Sacchi: «Fame e organizzazione:
ecco il Napoli che mi piace»

Sacchi: «Fame e organizzazione: ecco il Napoli che mi piace»
di Roberto Ventre
Domenica 4 Dicembre 2016, 10:18 - Ultimo agg. 15:49
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Sacchi, è tornato il Napoli che le piace?

«Per la prima volta quest'anno l'ho visto così bene, forse solo con il Benfica aveva giocato sugli stessi livelli. Una partita pirotecnica, esaltante: uno spettacolo di armonia, fluidità di manovra, movimento senza palla, attacco degli spazi, possesso palla».

Cosa è cambiato, cosa ha rivisto che s'era perso?

«I giocatori del Napoli hanno una grande fortuna: un copione rappresentato dal gioco che moltiplica le qualità e limita pecche e inesperienze. Quindi, se commetti errori non concretizzando occasioni da rete e prendi gol perché concedi troppe chances significa che non sei attento a sufficienza. La volontà è la prima cosa, ci vuole sempre un gruppo alimentato da una motivazione straordinaria. Contro l'Inter ho rivisto ciò: la gioia da parte di tutti di attaccare ma anche di frenare gli avversari, cioè tutto quello emerso la scorsa stagione».

Questo è il calcio che l'emoziona?

«Per me il Napoli è la squadra che ha il gioco più bello ed è allenato da uno dei migliori tecnici di Europa. Per vincere però ci sono tante componenti che partono dalla storia di una club, dalle sue vittorie, da un'organizzazione societaria. E arrivano ai giocatori che devono essere abituati a vincere e avere la capacità di riuscire a dare sempre tutto in generosità e determinazione».

Quale errore il Napoli non dovrà più ripetere?

«I concetti che valgono per tutti: anche il Barcellona visto contro il Real con possesso lento, passaggi ricevuti da fermo è andato in difficoltà pur avendo Messi. A maggior ragione questa problematica si evidenzia nel Napoli quando i giocatori si esprimono a un ritmo basso, gestiscono un possesso palla asfittico ed evidenziano disattenzioni clamorose in fase difensiva».

Già, anche contro l'Inter è stata concessa qualche palla gol di troppo.

«Sì, la fase difensiva deve ancora migliorare: l'Inter è apparsa poco organizzata e poco motivata e sfruttava solo le qualità individuali, ma gli azzurri comunque non sempre hanno scalato con i tempi giusti, con l'opportuna occupazione preventiva degli spazi».

Torniamo alle positività: Hamsik ha giocato su livelli forse mai raggiunti in carriera.

«Hamsik è un giocatore fantastico, ideale per il calcio moderno: non è individualista, non è un solista ma gioca per la squadra e dà tutto senza eccedere in personalismi».

Insigne ha segnato il quarto gol in tre partite.

«Lorenzo ha un talento straordinario che secondo me non ha ancora pienamente sfruttato: deve riuscire a mettersi in mente di essere sempre un grande protagonista. Adesso sta giocando bene e sta segnando, dovrà continuare così senza rallentamenti».

Bene anche gli altri centrocampisti Zielinski e Diawara: un segnale di crescita dei giovani.

«Zielinski ha giocato una grande partita, per la prima volta l'ho visto muoversi bene senza palla, smarcarsi, cercare la profondità. Diawara invece davanti alla difesa un paio di volte si è fatto sorprendere: quando vedi uno correre troppo per recuperare la palla significa che non era posizionato bene. Allargando il discorso agli altri, Reina è stato fantastico, Hysaj ha giocato molto bene, come Albiol che ha commesso un solo errore, però da non ripetere a Lisbona perché per il Napoli potrebbe essere fatale».

Quindi con il Benfica non basterà il Napoli che ha travolto l'Inter?

«Ci vorrà una maggiore attenzione nel pressing e quando non sarà possibile effettuarlo occorrerà un'occupazione preventiva degli spazi davanti alla difesa per fare da filtro. Certo, se il Napoli non dovesse qualificarsi sarebbe un vero peccato, visto che non è riuscito a sfruttare le precedenti occasioni».

Avere due risultati rappresenterà comunque un vantaggio?

«Il Napoli non ha l'esperienza per fare una partita di attesa, la sua vera forza è il gioco attraverso il quale moltiplica le qualità dei suoi interpreti: quando allenavo il Milan giocavamo sempre allo stesso modo, su qualsiasi campo e contro qualsiasi avversario. Questo è il modo migliore per fermare gli avversari, il propellente ideale per passare il turno a Lisbona. Il Napoli dovrà fare questo e con un'attenzione difensiva ancora maggiore».

Torniamo al campionato: nonostante l'ammucchiata al vertice, la Juve resta la grande favorita?

«La Juventus ha sempre un grande vantaggio: parte con la superiorità di aver vinto più di trenta campionati, di dominare e di poter contare su una società ricca e con un enorme fatturato e su una squadra con tanti campioni. Però anche i bianconeri se mollano un attimo possono prendere tre gol come a Genova, ma se alla fine non riuscissero a vincere per loro sarebbe un suicidio».

Il Napoli in quest'ottica a cosa potrà puntare?

«In partenza le rivali della Juventus dovrebbero essere sempre Milan e Inter.
Quindi, il Napoli l'anno scorso ha fatto un qualcosa di straordinario. L'obiettivo dovrà essere quello di sapere alla fine di essere riusciti a dare tutto: se riuscirà a farlo divertendo e centrando vittorie sarebbe ancora più bello».
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