Il punticino di Pescara-Napoli,
da requiem a tarantella con i cambi

Il punticino di Pescara-Napoli, da requiem a tarantella con i cambi
di Anna Trieste
Lunedì 22 Agosto 2016, 10:09 - Ultimo agg. 10:38
2 Minuti di Lettura
Diciamoci la verità: per come si erano messe le cose nei primi minuti di gioco, l'esordio del Napoli in campionato rischiava di diventare come quello di una giovane fanciulla dell'aristocrazia viennese che si presenta al celebre ballo delle debuttanti con le cazette tutte sfilate e la maglia sporca di ragù ma fortunatamente, un poco l'ingresso in campo di Ciro Molotov Mertens e un poco la fine delle crisi isteriche di Koulibaly, la barca (non quella dove De Laurentiis sta trascorrendo le vacanze bensì quella messa in campo da mister Sarri) si è raddrizzata e a botta di fischi e pernacchi, dalla sudata e sofferta trasferta di Pescara almeno un punticino a casa l'ha portato. Del resto Sarri l'aveva detto che non sarebbe stata una passeggiata. Quello che non aveva detto è che, complice la contestuale contemporaneità con la chiusura dei Giochi Olimpici di Rio, per gli azzurri la prima di campionato sarebbe stata una vera e propria via crucis, con i calciatori in preda a crisi di identità sportiva: Insigne impegnato nel tiro a giro/a segno a vanvera; Koulibaly intento a correre non si sa bene dove pur di raggiungere e eventualmente superare il record di Bolt nei 100 metri invece di marcare prima Benali e poi Caprari (autori delle due reti pescaresi); Gabbiadini intento a studiare il regolamento del curling invece di andare a prendersi qualche caspita di pallone a centrocampo e Valdifiori attivissimo nella partita di tennis da tavolo evidentemente in corso a casa sua.

Grazie a Dio, però, a un certo punto Sarri si è ricordato che tra un tentativo di abboccamento con Diawara e l'ennesimo palo in fronte rimediato da Cairo e Maksimovic, Giuntoli almeno un nuovo acquisto l'ha finalizzato e dunque, con Ciro Mertens, ha messo in campo pure Milik. E da lì la musica è cambiata, trasformando la messa da requiem del primo tempo in una tarantella indemoniata. Due gol (di cui uno, il primo, bellissimo) in meno di tre minuti: una capacità di fare centro così, a freddo, che manco Robin Hood e Rocco Siffredi messi assieme. Questo è Ciro Mertens, il cui ingresso in campo ha dimostrato una volta di più che a parità di altezza talvolta è la cazzimma a fare la differenza. Poi, vabbe', lascia che per un calcio in faccia a Zielinski in area prima ti danno un rigore e poi te lo tolgono però tu almeno ci hai provato. E se non ci provi alla prima di campionato quando ci vuoi provare?
© RIPRODUZIONE RISERVATA