo che possiamo fare male a ogni avversario, e sappiamo anche che mercoledì in Champions, con lo Shakhtar, abbiamo sbagliato senza riuscire a fare il nostro gioco come altre volte. Però è un peccato, perché comunque avremmo potuto fare il 2-2». Inizia ad avere qualche perplessità. «Ma il punto è che le altre squadre cominciano a conoscerci, a studiare il nostro gioco e a trovare il modo per non farcelo esprimere come sappiamo fare. Con il Benevento abbiamo dimostrato che siamo una squadra forte», dice ancora Mertens.
Una grinta genuina, non c'è che dire. Con i sottotitoli finali che servono a far capire un po' di cose. «La mia tripletta una risposta a ai gol segnati da Dybala? È uno stimolo per me ma io devo giocare bene per la squadra ed aiutare, vinciamo insieme e perdiamo insieme, questa è la cosa più importante di tutte». Sarà, ma per il modo con cui, poco generosamente, non ha lasciato il rigore a un altro compagno, sembra far capire che il mestiere di goleador gli deve davvero piacere un sacco, al belga-napoletano. «La lotta per lo scudetto con Inter e Juve? Il campionato è lungo, stanno facendo bene anche loro», liquida il tema. «Hamsik in difficoltà? È stato solo sfortunato in queste ultime partite, sappiamo il suo valore».

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