«L'ottimismo è il profumo della vita», era il tormentone di una famosa pubblicità di qualche anno fa. Evviva l'ottimismo, dunque. Ma oggi Sarri attenderà inutilmente che Milik gli dia l'ok per la convocazione, che dia la propria disponibilità per aggregarsi al gruppo a quasi cinque mesi dal crac al ginocchio e ai legamenti del crociato. «Non ho bisogno di un turista», il monito del tecnico azzurro. In cuor suo, l'allenatore spera che Arek, alla ripresa, alzi il pollice verso l'alto. Ma non succederà. Milik prenderà altro tempo. Dietro a quella frase del turista c'è il senso del momento che sta vivendo il polacco che, forse, se la sta prendendo un po' comoda. Ovvio, ha paura, è terrorizzato dall'idea che possa accadere un'altra volta. Normale. Dall'ottobre del 2016 a oggi sono più i giorni passati a curarsi che quelli trascorsi assieme alla squadra.
L'obiettivo è il Mondiale. Boniek, l'ex bello di notte della Juventus anni 80 ora presidente della Federcalcio polacca, lascia intendere che non bisogna avere fretta. «Può tornare per fine mese», ha ammesso. I tempi del recupero sono in linea a quelli della passata stagione. Si fece male l'8 ottobre e tornò in campo, per pochi minuti a Madrid, il 15 febbraio. Quindi, ci siamo. Diciamo che tra Cagliari (improbabile) e la gara con la Roma del 3 marzo, arriverà il giorno del rientro di Milik. E il giorno dopo sarà il suo compleanno. «Lui quando mi dirà che è pronto, io deciderò quanto deve giocare». Sarri appare severo: e non vuole responsabilità.
L'incubo di un nuovo incidente perseguita Milik: è umanamente comprensibile. Due accidenti assolutamente casuali, non legati a scontri di gioco. Quindi, difficile da prevenire. Perché mettere in dubbio il ritorno in campo prima nelle prossime gare? Il Napoli è stata tranquillizzato dal giocatore. L'attaccante ci va cauto, però, anche perché a questo punto visto che lo attende un finale di stagione in ogni caso da comprimario perché Mertens difficilmente gli lascerà spazio nel momento-chiave dell'annata, la priorità è divenuta Russia 2018. Un traguardo troppo importante da centrare: intanto il protocollo terapeutico del club azzurro sembra essere terminato. Nel senso che sotto il profilo medico, Milik è guarito. Saranno i giorni di Milik, dunque. Non partirà per la Germania ma poi si parlerà di lui, delle sue possibilità di recupero per Cagliari, dell'angoscia di non potercela fare. E giù discussioni, riflessioni, chiacchiere.
Anche sul futuro di Milik che ha molte richieste, in particolare dalla Liga e dalla Bundesliga. Jessika, la moglie, ieri era in giro per Napoli assieme agli inviati di una tv della Polonia, per un servizio sulla città e sul campione polacco. Ospite del Gambrinus, scelto come location per alcuni scatti, ha confidato ad Antonio Sergio, uno dei proprietari dello storico locale a Piazza Trieste e Trento, il rapporto straordinario che la coppia ha con Napoli.
Napoli, Milik alza bandiera bianca:
salterà anche la trasferta di Lipsia
di Pino Taormina
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Martedì 20 Febbraio 2018, 10:47
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