Napoli, si ricomincia a ora di pranzo: a Bergamo serve un blitz, rebus Hamsik

Napoli, si ricomincia a ora di pranzo: a Bergamo serve un blitz, rebus Hamsik
di Pino Taormina
Sabato 20 Gennaio 2018, 22:47 - Ultimo agg. 21 Gennaio, 11:37
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Bergamo. Sul campo che resterà nella storia per la monetina di Alemao e per la rabbia di Arrigo Sacchi e di tutto il Milan di Berlusconi, il Napoli prova ad uscire dalla sosta invernale come Carl Lewis faceva dai blocchi: come un felino affamato. Sarri è terrorizzato da questa ripartenza, e non solo perché affronta l’Atalanta e Gasperini. Ha chiesto e ottenuto che la preparazione ricominciasse sabato scorso, con tre giorni di anticipo rispetto agli spregiudicati ragazzini nerazzurri che tante rogne hanno sempre creato al Napoli. La ragione suggerisce al tecnico azzurro di non rischiare Hamsik, perché 72 ore a letto con l’influenza non sono cosa di poco conto. Affidare la mediana a Zielinski è certamente un alto rischio, perché se c’è una squadra che fa male quando riparte e si allarga questa è proprio l’Atalanta. Poiché a parte Benitez, non è ancora nato un allenatore che rinuncia serenamente e di sua sponte allo slovacco, è molto probabile che fino alla fine l’allenatore sfoglierà la margherita. Decidendo di non schierarlo. Ad Hamsik Sarri non ha mai rinunciato, neppure nel suo momento più buio. D’altronde, se in due anni e mezzo solo una volta, il 26 ottobre del 2016 (con l’Empoli) Sarri in campionato lo ha fatto partire in panchina, un motivo ci sarà. La logica vuole se ne stia a riposo. Poiché sul volo per Orio al Serio, all’imbarco, Hamsik però c’era, giusto che il dilemma regga fino alla fine. 
Sarri ha in mente una particolare strategia: spendere subito il notevole potenziale offensivo prima che il Gasp metta in moto la tradizionale controffensiva. L’artiglieria anti-aerea del tecnico dei bergamaschi prevede la rottura delle triangolazioni del gioco azzurro, con il riempimento degli spazi: in pratica, Gasperini annullerà due o tre dei suoi talenti, per tentare di azzerare le menti azzurre. Jorginho e Albiol, in primis. Ecco. Il Napoli che non conosce l’odore della sconfitta esterna dal 29 ottobre del 2016 (2-1 allo Juventus Stadium) e che in questo campionato ha vinto otto trasferte su nove (0-0 con il Chievo) avrà finalmente trovato l’antidoto per scongiurare i rallentamenti con l’Atalanta? Sono 23 trasferte senza ko, con 20 successi e tre pari: 449 giorni di imbattibilità. Se passerà indenne anche la gara di quest’oggi, sarà il record assoluto di punti nella storia del Napoli dopo 21 giornate (il precedente nel 1987/88 quando c’erano i due punti). 

 

I padroni di casa, in uno stadio gremito come nelle grandi occasioni (e il Napoli capolista lo è), non hanno un cammino entusiasmante tra le mura amiche: ovvio, le gare con le big hanno ben altro spessore e valore, ma negli ultimi due mesi e mezzo, a parte il Benevento prima della sua resurrezione, ha pareggiato con Spal e Lazio e perso con il Cagliari. Sarri e Sinatti, il preparatore, da tre giorni, stanno provando il rodaggio della gara alle 12,30: il tecnico di Figline, come sempre, si lamenterà alla sua maniera, ma per conquistare il mercato dell’Asia bisogna andare incontro ai suoi orari. E visto che domani tutti i presidente della serie A, compreso De Laurentiis, parleranno del bando dei diritti tv (in ballo ci sono circa un miliardo di euro), conviene mandar giù lo spezzatino senza fare tante storie. Mezzogiorno? E mezzogiorno sia. Come gli americani con il loro mondiale, quando fecero giocare la finale sotto il sole di Pasadena.
Mertens sarà al centro del tridente: non segna da 85 giorni. Gasperini promette la solita gara coraggiosa, ma alla fine farà le solite barricate per poi provare a ferire con le sue ripartenze. Per questo si fa fatica a immaginare un Napoli senza la gamba lesta di Hamsik, senza le sue capacità di accorciare e aggredire: agli azzurri mancherebbe certamente qualcosa di assai prezioso. Ma molto probabilmente sarà così. 
In ogni caso, contro questa Atalanta indemoniata ogni qualvolta incrocia il Napoli (nella mente dei tifosi più anziani di qui, il ricordo di Alemao e di quel 2-0 a tavolino è ancora vivo) una delle chiavi sarà il soccorso fisico di Allan e il gioco del falso nove che col tempo è divenuto più vero nove di tutti. Il belga dovrà arretrare per i tagli di Callejon e le imbucate di Zielinski (o Hamsik) e del brasiliano dai piedi di miele.
Chiaro che non è ancora una partita da vita o morte. Ma Sarri sa bene che con la Juve così addosso sarebbe un problema passare da lepre e levriero: meglio stare avanti, che dubbio c’è.

Per tutti è una giornata favorevole ai bianconeri che scenderanno in campo solamente domani sera contro un Genoa che raramente si trasforma da agnello in lupo lontano da Marassi. Nella sua mente Sarri pensa di arrivare alla fase calda della stagione, quella in cui la squadra di Allegri comincerà ad affrontare gli scontri di Champions, mantenendosi avanti in classifica. Questione di convinzioni. Ovvio, non sarebbe un dramma un sorpasso, ma il tecnico di Figline non vuole prendere in considerazione l’idea. Anche perché farsi fermare ancora una volta da Gasperini non gli va a genio. Ed è anche una questione di sfizi personali. Che male c’è?

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