Napoli, l'elogio del soldato Allan:
il gregario conta più dei grandi nomi

Napoli, l'elogio del soldato Allan: il gregario conta più dei grandi nomi
di Roberto Ventre
Giovedì 19 Ottobre 2017, 11:15
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Il gregario che brilla tra le stelle: il mediano che corre per tre, recupera palloni su palloni e non si ferma un attimo. Allan in questo momento nel Napoli è indispensabile più di Mertens, Hamsik e Insigne, più di Callejon, più di qualunque altro. Il suo ingresso a Manchester ha rimesso in corsa gli azzurri, fino a quel momento sballottati a destra e sinistra dal City di Guardiola, in un palleggio senza sbavature: la svolta è arrivata con la sua presenza tignosa e decisa. Una sorta di radiosveglia che ha dato la scossa a tutti, soprattutto a centrocampo dove fino a quel momento il City aveva dominato.

Il mediano di ferro in una squadra di qualità, il Bagni del primo scudetto azzurro o il Gattuso dei trionfi del Milan e dell'Italia che alzò la Coppa del mondo nel 2006 a Berlino. Questo è Allan per il Napoli, come lo è Fernadinho per il City e Casemiro per il Real Madrid. Il calcio non è solo qualità ma anche e soprattutto sostanza e per vincere ci vogliono giocatori alla Allan, quelli che non mollano mai anche di fronte alle difficoltà. Un campo di calcio è un po' la metafora della vita: quando il vento soffia forte contro devi avere la forza di reagire, far passare la burrasca e riprendere la navigazione. Ecco, il brasiliano è quello che non si abbatte nei momenti complicati, anzi moltiplica le forze e trascina i compagni, invoglia tutti a crederci sempre e comunque. Il più in forma, più che mai insostituibile in questa fase: la sua assenza infatti si è avvertita pesantemente a Manchester. Al Napoli è mancata proprio la capacità di fare filtro a centrocampo, di arginare le folate del City, di piazzare una barriera per fronteggiare al meglio le giocate a tutta velocità dei giocolieri di Guardiola.

Il segnale della riscossa è arrivato proprio da lui con i primi contrasti vinti, i primi palloni contesi con forza e determinazione agli avversari, un leone. Nella partita delle stelle all'Etihad Stadium, nella sfida dei sogni tra Guardiola e Sarri, nel confronto tra i due 4-3-3 tra i più spettacolari in giro per l'Europa emerge il dinamismo di Allan, quello che in quanto ad agonismo non è secondo a nessuno. Una furia, appena entrato al posto dell'infortunato Insigne, si è lanciato sul pallone con la stessa voracità di un predatore all'inseguimento della sua preda. Fa la voce grossa su Delph e Fernandinho, ripristina l'ordine a centrocampo, gioca a petto in fuori e dà coraggio al Napoli: 35 minuti di altissimo livello, il migliore in campo, la dimostrazione lampante che anche partendo dalla panchina si può diventare un assoluto protagonista. Allan riesce a fare la differenza proprio per la sua grande umiltà, uno di quelli che ha fatto la gavetta e ha fame e voglia di emergere come il primo giorno. Il brasiliano è già pronto mentalmente alla supersfida con l'Inter: sabato sera al San Paolo si gioca una sfida scudetto e ci sarà bisogno della sua grande intensità agonistica. «Abbiamo un centrocampo molto competitivo con giocatori di qualità e stiamo lavorando per raggiungere un livello sempre più alto. Vogliamo disputare una grande stagione e c'è tanto entusiasmo nel gruppo: lo scudetto è un sogno di tutti».

Terzo anno a Napoli, si avvicina alle cento presenze, ne mancano soltanto cinque. Arrivò con Sarri ed è cresciuto con il tecnico toscano, un miglioramento costante giorno dopo giorno con un rendimento molto elevato in questa stagione, sia in campionato che in Champions League. Prestazioni di spessore e il sogno di poter entrare a far parte del Brasile tornato imbattibile come un tempo e qualificato a pieni voti per Russia 2018. Il ct verdeoro Tite lo segue, come segue Jorginho, l'altro azzurro in odore di convocazione: anche il Brasile dei giocolieri ha bisogno di gregari, di giocatori che corrono per sé e per gli altri come Allan.

Dopo gli anni di Udine, le prestazioni tutto cuore il passaggio al Napoli, la trattativa tra i due club, la firma sul contratto e l'arrivo a Dimaro con i nuovi compagni che avevano già cominciato la preparazione: luglio 2015, il laboratorio Sarri che cominciava a formarsi in Trentino. Allan si lanciò subito con grande entusiasmo nel nuovo progetto ed entrò in sintonia con l'allenatore e il nuovo gruppo di lavoro. Già grande protagonista il primo anno in maglia azzurra, il sogno scudetto vissuto a lungo fino al ko di Torino contro la Juventus, poi la Champions League messa al sicuro all'ultima giornata con il successo sul Frosinone al San Paolo. Una leggera flessione nel secondo anno, adesso il brasiliano è tornato quello della prima stagione, anzi sta facendo addirittura meglio: in campo con gli occhi della tigre, questo il suo spirito. Un combattente nato, uno che ha dovuto sempre sgomitare per farsi largo nel mondo del calcio, un lottatore: Allan ha guidato il Napoli alla reazione nella notte dell'Etihad. Non è bastato per raggiungere il pareggio ma dà coraggio per la sfida del primo novembre al San Paolo, quella da non poter fallire per la qualificazione agli ottavi di Champions.
 
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