Napoli-Lipsia in Europa League?
Perché pensiamo allo scudetto

Napoli-Lipsia in Europa League? Perché pensiamo allo scudetto
di Francesco De Luca
Martedì 12 Dicembre 2017, 10:20
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Al primo confronto di Europa League con il Lipsia di proprietà della Red Bull mancano due mesi, ma non è per questo che i tifosi del Napoli sono sembrati poco interessati all’esito del sorteggio dei sedicesimi della seconda coppa europea, competizione nella quale gli azzurri sono scivolati dopo essere stati esclusi dal girone di Champions. Del resto, né il club né i giocatori hanno commentato, neanche con un semplice tweet, l'abbinamento con la squadra che otto anni fa giocava nella quinta divisione tedesca e oggi occupa il secondo posto nella Bundesliga, a otto punti dal Bayern Monaco, grazie ai milioni investiti dal colosso delle bibite energetiche e alla capacità dei dirigenti di valorizzare ventenni di qualità, come il centrocampista Keita (acquistato già dal Liverpool per 50 milioni) e l'attaccante Werner (12 gol in questa stagione).

Nei pensieri di squadra e tifoseria azzurre sono altre le priorità, dopo il rallentamento nelle ultime due partite, entrambe giocate al San Paolo: un punto e zero gol contro Juve e Fiorentina. Ritrovare subito il passo di ottobre, il mese in cui il Napoli è volato in testa alla classifica, è l'obiettivo di Sarri e dei giocatori, che hanno perso smalto. In particolare, irriconoscibili sono Mertens e Callejon rispetto a quel periodo del campionato, mentre Hamsik ha continuato a mantenere un profilo molto basso e la ragione ovviamente non è in quel gol, solo uno, che gli manca per raggiungere Maradona al primo posto nella graduatoria dei bomber azzurri: Marek non riesce più a guidare la squadra, a dare profondità alla manovra, a fare inserimenti nell'area avversaria. Era immaginabile questa generale flessione, visto che la stagione è cominciata col preliminare Champions del 16 agosto, ma nei momenti di difficoltà - era accaduto anche nelle prime due annate - Sarri cambia il minimo indispensabile e soprattutto non altera il modulo che ha scelto dopo le prime tre giornate del campionato 2015-2016, quando puntò sul 4-3-3. Che esalta le potenzialità dell'attacco se la squadra - tutta, non il singolo - è in grado di giocare a ritmi elevati, altrimenti le manovre diventano prevedibili da parte degli avversari.

Il tecnico, radicale nei suoi ragionamenti, probabilmente aspetterà la partita di Coppa Italia contro l'Udinese tra un settimana per consentire a qualche titolarissimo di tirare il fiato, dando più spazio a quei giovani, Ounas e Rog, che rappresentano importanti investimenti per De Laurentiis. Indubbiamente l'infortunio di Ghoulam e il problema fisico di Insigne sono un pesante condizionamento della manovra che si sviluppava sulla fascia sinistra, dove si attuavano quei «giochi» - così li aveva definiti anche Guardiola - in grado di mettere in crisi le difese avversarie. Ma bisogna saper andare oltre, anche sfruttando maggiormente le risorse disponibili, che tra un mese dovrebbero essere integrate da quei rinforzi che sono necessari perché non si sa quando Milik e Ghoulam saranno arruolabili per giocare, non soltanto per riprendere ad allenarsi a Castel Volturno. Lecito chiedersi, poi, quanto tempo dovrà passare per vedere questi giocatori indossare le maglie azzurre.
 
Sarri ha visto nel secondo tempo della partita contro la Fiorentina segnali di ripresa: ha contato un accettabile numero di palle gol e auspica che a cominciare dall'anticipo di sabato in casa del Torino vi siano progressi da parte di quegli attaccanti che con le loro reti e il loro gioco hanno fatto del Napoli una delle realtà più belle d'Europa. Per fortuna, escludendo alcuni errori (quelli di Albiol a Rotterdam nell'ultimo match di Champions), la difesa continua a giocare ad alti livelli, con Koulibaly diventato top player mondiale e con Reina non distratto dalla vicenda contrattuale (dopo la firma di Ghoulam è l'unico dei titolari che ha l'impegno col club in scadenza tra sei mesi). Archiviato l'ultimo turno, quello degli 0-0, il campionato resta più che mai avvincente e aperto: cinque squadre in pochi punti e il Napoli, il miglior Napoli, è in grado di spodestare l'Inter dal primato conquistato con una difesa blindata (10 reti incassate, quante gli azzurri e la Roma) e il bomber Icardi (16 gol). È questa la priorità e lo è dall'inizio della stagione, come si capì quando a Charkiv, nel primo turno di Champions, Sarri lasciò in panchina Mertens e Allan per un tempo.

Lo scudetto prima di tutto. Ecco perché Lipsia, con quei suoi pericolosi talenti e quell'allenatore austriaco Hasenhuttl diventato il fenomeno della Bundesliga («Dopo aver giocato in Champions vogliamo fare la storia in Europa League»), è lontana. Anche più di due mesi, se vogliamo.
 
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