Napoli, vittoria da scudetto:
perché Sarri ha in mano una fuoriserie

Napoli, vittoria da scudetto: perché Sarri ha in mano una fuoriserie
di Francesco De Luca
Giovedì 21 Settembre 2017, 09:47 - Ultimo agg. 14:25
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Cos’è questo prodigio azzurro? È la migliore squadra d’Italia questo Napoli che non conosce limiti ed è spietato con gli avversari. Ha polverizzato la Lazio in cinque minuti, colpendola anche negli ultimi secondi: quando all’Olimpico erano rimasti quasi solo tifosi azzurri, ha segnato anche Jorginho su rigore. I quattro gol agli emergenti biancocelesti confermano che la bellezza del Napoli non è fatua: la sua concretezza annichilisce gli avversari. E poi c’è la magia di un giocatore come Mertens, che ha segnato alla Lazio un gol alla Maradona: lo ammetterà anche Diego. 
 

 

La partenza è stata complicata, come nelle partite con Atalanta e Bologna. Il Napoli ha subito il gioco della Lazio e il suo gol, scaturito da un'invenzione di Immobile finalizzata da De Vrij: fermi in area tre difensori e mano molle di Reina. Ma la squadra di Inzaghi non ha messo all'angolo gli azzurri, anzi il primo tempo è stato su un piano di equilibrio, considerando il palo colpito da Hamsik. Semplicemente, i giocolieri di Sarri hanno tardato ad entrare in partita e a far cominciare lo show, lasciando uno spazio eccessivo a Immobile, Luis Alberto e Milinkovic Savic.

Inzaghi ha avuto un doppio colpo di sfortuna perché ha perso nel trio di difesa prima Bastos e poi De Vrij. Un handicap notevole, ma non è stato questo che ha fatto smarrire la Lazio. È stato piuttosto quell'inizio di ripresa devastante da parte del Napoli. Agli azzurri sono venuti i cinque minuti e hanno colpito con violenza, come era accaduto pochi giorni prima nel derby col Benevento. La luce che emana il Napoli è abbagliante anche per una squadra di livello superiore come è la Lazio che aveva strappato la Supercoppa alla Juve e aveva umiliato il Milan. 
 

Mertens, che sembrava in letargo, si è svegliato e ha regalato alla platea una magia, quel magnifico pallonetto, invitando con un gesto tutti a brindare per quella prodezza degna del fuoriclasse che è. Ma è stato anche un altro gol, quello del pareggio, ad avere avuto un significato particolare. L'ispiratore della rimonta è stato Koulibaly, che avrà ripensato, quando ha scaraventato il pallone alle spalle di Strakosha, a cosa accadde nel febbraio 2015 all'Olimpico, quando la partita con la Lazio venne sospesa per quei vergognosi ululati degli ultrà biancazzurri. Le belle rivincite sono queste.

La Lazio - ben messa in campo per un tempo ma non ben preparata perché tre giocatori sono usciti per infortuni muscolari: gli ultimi 17' in dieci per esaurimento di uomini - si è spenta al terzo gol, mentre il Napoli ribadiva il grado di maturità che gli ha consentito di gestire il vantaggio, quei tre gol segnati in una manciata di minuti con un ribaltone che è in grado di fare soltanto una grande squadra. Che ai suoi avversari ha concesso un tempo, ma li ha poi afferrati e piegati, così come aveva fatto nello scorso campionato. Il primo importante test è stato superato, il Napoli procede sparato con la forza dei gol e del gioco, della personalità e del talento. Il rallentamento dell'Inter mette gli azzurri alla pari della Juve. La vera grande sfida per lo scudetto è ripartita.

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