Napoli. Sarri, De Laurentiis non cede sulle clausole

Napoli. Sarri, De Laurentiis non cede sulle clausole
di Pino Taormina
Giovedì 5 Maggio 2016, 12:06
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Nessuno spinga, nessuno si affanni. C'è da aspettare ancora una decina di giorni. E prima di allora c'è da conquistare il secondo posto e l'accesso diretto alla fase a gironi della Champions. Armarsi di pazienza, mettere da parte malumori, disporsi all'attesa e per prima cosa, pensare solo al Torino. Maurizio Sarri e Aurelio De Laurentiis si troveranno faccia a faccia dopo Napoli-Frosinone e in quel momento capiremo tutto: il club azzurro, che avrebbe preferito che non ci fossero tutti questi riflettori puntati sulla questione, non vuole nessun braccio di ferro (anche se il rischio c'è) con quello che considera il suo allenatore del futuro, ma sulla questione delle clausole unilaterali a favore del club, da esercitare il 30 giugno di ogni anno fino al 2020, non sembra disposto a fare grosse concessioni. In pratica, esistono, sono state firmate appena dieci mesi fa e non si capisce - o meglio il Napoli non capisce - perché dopo solo una stagione debba essere messo tutto in discussione. Non sarà facile sbrogliare la matassa, ma è chiaro che neppure Sarri pensa di arretrare di un millimetro sulla questione dell'eliminazione delle opzioni da esercitare alla fine di ogni stagione. Il nodo è tutto qui, più dell'ingaggio stesso: il tecnico azzurro, dopo questa stagione esaltante a suon di record, ritiene di essersi meritato un contratto vero, senza fiducia condizionata ai risultati.

La situazione corre sul filo, partendo però da due certezze: Sarri vuole restare a Napoli e De Laurentiis vuole lui sulla panchina degli azzurri. Le cose non sono di poco conto, perché questo significa che nessuno, in nessun caso, ha voglia di rompere per questioni di principio. Ma uno dei due dovrà arretrare di qualche millimetro. A meno che il Napoli non decida di impuntarsi e incatenare Sarri al contratto firmato a giugno scorso. E a quel punto, bisogna capire Sarri cosa farà. La clausola unilaterale è la parte più delicata della questione, molto più dello stesso ingaggio o dei programmi tecnici sulla prossima stagione: l'accesso alla Champions farà scattare una serie di bonus e incentivi di vario tipo che faranno lievitare non di poco conto l'attuale stipendio del tecnico (700 mila euro all'anno). E anche l'aspetto delle operazioni di mercato non sarà un ostacolo: Sarri darà indicazioni generali e poi sui nomi carta bianca a De Laurentiis e Giuntoli. Discepolo di Sacchi, ama ripetere una delle sue frasi simboli: «Se vuoi un libero, crealo tra i giocatori che hai». Non è ben chiaro se il Napoli, nel frattempo, ovvero prima del 16 maggio, eserciterà l'opzione per la stagione 16/17 inviando la raccomandata in Lega. Dettaglio non di poco conto, per la verità: il Napoli, consapevole delle delicatezza della questione, potrebbe decidere di presentarsi al vertice con il rinnovo già fatto scattare.

Cosa succederà a quel punto? Come nei romanzi gialli, anche questo ha una sua chiave di lettura in questi giorni frenetici.
Sarri in queste ore a Castel Volturno pensa ad altro: deve sciogliere i suoi dubbi sulla formazione che domenica sera dovrà affrontare il Torino nel suo stadio, in quella che è una vera e propria finale per l'accesso alla Champions. Una sorta di match point. Tutto quello che non riguarda il campo, non gli importa: ha vissuto gli ultimi due giorni vedendo e rivedendo i dvd delle partite migliori dei granata (compresa quella con l'Udinese), senza mai sentire il suo agente, Pellegrini. E neppure De Laurentiis ha fretta di affrontare la questione anche se non ha certamente gradito l'atteggiamento di Sarri nel dopo-partita con l'Atalanta quando il suo allenatore ha apertamente parlato dell'esistenza di un appuntamento per parlare del contratto alla fine del campionato.
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