Napoli, il primato del bel gioco:
ecco le mosse giuste per lo scudetto

Napoli, il primato del bel gioco: ecco le mosse giuste per lo scudetto
di Francesco De Luca
Lunedì 22 Maggio 2017, 08:08 - Ultimo agg. 14:22
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La Juve ha festeggiato con una partita d’anticipo lo scudetto numero 33, il sesto consecutivo. È finito l’inseguimento in cui Roma e Napoli avevano relativamente creduto perché i cedimenti dei bianconeri sono stati rarissimi, racchiusi nelle ultime settimane e non tali da poter far pensare a un ribaltone al vertice. In festa il popolo bianconero, così come sabato al San Paolo gli azzurri erano stati applauditi a scena aperta dai cinquantamila. Non hanno vinto, anzi forse rispetto allo scorso anno perderanno una piazza - dalla seconda alla terza - eppure la gente qui è felice perché il gioco di Sarri l’ha conquistata.

Ma questo entusiasmo non deve sfociare in un’illusione e infatti dalle curve, l’altra sera, è partito un messaggio chiaro per De Laurentiis: Napoli vuole vincere e vincere vuol dire strappare lo scudetto dalle maglie della Juve.
C’è già chi aspetta con ansia il 20 agosto, prima domenica del prossimo campionato. Intanto, cosa si deve e si può fare per arrivare al primo posto come la città chiede a viva voce, convinta che con questo allenatore e questi giocatori il grande salto si possa compiere? Il distacco dalla Juve si è effettivamente ridotto rispetto agli anni scorsi. Le operazioni dei rinnovi contrattuali di Insigne e Mertens, con stipendi più che raddoppiati, rappresentano un passo importante perché confermano la volontà di De Laurentiis di continuare a puntare sulle migliori risorse. Questa volontà si deve affermare anche sul mercato. Ci sono rumors su interessamenti di club della Premier League per Koulibaly: non c’è una clausola rescissoria nel contratto del difensore e il club non è obbligato a cederlo. Sarri è convinto di poter lottare per lo scudetto nella stagione 2017-2018 ma vuole la riconferma in blocco dei giocatori che lo seguono con assoluta fedeltà: di questa indicazione è doveroso tenere conto.

Il Napoli fa bene a compiacersi dei suoi record e del suo gioco ma deve interrogarsi sui passi falsi compiuti, su errori difensivi e cali di tensione che sono costati 10 punti contro squadre di inferiore livello. Gli esami di coscienza danno più forza degli applausi. Ci sono lacune da colmare. La difesa è il lato debole di questa bella creatura calcistica: il Napoli ha incassato 37 reti, una in più della Roma e undici in più della Juve, e ciò ha fatto ancora una volta la differenza. Reina è stato deludente in più di un’occasione nel girone d’andata e va affiancato da un portiere di spessore, in previsione della partecipazione alla prossima Champions League. Posto che Sarri non modificherà la sua filosofia e dunque anche sui calci piazzati vi saranno marcature a zona, con i relativi rischi, servono ricambi adeguati per Hysaj e Ghoulam (se prolungherà il contratto); c’è da decidere il futuro di Maksimovic e Tonelli, due centrali praticamente mai utilizzati. Centrocampo e attacco danno garanzie: là davanti ci sarà il ritorno in grande stile di Milik, che punta a soffiare il posto da titolare a Mertens. Ma occorre un ricambio per Callejon: rischia di perdere lo scatto e la lucidità giocando sempre.

C’è un elemento che conta più di tutti per poter lanciare la sfida alla Juve ed è il rapporto tra De Laurentiis e Sarri. Il presidente lo scelse due anni fa a sorpresa ed è stato un bel colpo, come dimostrano la qualità del gioco e il posizionamento in classifica. Eppure, i momenti di serenità sono stati pochissimi in questo biennio e non si capisce perché. D’altra parte, il patron e il tecnico sono sulla stessa lunghezza d’onda quando dicono che è difficile ribaltare la classifica dei fatturati e allora facciano fronte unico con la squadra e la tifoseria per vincere. La Juve ha vinto in questi anni non solo perché ha preso i migliori ma anche perché vi è stata assoluta compattezza tra il management e l’allenatore. Quando Conte ha capito che il suo tempo era finito, si è congedato dopo il primo allenamento nel 2014; pur richiestissimo, Allegri al momento dà la priorità alla Juve. Se De Laurentiis e Sarri non entrano in sintonia, senza parlare più di contratti e di clausole, smettendola si sfidarsi, non basterà un bomber da 40 gol per lo scudetto.
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