Napoli, nodo contratti:
ora c’è anche la grana Allan

Napoli, nodo contratti: ora c’è anche la grana Allan
di Fabio Jouakim
Sabato 18 Febbraio 2017, 12:00
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Un procuratore che reclama più minuti in campo e un adeguamento di contratto per il giocatore che assiste. Una richiesta consueta, se non arrivasse nel bel mezzo di una bufera per il Napoli, dopo l’attacco di De Laurentiis a Sarri nel post-Madrid, la replica diretta dell’allenatore («A Castel Volturno ci sono io e decido solo io»), quella più velata di Reina («Non perdevamo da ottobre, quando abbiamo vinto nessuno ha mai parlato») e il susseguente silenzio stampa a oltranza imposto dalla società. Eppure Claudio Vagheggi, ex giocatore del Napoli (quindici presenze e zero gol nell’82-83) e oggi agente italiano di Allan, ha scelto proprio il momento più difficile per gli azzurri per chiedere più spazio per il suo assistito, proprio mentre la squadra prova a eliminare l’amarezza del Bernabeu e a riscattarsi contro il Chievo. A Verona, peraltro, il brasiliano potrebbe finire di nuovo in panchina. 

Vagheggi, intervistato da Radio Crc nella trasmissione «Si gonfia la rete», ha più di un bersaglio. Il primo è De Laurentiis: «Vedo che a Napoli siete sempre agitati e nervosi - dice il procuratore di Allan - anche quando la squadra gioca il più bel calcio d’Italia. Le critiche di De Laurentiis mi sono sembrate esagerate ed eccessive e io, guardando il Napoli da fuori, mi diverto sempre perché gioca il miglior calcio d’Italia con giocatori probabilmente inferiori ad altre squadre. Anche a Madrid ha espresso un grande calcio nella prima mezz’ora. Forse il presidente vuol tenere la tensione alta perché crede nella rimonta al San Paolo, altrimenti non capisco quale sia lo scopo di queste dichiarazioni». 

Poi il mirino si sposta su Sarri, che per la sfida del Bernabeu ha confermato Zielinski a fianco di Diawara e Hamsik. Di certo quella di Madrid non è stata una buona prova per Zielinski, ma nessuno può sapere se il brasiliano avrebbe fatto meglio del polacco, che di recente aveva infilato una serie di prestazioni - condite da gol - di alto livello. Indizi che portavano al suo impiego in Champions, ma non per Vagheggi. «Pensavo che a Madrid Allan giocasse titolare - dice il procuratore a Radio Crc - ma forse Sarri voleva segnare almeno un gol ed è per questo che ha schierato Zielinski. Certo, commentare a posteriori è facile, ma in trasferta Allan riesce a giocare tanti palloni e poi ha un’esperienza importante. Detto questo, il Napoli in questa Champions è ancora in corsa». 

Poi l’affondo finale. «Valuteremo l’annata e ne parleremo con la società per capire cosa ha in mente per lui. Allan è un giocatore importante, non può giocare una volta ogni mese e mezzo, ma è un professionista, si fa sempre trovare pronto e un mercato ce l’ha». L’ultima partita da titolare per Allan venti giorni fa, nell’1-1 contro il Palermo (venne rilevato al 54’ da Zielinski). Prima ancora aveva giocato titolare a Milano nel 2-1 ai rossoneri del 21 gennaio (sostituito da Rog all’85’) e nel 2-1 alla Samp al San Paolo del 7 gennaio (subentrò Zielinski al 14’ st). L’ultima partita giocata per novanta minuti a novembre contro il Sassuolo. Ma i numeri non sono esattamente quelli di un fantasma: finora 21 presenze su 24 e 1160 minuti in campo, con una media di 55’ a partita. 

Il discorso, comunque, non verrà affrontato adesso. «Questo è un momento troppo importante per la squadra - conclude Vagheggi - ogni cosa andrà rinviata a maggio quando terminerà la stagione. Allan ha un contratto, ma deve essere modificato. Il Napoli deve dargli un attestato di stima, visto il valore del giocatore, altrimenti prende un giocatore più scarso e lo paga meno. Il contratto deve essere più importante per il giocatore. È corretto sedersi ed esprimere le proprie idee, anche se Allan ha un contratto e lo rispetterà. È fuori discussione che sia felice a Napoli, la situazione economica è una cosa e la professionalità è un’altra cosa. Questo ragionamento non lo abbiamo fatto ancora al Napoli, se ne parlerà a fine stagione perché non vogliamo dar fastidio alla società e al giocatore stesso». 
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