Napoli, la sfida di Giaccherini
«Se non sei al top qui non giochi»

Napoli, la sfida di Giaccherini «Se non sei al top qui non giochi»
di Pino Taormina
Martedì 6 Settembre 2016, 13:40
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La classe operaia per andare in paradiso prende sempre la strada più scomoda. Emanuele Giaccherini finalmente è pronto per il suo debutto e ha dovuto attendere quasi un mese e mezzo per poter vivere questo momento: difficilmente avrà una maglia da titolare, ma a Palermo, 45 giorni passati a sgobbare, andrà almeno in panchina. Lui, d’altronde, è il vice di tutti, mica solo di Callejon: a sua versatilità gli consente di poter giostrare da interno di centrocampo o da esterno d’attacco. Una manna che torni disponibile per Sarri, anche perché le 7 gare in 22 giorni costringono il tecnico azzurro a mettere da parte i suoi titolarissimi e e a dar spazio a quelli come il Giak. 

Una estate incredibile, non c’è che dire: l’Europeo con l’Italia, l’addio al Bologna, l’approdo al Napoli e l’infortunio durante uno dei primissimi allenamenti a Dimaro. Per lui, in tutto, sedici minuti di partita-amichevole con l’Entella, a Trento. Dopo aver giocato 120 minuti contro la Germania. «È pronto, prontissimo. Sta bene ed è carico. Non so se giocherà, l’ho appena sentito e mi ha detto: “Qui per mettere piede in campo devi stare al 110 per cento perché il livello è altissimo. Ma io non vedo l’ora di giocare”». Furio Valcareggi, figlio dell’ex ct della Nazionale, è da sempre legato a questo ragazzo di 31 anni che ogni volta sembra dover ricominciare da zero. «È un gregario? Non credo... lui ha detto di sì al Napoli perché vuole giocare e vuole dare un contributo a un progetto che considera straordinario. Spero che a Palermo possa già iniziare ufficialmente la sua avventura con la nuova squadra». 

Per Conte fosse nato in Brasile e si fosse chiamato Giaccherinho la sua carriera avrebbe avuto ben altro slancio. Ieri si è allenato per tutto il tempo con la squadra agli ordini di Sarri. Solo alla fine ha svolto qualche esercizio specifico. Il suo è stato un incidente di natura muscolare, roba delicata soprattutto nella gestione del recupero. Che è stato lento, senza forzature o accelerazioni. Perché spesso le ricadute sono più gravi della lesione. Da qui lo stop di 40 giorni. «Sta bene e si sente anche pronto. Ma questo lo deve dire Sarri», spiega ancora Valcareggi. Giak ieri ha incrociato il giovane mito delle piscine italiane, Gregorio Paltrinieri che con Mack Horton, l’erede australiano di Ian Thorpe, è in vacanza a Napoli. Lo ha invitato allo stadio per assistere a una sua partita e Greg ha detto che prima o poi lo farà. «È proprio un numero uno», ha scritto su Instagram postando la foto con il l’oro di Rio de Janeiro nella maratona dei 1500. 
 
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