Napoli all'esame di maturità:
Sarri sceglie gli undici titolarissimi

Napoli all'esame di maturità: Sarri sceglie gli undici titolarissimi
di Pino Taormina
Mercoledì 20 Settembre 2017, 09:41
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C'è il blocco, c'è il plotone, c'è il gruppo dei prescelti. C'è, per così dire, la squadra d'assalto di Sarri, il corpo speciale e tattico che stasera all'Olimpico andrà in campo contro la Lazio. Un cambio al massimo, ma forse neppure quello. Al diavolo il turnover, per questo c'è tempo in abbondanza. Perché adesso, a inizio stagione, più che i minuti nelle gambe conta soprattutto un concetto: Sarri vuole un gruppo di fedelissimi ed è ciò che pensa di avere. Ed è quello che metterà in campo contro la squadra di Simone Inzaghi. 

Domenica il Napoli ha fatto a pezzi il Benevento e ha riempito gli occhi. Non è chiaro quale parentela possa esistere tra questa macchina assassina, a punteggio pieno dopo quattro giornate di serie A e la sventurata banda capace di perdere (male) tre giorni prima in Ucraina nella gara di esordio in Champions. Sarri vorrebbe una risposta a questo dilemma nel primo big match del campionato e non è convinto che la sola assenza di Mertens dal primo minuto con lo Shakthar giustifichi la metamorfosi. La serata di Charkiv ha fatto emergere come questa squadra abbia nel Dna spaventosi alti e bassi e il test contro i biancocelesti, quarti in classifica, è davvero interessante. 
 
 
 

Non sente aria di esami, l'allenatore del Napoli, ci mancherebbe. La sfida dell'Olimpico è al massimo un esame di laurea per saperne di più della giovane Lazio che insegue le tre regine a quota 10 punti: l'impressione è che, per l'appunto, l'incrocio per Immobile e soci sia come una visita dal pediatra. La creatura di Lotito ha le ossa forti per affrontare una delle regine della serie A e per dare filo da torcere alle migliori?

Nelle prime quattro partite del campionato, in realtà, il Napoli non ha mai affrontato un centrocampo con tanta qualità come quello dei laziali. Ed è importante che Hamsik e soci riescano a conservare il possesso palla che ha caratterizzato le uscite precedenti. Basta, Parolo, Leiva e Lulic sono in forma discreta e tra le preoccupazioni principali di Sarri c'è quella di arginare le loro ripartenze: davanti ai quattro del centrocampo, c'è una rampa di classe (Luis Alberto e Savic) e un razzo di nome Immobile. Ed è per questo che l'allenatore di Figline nel parlare del match con la sua squadra è stato chiaro: all'Olimpico sbagliare l'approccio sarebbe fatale. Esattamente come lo è stato nella notte di Champions. 

Tutto ciò significa, quindi, che gli attaccanti azzurri non dovranno dimenticare il primo pressing per impedire che le ripartenze laziali sgorghino troppo veloci, sorprendendo magari la retroguardia azzurra. Ieri mattina, ancora una volta, Sarri ha mostrato alla squadra alcune situazioni che si sono verificate in occasione della straripante vittoria della Lazio contro il Milan. E ha avvertito i suoi sulle insidie legate anche all'entusiasmo con cui i padroni di casa arrivano a quello che tanto ha il sapore, inatteso, dello scontro diretto. 
 

Il Napoli approda a questa sfida in una gragnuola di pareri, parole, elogi, critiche e omissioni: all'Olimpico, dove non perde da cinque anni e mezzo (4 vittorie e un pareggio) il Napoli sarà seguito da almeno cinquemila tifosi, col settore ospiti riaperto per la prima volta ai residenti in Campania dopo 3 anni. Non male per essere un turno infrasettimanale. Difficile riuscire a fare un conto esatto, perché la presenza di napoletani trapiantati a Roma non consente di quantificare in anticipo. È dall'aprile del 2012 che il Napoli non perde in casa della Lazio. Ma la gara di questa sera mette nel mirino degli azzurri anche un altro record che risale all'era di Maradona: l'ultima volta che gli azzurri hanno vinto le prime cinque giornate in serie A era nella stagione 1987/88. Esattamente 30 anni fa. Vincere all'Olimpico può consentire anche di allungare la striscia di vittorie consecutive in campionato (siamo a quota nove, è record anche questo) e di imbattibilità perché il Napoli non perde da 17 partite consecutive (15 vittorie e due pareggi) e l'ultimo ko esterno in serie A risale a 11 mesi fa, a Torino contro la Juventus (2-1, il 29 ottobre 2016).

C'è Damato ad arbitrare. E Sarri non deve aver fatto salti di gioia particolari: a Reggio Emilia, lo scorso aprile, si accanì pesantemente col fischietto di Barletta colpevole di non aver dato un rigore a Mertens dopo un altro rigore negato a Marassi cinque mesi prima. Il silenzio stampa, dicono, sia finito, ma neppure ieri Sarri ha parlato alla vigilia di una partita di campionato, unico tra i suoi colleghi di serie A a non farlo. 
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