Il passo del gambero del Napoli:
perché Sarri ha sbagliato le scelte

Il passo del gambero del Napoli: perché Sarri ha sbagliato le scelte
di ​Francesco De Luca
Giovedì 14 Settembre 2017, 10:05 - Ultimo agg. 16:41
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Per l’Italia è cominciata nel modo peggiore l’avventura in Champions League. Tre partite, un pareggio (Roma) e due sconfitte (Juve e Napoli). I bianconeri sono stati travolti dal Barcellona al Camp Nou mentre gli azzurri sono caduti - non crollati - a Charkiv, sul campo dello Shakhtar Donetsk. A lungo irriconoscibili, hanno concesso campo e due gol agli ucraini. Soltanto sullo 0-2 si sono svegliati, segnando la rete della bandiera con Milik su rigore, e questo è accaduto quando Sarri ha inserito due uomini, Allan e Mertens, da schierare dal primo minuto e non da tenere in panchina per un tempo. Un doppio pesante errore. 

L’approccio del Napoli è stato imbarazzante. È come se avesse compiuto un lungo passo indietro, accantonando lavoro e idee di Sarri. È vero che i primi tempi delle ultime partite di campionato erano stati sofferti, ma pure contro Atalanta e Bologna si erano visti equilibrio e palle gol. E nel primo appuntamento europeo a Nizza, poco meno di un mese fa, si era notata una squadra di personalità, padrona del campo. Male invece a Charkiv, dove il solido Shakhtar di marca brasiliana ha sovrastato a centrocampo gli azzurri, anche perché le scelte di partenza del tecnico non sono state appropriate.

Fuori Allan e Jorginho, dentro Zielinski e Diawara, gioventù ieri sera non beata. Togliere in questo momento Allan significa sottrarre un punto di riferimento e un efficace lottatore: infatti, quando il brasiliano è entrato, si è vista un’altra intensità. Riconfermato Hamsik, un intoccabile per Sarri anche se è lecito chiedersi quale contributo in questo momento possa dare: ha senso tenere Marek in campo per un’ora, vederlo offrire un limitato contributo e poi tirarlo fuori?
 

Sistemati male gli azzurri in occasione del gol di Taison, con quel tiro dal limite che non poteva essere concesso e su cui Reina non è apparso esente da responsabilità. Ma ancor più grave è stato l’errore commesso sul raddoppio di Ferreyra perché lo spagnolo ha sbagliato il tempo di uscita. Anche Pepe, dopo un avvio di stagione positivo, ha fatto un passo indietro.

C’era attesa per Milik. Ha sofferto perché l’attacco si è abituato a giocare con Mertens e infatti la manovra è molto migliorata quando Dries si è alzato dalla panchina. Con il rispetto che si deve al giovane polacco e all’investimento fatto a suo tempo da De Laurentiis, il campione belga è il vero intoccabile del Napoli. Lui, non Hamsik. Dà vivacità e profondità, squarta le difese avversarie. Il gol è stato costruito dai due centravanti (sullo 0-2 Sarri ha tolto Hamsik e schierato quattro punte): Mertens si è procurato il rigore e Milik lo ha segnato. Il tecnico ha voluto tenere in campo il polacco fino alla fine, lui ha sprecato l’occasione del pareggio alzando la palla sulla traversa. Il finale della squadra è stato arrembante, con quella costruzione che era mancata nel primo tempo, perché lo Shakhtar ha sofferto l’aggressività degli avversari. Con Allan e Mertens, gli azzurri sono usciti dai loro prolungati torpori. Al di là degli schemi, è mancata quell’aggressività che pure il tecnico aveva sollecitato alla vigilia, dopo aver colto qualche negativo segnale a Bologna, come l’appannamento di alcuni giocatori. Sarri aveva definito questa «gara condizionante» per il mini campionato europeo. Non deve esserlo, c’è tempo per recuperare nel girone. È una sconfitta, non comincino i processi.
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