Napoli, Lorenzino nel cavallo di Troia (di Anna Trieste)

Napoli, Lorenzino nel cavallo di Troia (di Anna Trieste)
di Anna Trieste
Venerdì 11 Dicembre 2015, 11:26 - Ultimo agg. 11:30
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Da che si presentava con lo stesso appeal del discorso a reti unificate di Mattarella la sera della vigilia di Capodanno, improvvisamente Napoli-Legia Varsavia è diventata una partita importante. Innanzitutto perché veniva dopo la sconfitta in campionato con il Bologna e bisognava dare un segno di reazione e poi perché la messa in palio non era propriamente una mountain bike con cambio shimano, anzi.

In palio c'era il record di risultati e di punteggio pieno in Europa League. Ora, non si sa se per ottenere la reazione dai suoi Sarri abbia puntato su questo o semplicemente li abbia minacciati di fargli leggere, per intero e in polacco, tutto il Capitale di Karl Marx fatto sta che pur davanti a un avversario modesto (che comunque due gol li ha fatti) la reazione c'è stata e il Napoli è entrato in campo con un solo obiettivo: vincere. E ci è riuscito, con dei momenti che al di là del risultato rimarranno per sempre nella memoria dei tifosi azzurri.
Primo: l'esordio al gol di Nataniello Chalobah, anche detto Sciaraball per questa sua irruenza con cui trascina in alto, palla al piede, Lopez e il baricentro della squadra.

Un gol bellissimo non solo e non tanto per il fatto che ha spilato come uno sturalavandini quel poco di angoscia che, ammettiamolo, tutti quanti tenevamo dentro da domenica mattina quanto perché è intervenuto dopo un tunnel. Insomma, gol previo tunnel non mi sembra male come debutto e ci induce anzi a mandare a Mourinho per Natale una bella guantiera di struffoli. Sempre se a Natale sta ancora là al Chelsea, ovviamente. Secondo: Mertens. Delirium Mertens. Un diavulillo elettrico, che per il panico che ha seminato in area meriterebbe, lui sì, i titoli MARAbilanti che nei giorni scorsi alcuni giornali non senza blasfemia hanno dedicato a Dybala. Terzo: il gol di Insigne.

Gol che merita una valutazione a parte perché più che Inzaghi, cui pure è stato equiparato per l'effettivo verificarsi in area di una rapina a piede armato, ha ricordato a tutti Omero, il liceo, l'Odissea. Lorenzo, infatti, comprendendo sin da subito che per ragioni strutturali non avrebbe mai potuto avere la meglio su quei pilastri travestiti da difensori che teneva davanti ha usato l'ingegno e nascondendosi dietro uno di loro a tipo Ulisse nel cavallo di Troia bell'e buono è sbucato fuori e ha fatto gol. Magnifico, epico. Poi dice che calcio e cultura non vanno d'accordo, tze!