Morata-Higuain. Lezione di stile al campione ingrato

Morata-Higuain. Lezione di stile al campione ingrato
di Francesco De Luca
Venerdì 16 Settembre 2016, 09:05 - Ultimo agg. 14:32
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I destini di Alvaro Morata e Gonzalo Higuain stavano per intrecciarsi a fine luglio, quando la Juve prese l’argentino dal Napoli. Lo spagnolo, riscattato dal Real Madrid dopo le due stagioni in bianconero (27 gol in 93 partite), era uno dei bomber nel mirino di De Laurentiis. L’altra sera, dopo aver segnato il gol della vittoria nel sofferto debutto dei campioni d’Europa, l’ex juventino ha confermato il contatto col club azzurro ma ha aggiunto: «Non avrei accettato per orgoglio e per rispetto nei confronti della Juve». 

E a Higuain saranno fischiate le orecchie negli spogliatoi dello Juventus Stadium dopo il deludente debutto contro il Siviglia. Perché lui, di rispetto nei confronti del Napoli, non ne ha avuto.

Madrileno e madridista, Morata conosce il significato di quella parola: rispetto. Ne ebbe per il Real nella primavera 2015, quando indossava la maglia della Juve e segnò i gol nelle due sfide che avrebbero spalancato le porte della finale Champions alla squadra di Allegri. Non esultò e non fu ipocrisia. Se Higuain segnasse contro il Napoli nelle prossime sfide di campionato (o di Champions, perché no?), magari non esulterebbe. Perché ormai così fan tutti, chissà con quanta sincera convinzione. A gennaio si aprì un caso per un presunto gesto di scuse del granata Quagliarella ai suoi ex tifosi del Napoli al San Paolo: s'infuriò la curva del Torino e l'attaccante di Castellammare di Stabia fu costretto a un pubblico chiarimento. Il Pipita ha inviato qualche messaggio affettuoso ai napoletani, chiarendo di essere stato bene in questa società e in questa squadra. Ma è andato via, pur sapendo che la Juve era e sarà la prima rivale per quegli azzurri di cui egli è stato l'alfiere nella scorsa stagione, quando sembrava possibile sottrarre lo scudetto ai bianconeri.

Morata non se la sarebbe sentita di giocare ancora in Italia. «Per orgoglio e per rispetto». Sperava di restare a Torino dopo aver vinto due scudetti, invece il Real ha fatto scattare il cosiddetto diritto di recompra versando 30 milioni nelle casse della Juve e riportando l'attaccante a Madrid. Dove lo spazio è quello che è e infatti l'altra sera il tecnico Zidane gli ha concesso gli ultimi venticinque minuti: uno spezzone e un gol, pesantissimo. Nella stessa serata è andata male a Higuain, che si è fermato alla traversa. Capita, non tutte le partite possono essere perfette e la dimensione europea non è quella italiana, in cui la Juve è obbligata a stravincere dopo un'estate di grandi colpi.
Anche un drago del mercato come Mino Raiola ha detto che la cessione di Higuain a 90 milioni è stata un'operazione eccellente, aggiungendo che i 33 spesi per Milik potevano sembrare tanti due mesi fa, non ora, dopo le doppiette al Milan e alla Dinamo Kiev. Il Napoli prova a cancellare l'ingombrante ricordo di Higuain concentrandosi sul presente, sulla bellezza del suo calcio e sulla qualità dei suoi nuovi giocatori. 
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