Napoli, attacco da record:
sorpassate Juve e Roma

Napoli, attacco da record: sorpassate Juve e Roma
di Roberto Ventre
Lunedì 19 Dicembre 2016, 10:30
3 Minuti di Lettura
La cooperativa del gol è la più bella vittoria di Sarri. Il pokerissimo al Torino rende i numeri del Napoli da record dopo 17 partite: 37 reti, il reparto offensivo più forte del campionato. Sei in più dell’anno scorso, il migliore attacco della storia a questo punto della stagione, come nel 1957-‘58.

Non c’è più un finalizzatore principe come Higuain e adesso le reti sono distribuite in maniera più equa tra gli attaccanti: Mertens ora è il prim’attore con dieci reti, un balzo in avanti in un colpo solo quello del belga. Poi Callejon che di reti ne ha segnate sette, quindi Insigne a quattro gol, stessa quota raggiunta da Milik nella prima parte di stagione, prima della rottura del legamento crociato del ginocchio. Gabbiadini invece ha segnato una sola volta. In totale, quindi, l’apporto degli attaccanti è stato di 26 reti su 37: gli altri undici gol sono stati suddivisi tra Hamsik (5 gol), Chriches e Zielinski 2 a testa, e Maksimovic e Koulibaly (una rete a testa).

La varietà degli schemi offensivi consente agli azzurri di arrivare in modi diversi al gol e in questo senso la squadra è più imprevedibile dell’anno scorso quando dopo 17 partite le reti messe a segno dagli azzurri furono 31 e gran parte del contributo fu quello di Higuain che ne segnò 16 (più della metà), poi Insigne a 7, Allan a 3, Hamsik a 2, uno di Gabbiadini e Mertens, più un autogol. L’anno scorso, quindi, il gioco convergeva su un finalizzatore, adesso invece arrivano un po’ tutti alla conclusione e infatti è maggiore il contributo in fase realizzativa di tutti gli interpreti. Nessuno come il Napoli in serie A capace di segnare dieci gol in due partite e di piazzare due pokerissimi consecutivi. Gli azzurri hanno segnato una rete in più rispetto a Juve e Roma (36 reti), poi il Torino che con le tre reti al San Paolo è a 35 gol. Attacco esplosivo, quindi, nonostante la mancanza di un vero e proprio centravanti dopo la partenza di Higuain e l’infortunio di Milik. Sarri in attesa del colpo di gennaio e cioè dell’arrivo di Pavoletti è riuscito a tirare fuori il meglio da quelli che ha in organico nonostante l’involuzione di Gabbiadini che in questi quattro mesi ha avuto grandi difficoltà in fase realizzativa. Il calcio spettacolo del tecnico toscano sta esaltando le qualità dei singoli, Dries Mertens è riuscito a uguagliare il record in campionato di Savoldi, 39 anni dopo le quattro reti di Beppe-gol nel 5-0 al Foggia al San Paolo. Sbriciolati record su record con Sarri in panchina: il gioco imperniato sul possesso palla lungo ed efficace infatti produce sempre un numero alto di palle gol soprattutto quando viene fatto a tutta velocità. Contro il Torino la partita in fotocopia di Cagliari: cinque reti e tante altre chances per arrotondare ulteriormente il punteggio soprattutto nella ripresa quando più volte gli azzurri sono arrivati a tu per tu con Hart.

La fase offensiva è diventata nuovamente devastante nelle ultime tre giornate di campionato caratterizzate da tredici gol (tre all’Inter e cinque a Torino e Cagliari), cioè da una media di quattro gol a partita. Azzurri in gol anche contro l’Udinese (2 reti) e il Sassuolo (1 gol): due reti anche nella trasferta di Champions a Lisbona contro il Benfica, dove fu ancora grande protagonista Mertens che subentrò nella ripresa a Gabbiadini e fornì l’assist del vantaggio a Callejon e segnò la rete del raddoppio.

Napoli travolgente soprattutto al San Paolo, sempre in gol in questo campionato: solo due volte all’asciutto fuori casa contro Genoa (0-0) e Atalanta (1-0). In Champions in sei partite solo una partita senza reti, quella al San Paolo contro la Dinamo Kiev: negli altri cinque match gli azzurri hanno segnato 11 gol, sei al San Paolo (quattro al Benfica e due al Besiktas) e cinque fuori (due alla Dinamo Kiev e al Benfica e uno al Besiktas).
© RIPRODUZIONE RISERVATA