Gabbiadini, un altro flop
È al capolinea in azzurro

Gabbiadini, un altro flop È al capolinea in azzurro
di Pino Taormina
Martedì 29 Novembre 2016, 09:30 - Ultimo agg. 14:51
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Essere Manolo Gabbiadini è un bel problema, di questi tempi. Lo impallinano gran parte dei tifosi e la critica, mai così d’accordo a manifestargli la totale disistima. Neppure col Sassuolo riesce a sbloccarsi: lo inchiodano la sua prestazione, il vuoto pneumatico di idee, le gambe che sembrano non rispondere mai, la personalita (come minimo) incerta. È un altro flop, per il ragazzo bergamasco che non fa gol in campionato da 64 giorni e che fino ad adesso di reti ne ha fatto appena due (compreso il rigore in Champions con il Besiktas).

Ieri ha fatto davvero poco per poter uscire da questo incubo: le voci di mercato che vogliono il Napoli in pressing disperato su Zaza e Pavoletti hanno su di lui l’effetto devastante di farlo precipitare ancor di più nell’oblio. Povero Manolo, ormai al capolinea nella sua avventura in azzurro: ieri col Sassuolo, tra Acerbi e Paolo Cannavaro, è rimasto stritolato in una morsa perdifiato. Prova una semirovesciata, poi fa ripartire Hamsik, poi risale fin quasi alla metà campo per rendersi utile alla squadra. Niente. Fa di tutto per far capire che c’è anche lui. O meglio, ci sarebbe anche lui. Ma non c’è nulla da fare: abbandonato al suo destino di artista incompreso, la gente non fa altro che sostenerlo, minuto dopo minuto. La sfiducia di Sarri gli scorre nelle vene, è stata percepita e senza dubbio si riverbera nella prestazione.
Eppure gli alibi sono pochi: vero, non gli piace stare là al centro del tridente, ma ieri con il Sassuolo senza un bel po’ di titolari, bastava avere in avanti un attaccante che potesse mordere il campo e gli avversari e non certo questo ragazzo tenerello. 

Al momento del cambio, al solito minuto 65, il suo volto non nasconde l’amarezza e il disagio per l’ennesima partita senza fare gol. Era dal 15 ottobre, con la Roma, che non era titolare. Prima la squalifica, poi l’affaticamento, poi le scelte tecniche: per Sarri c’è sempre stato un buon motivo per non farlo giocare dall’inizio. Manolo dovrebbe essere il prolungamento della squadra, ma è quasi sempre assente, non castiga mai. Gabbiadini non annusa il gol, non partecipa alla partita, non si connette quasi mai al resto della squadra: fa fatica a consumare le emozioni, non si esprime quasi mai con passione e non meraviglia, dunque, che sia stato titolare appena 6 volte in campionato.
Ed è per questo che il ds Giuntoli non può perdere altro tempo alla ricerca di un’altra punta. Magari andrà come deve andare, ovvero che Milik sarà pronto a rientrare a tempo di record, magari già alla prima del girone di ritorno con il Pescara: ma a questo Napoli serve un’altra prima punta perché Gabbiadini non lo è. Ed è inutile, dopo una serata del genere, insistere: in qualunque modo è nata la decisione questa estate di puntare su Manolo come alternativa a Milik, è stata un errore. Che a gennaio costerà almeno 20-25 milioni: ora c’è attesa per la risposta del West Ham, perché Zaza è prima scelta assoluta. Poi ci sono tutti gli altri: la pista Pavoletti al momento non decolla, anche se i contatti con il Genoa sono frequenti. C’è pure Defrel. l’uomo che ieri sera ha castigato Reina, nella lista dei papabili, ma a gennaio i sogni molto spesso rischiano di restare dei desideri. Ma ieri sera si è tirato fuori: «Il mio futuro? Lo deciderò a giugno, adesso voglio solo pensare a uscire da questo momento difficile con il Sassuolo».
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