Dal Real Madrid al Chelsea:
tutte le big d'Europa ai piedi di Sarri

Dal Real Madrid al Chelsea: tutte le big d'Europa ai piedi di Sarri
di Pino Taormina
Sabato 13 Gennaio 2018, 09:45
4 Minuti di Lettura
Non c'è un solo casting di un club d'Europa che non prenda in considerazione il suo nome, quello di Maurizio Sarri. Nessuno ha il contratto in scadenza, tra i vari tecnici delle big. Ma si sa che i pezzi di carta possono valere poco o anche niente, quando i risultati sono deludenti. Così nessuno, in questo periodo, se la sentirebbe di giurare sulla permanenza di questo o quell'allenatore. Persino Zidane, uno che in 22 mesi ha vinto 8 trofei sui 10 in palio, sa che la sua avventura al Real Madrid sarebbe al capolinea in caso di mancato successo-tris della Champions. La super sfida degli ottavi contro il Paris Saint Germain è un bivio carico di conseguenze. I dubbi su Antonio Conte, al Chelsea, affiorano per la prima volta anche alla luce delle classifica attuale: «Però devono essere loro a mandarmi via». Figurarsi se Abramovic si farà scrupolo eventualmente a farlo. Sì, il valzer della panchine che potrebbe avere inizio già ad aprile, potrebbe tirare in ballo anche Sarri, soprattutto in Premier. Colpa di Pep Guardiola e della sua furbesca investitura prima della doppia sfida del suo Manchester City al Napoli. Non è un caso che proprio parlando del dopo Conte, la stampa di Sua Maestà, abbia iniziato a far circolare l'ipotesi di Sarri, definito «un innovatore tattico e tecnologico, con un grande impatto sui giocatori e uno stile di gioco molto bello a vedersi».

Panchine solidissime sembrano davvero poche, anzi non ce ne sono proprio. Ed è quello che ha spiegato Alessandro Pellegrini, l'amico-agente, a Sarri prima di Natale. Bisogna attendere i verdetti di Champions prima di poter capire gli scenari della prossima primavera. Perché chi non va avanti nella coppa dalla grandi orecchie, avrà voglia di cambiare. Sarri continua a ripetere che rimarrà al Napoli, o meglio non ha mai detto che alla fine della stagione andrà via. Scudetto o non scudetto. Ma lui stesso, negli ultimi mesi, qualche messaggio di disponibilità in giro per l'Europa l'ha mandato. Se gli arrivasse una chiamata, magari ascolterà. Ed è questo il rischio che Aurelio De Laurentiis non vuole correre ed è per questo che ha messo a segno l'audace colpo della visita-lampo a Figline nel giorno del suo compleanno.

La verità è che Maurizio Sarri non sarebbe indifferente alle proposte che potrebbero arrivare dall'estero (da settimane Pellegrini ascolta i discorsi di vari intermediari), perché il campionato inglese in particolare è il più ambito del mondo e qualsiasi allenatore ci penserebbe non una, ma dieci, cento volte prima di rifiutarlo. E così De Laurentiis ha deciso di scendere in pista in prima persona. Saltando la mediazione del ds Giuntoli che pure da settimane stava cercando di spingere Sarri ad aprire la trattativa per eliminare la clausola e blindarlo al club azzurro.
 
Dopo il faccia a faccia di Figline è chiaro che adesso l'argomento contratto è finito sul tavolo. La voglia è di una trattativa che sia il più possibile riservata e lontana dai riflettori: da una parte un presidente che offre il doppio dell'ingaggio e un anno di contratto in più (fino al 2021); dall'altra parte la voglia di togliere la clausola da 8 milioni (ma anche quella che consente al Napoli di licenziare Sarri con una buonuscita di appena 500mila euro) e strappare le condizioni economiche più vantaggiose possibili. Insomma, non è un braccio di ferro ma è una normale ricerca di una nuova intesa. In un clima disteso, senza il gelo che ha caratterizzato spesso i rapporti tra il presidente del Napoli e il suo allenatore.

A Figline, peraltro, si è parlato anche di mercato e di innesti da fare a gennaio per poter arrivare fino alla fine primi in classifica. Insomma, un pranzo a tu per tu.

Ma che tra i due si respiri un'atmosfera diversa rispetto al passato, lo si è capito già alla vigilia di Natale, quando Sarri e De Laurentiis hanno scambiato battute nel corso della serata a Villa D'Angelo-Santa Caterina. Quella sera i due si misero anche in disparte per molti minuti, con Giuntoli e Chiavelli, e fissarono una serie di appuntamenti per poter discutere del futuro. De Laurentiis è contento del lavoro di Sarri, nonostante l'eliminazione dalla Champions sia costata diversi milioni di euro. E vuole andare avanti con lui. D'altronde, se Sarri è il più corteggiato di tutta Europa, una ragione ci sarà. Sarri è un po' risentito per lo stipendio da 1,4 milioni di euro: è convinto di meritare un ingaggio maggiore. Lo ha ammesso a maggio dello scorso anno: «Vorrei diventare ricco...». Ma non ha mai fatto pressioni negli ultimi tempi per sedersi intorno a un tavolo e trattare il rinnovo.

Non v'è certezza assoluta, dunque: vai a capire perché, visto che Sarri è legato al Napoli per altri due anni. Ma l'esistenza nel contratto della clausola rescissoria da 8 milioni (esercitabile solo dal 2 febbraio al 31 maggio) tiene un po' in bilico i protagonisti. De Laurentiis ha puntato decisamente sulla permanenza di Sarri e al momento non prende in considerazione alternative per il futuro. Ma lo stesso Sarri ha in mente solo la lotta per lo scudetto. Di altre cose, da questo momento, parleranno i rispettivi rappresentanti. Di certo, Sarri vuole restare al Napoli. E il Napoli vuole ancora Sarri per il futuro. De Laurentiis vuole accontentare il suo allenatore. E lo farà. Le condizioni migliori per essere ottimisti sulla conclusione della trattativa.
 
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