Napoli, quanti danni ha fatto
quella rete del Pipita Higuain

Napoli, quanti danni ha fatto quella rete del Pipita Higuain
di Anna Trieste
Lunedì 11 Dicembre 2017, 09:01
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Con il pareggio del giorno prima senza reti tra Inter e Juventus, Napoli-Fiorentina era una di quelle partite da prendere a capate in bocca, scarpesate sul callo dell'alluce e morsi nei cianchi. Per varie ragioni. Innanzitutto, vincendola, gli azzurri avrebbero potuto riconquistare il primato seppur di misura sui nerazzurri in classifica e ristabilire lo status quo ante la venuta di Higuain a Fuorigrotta che a quanto pare ha fatto più danni di quella di Attila in Italia, Salvini a Castel Volturno e Donald Trump in Medio Oriente. In secondo luogo, dopo due sconfitte consecutive di cui una in Champions col Feyenoord e la consecutiva eliminazione dalla competizione più prestigiosa d'Europa, una bella vittoria in campionato serviva a dare una scossa all'ambiente e alla squadra, ammaccata dopo i vari infortuni e contagiata infine dalla uallera/pubalgia di Lorenzo Insigne. In ultimo, vincere con la Fiorentina significava essere riusciti almeno una volta a collocare il pallone alle spalle del portiere avversario in maniera bastante e sufficiente a integrare la fattispecie di un gol. E invece no, niente.

All'appuntamento con la storia, la classifica e la Fiorentina di Pioli il Napoli si è presentato pronto e carico come un track di Capodanno: tanto fumo, tanto rumore, tant burdell ma niente botta finale. E così la Fiorentina se n'è tornata a Fiesole con un punto prezioso mentre i sogni di gloria e di guarigione di Hamsik, Zielinski, Mertens e Callejon si infrangevano contro un irremovibile Sportiello. Intendiamoci, poteva andare peggio. Potevamo perdere e scendere direttamente ai Campi Elisi a fare le interviste post partita. Oppure Higuain poteva giocare momentaneamente anche nella Fiorentina e farci gol. Quel che è certo è che si poteva e doveva fare di più, non dico vincerla ma quantomeno segnare un gol e dimostrare di poter ingarrare di nuovo almeno una volta lo specchio della porta. E invece no, tanto rumore per nulla. E tuttavia, se la fortuna aiuta gli audaci, il pessimismo sicuramente corteggia i perdenti. E dunque bisogna necessariamente essere ottimisti, considerare il pareggio un passo avanti e guardare insomma il bicchiere mezzo pieno. Pure perché di questi tempi, già che lo teniamo il bicchiere è un fatto buono, no?
 
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