Napoli-Dinamo Kiev,
il dubbio ​sul bicchiere pieno

Napoli-Dinamo Kiev, il dubbio sul bicchiere pieno
di Anna Trieste
Giovedì 24 Novembre 2016, 09:16 - Ultimo agg. 09:52
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Se Artur Schopenauer fosse stato tifoso del Napoli non solo non avrebbe fatto in tempo a sviluppare la propria teoria sul pessimismo visto che tra una partita di campionato e una di Champions avrebbe mollato la filosofia per darsi all'alcolismo spinto ma se in particolare avesse visto il match di ieri con la Dinamo Kiev la sua teoria del pendolo che oscilla tra la noia e il dolore sarebbe immediatamente cambiata in «La vita è un pendolo che oscilla tra una sciuliata di Insigne e un tiro fuori area di Mertens».

Definire noiosa la partita di ieri del Napoli, infatti, sarebbe un'offesa alla noia, un sentimento e uno stato d'animo che comunque nei secoli è stato foriero di grandi ispirazioni per artisti e poeti. Dal pareggio insipido di ieri, invece, altro che capolavoro in versi. Baudelaire al massimo avrebbe tratto l'ispirazione per andarsi a tuffare a cufaniello nel vino. Novanta minuti di uallera alla pizzaiola, in cui i momenti più entusiasmanti sono stati, nell'ordine, sostanzialmente i seguenti: l'ammonizione di un giocatore ucraino che ha costretto l'arbitro a fischiare e dunque per tale via a svegliare e far sobbalzare i tifosi appisolati allo stadio; la scivolata in area a petto di palumbo di Insigne quasi solo davanti alla porta; la caduta di un venditore di Borghetti nmiez e scale; il fischio di inizio del secondo tempo; il trambusto sulla panchina del Napoli per l'ingresso di Gabbiadini; l'ingresso giustappunto di Gabbiadini; un tiro in porta di Hamsik di fronte al quale, nonostante la parata del Reina ucraino, il pubblico si è comunque esaltato tantissimo perché dopo 66 minuti di dormita collettiva quasi non si credeva ai propri occhi.

Il tutto con la consapevolezza che avendo dall'altra parte pareggiato Benfica e Besiktas il percorso del Napoli in Champions, iniziato come una passeggiata a Mergellina, si è trasformato inesorabilmente in una specie di pellegrinaggio a Montevergine. C'è di buono però che nessuno dei nostri difensori ha regalato palla agli avversari e che, soprattutto, non abbiamo preso gol. E il rischio era tutt'altro che peregrino visto che in campo i più svegli erano il guardalinee che segnalava i fuorigioco di Insigne e uno che passava di là che evidentemente aveva sbagliato strada per la tangenziale. Insomma, perché vedere il bicchiere mezzo vuoto quando possiamo vederlo mezzo pieno e, soprattutto, continuare a riempirlo per cercare di dimenticare al più presto sta partita e mmerd?
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