Napoli, la svolta arriva all'Olimpico
Se anche la difesa non fa errori

Napoli, la svolta arriva all'Olimpico Se anche la difesa non fa errori
di Francesco De Luca
Lunedì 10 Aprile 2017, 08:03 - Ultimo agg. 15:10
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Dopo aver assistito alla sesta vittoria esterna fuori casa del Napoli, che ha eguagliato i 67 punti in 31 giornate ottenuti nella scorsa stagione quando a guidare l’attacco c’era Higuain, viene in mente che il 2 giugno la Lazio giocherà la finale di Coppa Italia mentre gli azzurri saranno già in vacanza: che ingiustizia.

A prescindere dalle numerose e pesanti assenze e dalla singolare scelta di lasciare fuori Keita per un tempo, non c’è stata storia tra la squadra di Sarri e quella di Inzaghi, infatti staccata di sette punti al termine del posticipo. Se parliamo di calcio, sotto aspetti squisitamente tattici e tecnici, il Napoli viene prima di tutte in Italia, anche di chi presto potrebbe cucirsi sul petto il sesto scudetto consecutivo (e ha fatto gli stessi punti della Juve nel girone di ritorno: 29).

I corsari neri - lasciata nell’armadio anche la divisa bianca dopo quella azzurra - hanno messo a segno un nuovo colpo esterno, restando nella scia della Roma che non ha avuto alcun problema a liquidare il Bologna. È stato uno show quello del Napoli, vicino alla perfezione nella gestione della gara e nella manovra, con tre gol da applausi per l’esecuzione (Callejon non segnava dal 21 gennaio in campionato, Insigne ha colpito con una doppietta sotto gli occhi dell’estasiato ct della Nazionale Ventura) e anche per la costruzione. In quasi due anni di lavoro Sarri è riuscito a realizzare quello che è il sogno di tutti i tecnici: trasmettere un’idea, attraverso la quotidiana fatica degli allenamenti, e vederla realizzata sul campo. Peraltro, sta effettuando un efficace turnover: dopo la semifinale di Coppa Italia, positivi sono stati i rientri di Albiol, Strinic, Jorginho e Allan, che avanza con maggiore frequenza e dà il suo contributo alla manovra offensiva, come si è visto nell’azione del raddoppio di Insigne, sempre più protagonista in questa stagione che ne ha visto la consacrazione e al termine della quale dovrebbe essere ratificata la sua permanenza per un lungo periodo in azzurro. Perché altre scelte di De Laurentiis e di Lorenzo, unico napoletano della squadra, non avrebbero senso.

Il Napoli ha segnato tre gol com’era accaduto nella precedente trasferta ad Empoli, dove però ne aveva presi due. Invece, all’Olimpico la Lazio ha provato a rendersi pericolosa per 15-20 minuti ma di fronte ha trovato una difesa blindatissima, con Reina decisivo in alcuni interventi. È così che il Napoli può tentare nelle ultime sette giornate di colmare il distacco di quattro punti dalla Roma e di scavalcarla, assicurandosi il secondo posto che apre la via verso la Champions mentre col terzo c’è il problema del preliminare. La squadra mostra non solo una grande qualità di gioco ma anche una maturità sempre più spiccata. E anche il suo allenatore è meno legato ad alcune logiche, a certe fissazioni. Ad esempio, quando sembrava che la Lazio stesse crescendo non ci ha pensato su due volte ad inserire Zielinski e Rog, togliendo Callejon (un intoccabile, di solito) e Hamsik, rafforzando così la mediana. E Insigne ha svolto il solito eccellente lavoro di copertura prima di colpire due volte i biancocelesti e dare un’ulteriore prova della sua crescita. Attacco e difesa, spettacolo e pragmatismo: avanti Napoli.
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