Napoli. Sarri fa scaldare Milik e Mertens: col Benfica tocca di nuovo a loro

Napoli. Sarri fa scaldare Milik e Mertens: col Benfica tocca di nuovo a loro
di Pino Taormina
Lunedì 26 Settembre 2016, 10:05
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Napoli-Benfica, tanto per ricominciare. L'ultima volta della Champions al San Paolo, l'11 dicembre 2013 contro l'Arsenal. Nervosismo d'attesa, da grande vigilia. Solo due giorni dalla prima in casa, e già sono quasi 40mila i biglietti venduti. Sono passati 5 anni da Napoli-Villarreal, il ritorno in Coppa Campioni il 27 settembre 2011: allora prevaleva la sensazione di festa, perché Cavani e Lavezzi riannodavano un filo che riportava ai tempi d'oro di Maradona. Ora, oltre all'attesa, c'è la pretesa. Perché il Napoli da anni è al vertice del campionato e ha consolidato la sua personalità, perché De Laurentiis ha investito per intero gli introiti della cessione di Higuain e la squadra va a gonfie vele.

Contro il Villarreal, quella volta, solo De Sanctis e Inler vantavano qualche presenza in Champions League, stavolta in molti sanno come si fa. D'accordo, i portoghesi si presentano con la poderosa esperienza del quarto di finale conquistato nella passata edizione ma gli azzurri oltre alle merengues arrivate dal nobile Real (Albiol, Callejon) e l'enorme Reina, hanno corazzato la personalità del gruppo in questi anni (con Hamsik, Insigne, Mertens). Questo Napoli va in giro per l'Europa senza l'impaccio dei debuttanti come Sarri ha già dimostrato a Kiev.
O Glorioso, come è conosciuto il Benfica, viene studiato dal Napoli da diversi giorni: a una sfida così prestigiosa e importante, non si arriva in apnea. Già da prima della gara con il Genoa, i giocatori azzurri nel corso delle sedute televisive hanno potuto vedere in azione gli avversari di mercoledì in una serie di dvd preparati dallo staff di tattici coordinato da Francesco Calzona. Oggi, alla ripresa pomeridiana, Sarri e Sinatti, il preparatore, hanno previsto solo una seduta di scarico e null'altro. Quando si gioca ogni tre giorni, vietato creare eccessiva tensione, sia atletica che psicologica. E allora pure oggi solo un po' di corsa, una breve partitella e poi tutti a casa. Al Benfica, a come gioca, a come affrontarlo e tutto il resto, si comincia a pensare da domani mattina. In una specie di full immersion: la squadra resterà in ritiro anche domani sera, anche perché Sarri come al solito farà allenare la squadra a Castel Volturno, a poche ore dalla gara di Fuorigrotta.

Sarri, però, non inizierà a pensare certo da oggi alla formazione con cui affronterà o glorioso, la squadra perseguitata dalla maledizione di Guttmann: è dal 1962, anno di conquista della sua seconda Coppa dei Campioni, che il Benfica non solleva più un trofeo internazionale. Otto finali, otto sconfitte: proprio come previsto dal tecnico ungherese Bela Guttmann, che dopo quell'ultimo trionfo chiese invano un aumento di stipendio alla società. Se ne andò sbattendo la porta e dicendo: «Nei prossimi cent'anni non vincerete più una coppa». Sarri lo sta facendo da giorni, e ha le idee piuttosto chiare.

È una vigilia semplice, sotto questo aspetto. Per Sarri non esistono troppe tentazioni tattiche. E tantomeno altri tipi di tentazione: si affiderà al 4-3-3 con tutti i titolari, tutti i migliori con Mertens al posto di Insigne. Stavolta Gabbiadini resta fuori, nonostante la prestazione con il Chievo che Sarri e gli altri considerano soddisfacente; niente Hamsik in regia ma Jorginho che nonostante la stanchezza, sarà sottoposto ad autentico tour de force. Dunque, spazio anche ad Allan e conferma in difesa per la coppia Albiol-Koulibaly. Non è certo quella con il Benfica la gara giusta per vedere in azione Maksimovic che, secondo i piani di Sarri, potrebbe essere pronto solo dopo la sosta di ottobre.
I dati atletici del Napoli sono confortanti: la squadra ha un rendimento molto alto, in linea con la migliore delle condizioni fisiche. Il Benfica è avvertito: il Napoli sa bene che se dovesse conquistare i tre punti, avrebbe messo una serie ipoteca al passaggio agli ottavi di finale.
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