Napoli. Muro Koulibaly, l'incoronazione di Maradona: «È il numero uno»

Napoli. Muro Koulibaly, l'incoronazione di Maradona: «È il numero uno»
di Angelo Rossi
Mercoledì 27 Aprile 2016, 09:55
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The wall ha retto anche l'urto dell'incoronazione del più grande. Maradona da Dubai l'ha innalzato sul piedistallo: «Koulibaly è la sorpresa dell'anno, il miglior giocatore del campionato». Il ragazzone di Saint-Diè-des-Vosges, nord-est della Francia, avrebbe voluto festeggiare diversamente il partitone dell'Olimpico. Invece mastica amaro nel giorno in cui il secondo posto diventa a rischio. Gli fa comunque compagnia, oltre al rammarico, la certezza di aver timbrato una stagione esaltante: valore di mercato triplicato, pedina fissa nello scacchiere di Sarri e nella nazionale senegalese, gli occhi addosso di prestigiosi club europei.Il Napoli lo ha acquistato nell'estate del 2014, era nel mirino dello scouting già dall'anno precedente: il suo nome venne fuori dal metodo di selezione ideato da Marco Zunino. Piacque subito a Benitez, che parla spagnolo, inglese e italiano. Ma non il francese. Per farsi capire da Koulibaly, nel primo giorno dedicato alla tattica, Rafa adoperò posate e bicchieri su una tavola imbandita per spiegargli i movimenti della linea difensiva a quattro: «Il ragazzo sa ascoltare e apprende in fretta. È una garanzia per il futuro». 

Una sentenza.Rafa ci ha lasciato in dote questo gigante, diventato in breve punto di riferimento della difesa. Una crescita impressionante: the wall inizia nella serie D francese ad appena sedici anni, prima di trasferirsi al Metz per due stagioni. Lo adocchia il Genk che gli offre l'irrinunciabile possibilità di trasferirsi nella massima serie belga: costò poco più di un milione di euro. Poi il Napoli, il sogno italiano: sei milioni e mezzo per arrivare in azzurro, contratto con scadenza nel 2019, ingaggio di 800mila euro a stagione.Il difensore ha numeri pazzeschi: in ogni partita entra circa in 20 azioni difensive (compresi i tackle, i tiri deviati, i passaggi intercettati, gli anticipi e i colpi di testa), commettendo 6,2 potenziali errori per gara. Ha scalato in fretta le gerarchie dello spogliatoio, parla poco ma non a sproposito, di lui dicono che sia una persona molto umile. Il motto calcistico di Kalidou: «Nel calcio la cosa più importante è il rispetto dei compagni e degli avversari. Te lo devi guadagnare sul campo». Nelle classifiche di rendimento è tra i top del campionato italiano. Oggi vale non meno di venti milioni e le sue prestazioni non sono passate inosservate agli occhi dei talent-scout europei. «Se fosse bianco giocherebbe nel Barcellona o nel Real Madrid» ha detto Diego. 

Un complimento, certo, ma nemmeno troppo distante dal vero. Il Barça ha preso informazioni ed è finito sul taccuino degli inglesi: il Manchester United e l'Arsenal lo corteggiano. Il Napoli lo sa bene e vorrebbe rinnovare a queste condizioni: prolungamento fino al 2021, ingaggio raddoppiato. 
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