Callejon, un altro falso «nueve»
nella mazurca dei centravanti

Callejon, un altro falso «nueve» nella mazurca dei centravanti
di Mimmo Carratelli
Venerdì 16 Febbraio 2018, 06:44
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Siamo alla mazurca dei centravanti. Chi entra, chi esce, chi sta male e chi sta come gli par. Mertens squalificato, Callejon al centro dell'attacco. Lipsia dixit. Un falso nueve in tribuna, un nuovo nueve in campo alle nueve della sera. Le invenzioni estemporanee di Sarri dalla cessione di Higuain all'infortunio di Milik. Falsi d'autore. Mertens e Callejon i falsi Modigliani di Sarri.

Il falso nueve è una sciccheria del calcio trigonometrico di oggi. Al tempo delle furbate tattiche, invenzioni più semplici quando il pallone era semplicemente rotondo, andava di moda la mossa. Semplice ed efficace. Maestro della mossa, dopo Nini Tirabusciò, fu Bruno Pesaola: Montefusco mediano all'ala destra per bloccare il terzino fluidificante Facchetti. Una sensazionale rivoluzione fu la trovata di Eraldo Monzeglio negli anni Cinquanta che mandava inutilmente cioccolatini e rose rosse alla velocista napoletana Marcella Jeandeau e schierò centravanti il terzino Vinyei perché il difensore ungherese era dotato di un tiro micidiale: trovata abortita al Vomero in Napoli-Novara 0-1 risolta da Piola a 39 anni, centravanti autentico.

Callejon da ala a centravanti è il percorso inverso di Canè che da centravanti finì all'ala per una intuizione del petisso. Nel ritiro di Agerola, Faustinho centravanti sparava palloni che finivano a Praiano. All'ala diventò il nostro bomber di cioccolato. Falso nueve, una storia cominciata con Pedernera al River Plate e proseguita con Hidegkuti nella Grande Ungheria. Il centravanti arretrava nella buca del suggeritore, le due mezz'ali diventavano punte. Con Guardiola un'altra storia, la vera storia del falso nueve che Cruijff aveva anticipato, sempre al Barcellona, schierando Michelino Laudrup da falsa punta.
 
 

Contro il Lipsia, Callejon centravanti è la curiosità della serata. Cinque giorni fa punta centrale a sorpresa con gol delizioso contro la Lazio nel rimescolamento tattico di Sarri che ingannò Simone Inzaghi (Mertens a sinistra e Insigne camuffato trequartista). Calleti nell'arena dei tori di Lipsia con la sua grazia andalusa. Dopo aver dipinto il gol d'autore nella porta di Strakosha, il San Paolo trattiene il fiato quando scatta sul lancio verticale di Rog e scaglia nella porta tedesca il primo e unico tiro azzurro del primo tempo (20' volo del portiere in corner), ma anche l'unico tiro del Napoli in tutta la partita.

Nella ripresa, il colpo di tacco ad aprire il gioco per Ounas e il tocco, fra Tonelli e Rog, nell'azione del gol dell'algerino. Poi la palla scodellata per Insigne sventata da Gulacsi in angolo. Non molto, alla fine. Si poteva pretendere di più? Callejon ha avuto un solo pallone da indirizzare a rete e l'ha fatto. Per il resto, molti tocchi e sponde.

Callejon, che dallo spagnolo si potrebbe tradurre vicolo, nella città dei vicoli è un altro segno del destino. Artillero gentile senza le scarpe chiodate dei centravanti di stazza ma con gli scarpini da ballo.

Deve infilarsi José Maria, la bellezza della squadra mia, tra Upamecano, questo francese dal nome gigantesco e la faccia dipinta con la pece, e Willi Orban di tanto spiro puntando l'ungherese di un metro e 91 Gulacsi, discepolo di Reina al Liverpool. L'equilibratore massimo non si fa mancare niente. È stato già centravanti in Coppa Italia contro Udinese (1-0) e Atalanta (1-2) facendo riposare Mertens entrato poi al suo posto nei finali di gara. Stasera condottiero a tempo pieno, inossidabile e infrangibile, eterno (242 partite col Napoli in cinque anni, 138 giocate per intero, una sola assenza, una sola panchina, una volta fuori per squalifica). Ma il condottiero, senza palloni giocabili, può solo resistere e patire.

Guten Abend e Gute Nacht. Il Lipsia cerca gloria in Europa in questa che per il Napoli è l'Europa Langue, fiacca e di poco interesse, non dobbiamo farci male. Siamo impegnati in campionato nel duello fiammeggiante contro la Juventus, regalandoci un sogno trent'anni dopo Maradona, salviamo cosce e caviglie, il resto è meno di niente.

Una botta a Zielinski e nient'altro di serio. Anzi, le migliori botte le hanno assestate gli azzurri (ammonito Koulibaly). Ha vinto il Lipsia, com'era nei pronostici. Il Lipsia spacca il San Paolo, annunciano i telecronisti entusiasti. Il Napoli baby non ha la personalità e il gioco dei titolarissimi. L'ha persa male, ci siamo tolti il pensiero. Ciao, Europa. Inimmaginabile rovesciare il risultato a Lipsia. Però stiamo tutti bene, come direbbe Mirkoeilcane. Questo è l'essenziale.
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