Napoli-Spal nel segno di Allan,
Mertens stritolato nella morsa

Napoli-Spal nel segno di Allan, Mertens stritolato nella morsa
di ​Pino Taormina
Lunedì 19 Febbraio 2018, 06:50
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I peccatori di tre giorni prima si redimono battendo la Spal esattamente come avevano garantito. Incrocio imbarazzante tra chi ha gamba ancora fresca e un obiettivo nella mente e un altro che doveva fare l’agnello sacrificale e quello ha fatto. Il Napoli domina anche senza mai far veder le stelle. Ma nel momento chiave della stagione è quel che conta. 
 
 

6 REINA
Quel tiro di Viviani poteva essere un trappolone, visto quanto il terreno di gioco era viscido a causa della pioggia che non ha mai dato tregua. Buone uscite, saggezza nelle giocate con i piedi, serenità al resto dei difensori che sanno che in ogni caso c’è sempre la soluzione del passaggio all’indietro. Le sue urla sono impressionanti: si sentono persino tra i cori della Curva. 

6 HYSAJ
Tenerello Grassi per poter pensare di sfondare dal suo lato. A volte l’azzurro in prestito alla Spal sembra quasi smarrito. Nel periodo migliore del Napoli, in avvio, piace la sua galoppata sciolta. Deve imparare a rifinire al meglio certe discese, così fa davvero il salto di qualità. Nel secondo tempo sostiene poco l’azione offensiva, anche perché la catena prediletta è sempre la sinistra.

6,5 ALBIOL 
Impressionanti la pulizia e la ferocia dei suoi anticipi, soprattutto su Antenucci che pure a star là da solo in mezzo tra lo spagnolo e il senegalese non deve essersela vista bene. Visto il modulo a una punta e mezza, sembrano persino una esagerazione. Ogni volta che va in campo ti chiedi quando avrà un calo e invece prolunga sempre una stagione di assoluta eccellenza. 

6 KOULIBALY
Quando Jorginho è in difficoltà gli scarica la palla. È la prova di quanto la squadra si fidi di lui. Salvavita in ogni circostanza in cui, sia pure solo virtualmente, la Spal si rende insidiosa. Non incappa mai in strafalcioni, anche perché Albiol gli dà sicurezza. Nessuna faticaccia per addomesticare le incursioni di Viviani. Sfiora il gol con un tiro dai 20 metri dopo un azione tenace.

6,5 MARIO RUI 
Collabora attivamente all’assedio iniziale che mette subito in scatola la squadra di Semplici. Pressione e spinta, pur affacciandosi meno del solito nella trequarti. Più aggressivo nella ripresa e impressionante quando per due volte si oppone con tutto se stesso al doppio traversone di Floccari. Lazzari trova un muro e il portoghese è abile anche nel sostegno e l’appoggio a Insigne.

7,5 ALLAN 
Si abbatte sulla Spal proprio come il lupo sulla capanna del primo dei tre porcellini. Un fattore spesso decisivo in questo Napoli, il suo quarto gol in questo campionato (tutti nel primo tempo) dove la mediana è centro del potere assoluto del gioco azzurro. Assist delizioso per Hamsik. Resta tutto il resto: corsa, pressione, tackle e spinta. Ieri sembrava avesse il verme solitario e una fame agonistica senza fine.

7 JORGINHO 
Sulla carta è l’ispiratore delle punte, in realtà si fa aspirare dai compiti difensivi e combatte spesso davanti alla difesa. Poi quando capisce che può lasciarsi andare, illumina con il suo ordine e la sua regia pulita ed elegante. Kurtic rende ancor più limitati gli spazi in cui muoversi: ma difficilmente butta via un pallone e quasi mai mette in difficoltà un compagno. 

6 HAMSIK 
Sbaglia molto in avvio, vero, ma è tatticamente è determinante anche perché nessun centrocampista avversario sembra adatto a contrastarlo. Cura l’ equilibrio della squadra senza brillare nella fase di costruzione: eppure due suoi passaggi mandano al tiro prima Insigne e poi Callejon. Lotta anche nella ripresa. Peccato per il gol annullato dal Var.

6,5 CALLEJON 
Dramé non può minimamente pensare di poterlo frenare. Si limita da solo, in qualche circostanza, anche perché le incursioni centrali di Allan (è suo l’assist per il brasiliano) lo costringono spesso a starsene molto più largo del solito. Talento offensivo, personalità, idee in velocità. A un certo punto anche lui pensa più alla giocata che alla concretezza, ma in fase difensiva spicca per la sua determinazione.

5,5 MERTENS
Povera anima, scatta e fa tutto ciò che ma quasi mai riesce a scrollarsi di dosso Vicari e ad andare al tiro in porta. Costretto a salire fin quasi i trenta metri dalla porta per uscir fuori dalla morsa dei tre centrali, pare soffrire il campo bagnato, il gol lo potrebbe fare solo su punizione perché vere e proprie occasioni per segnare non le trova. E comunque ha combattuto sempre. Ma poche le cose buone.

6 INSIGNE
Fa più cose buone nei primi tre minuti (compreso l’azione del palo: è il giocatore che ha colpito più legni in A) che in tutto il secondo tempo con il Lipsia. Lazzari lo spinge talvolta a lunghe rincorse all’indietro. Ed è una cosa che fa con piacere. Cala nella ripresa anche se il chiodo fisso del gol fa sì che negli ultimi sedici metri sia sempre una specie missile pronto a colpire. 

6 ZIELINSKI
Osa sempre di più, anche quando ha dentro ancora le tossine di una partita negativa come quella con il Lipsia. E più osa e meno sbaglia. Gli piace giocare a centrocampo e gli automatismi della catena di sinistra, con Rui e Insigne che spingono sono uno dei segreti di Sarri. Dovrebbe portare il cambio di marcia e inserire il turbo tecnico ma si accontenta di qualche buono spunto.

sv ROG 
Resta per quasi quattro minuti in attesa di un cambio. Prende il posto di Callejon ma più che per motivazioni tattiche, solo per ragioni di gestione della gara. Ha deluso nella gara di Europa League e probabilmente tornerà a giocare in Germania ma solo per far tirare il fiato a uno dei titolari. Crea un po’ di confusione ma è difficile poter dare un giudizio con così pochi minuti giocati. 

sv DIAWARA
Ingiudicabile. In quel ruolo, in cabina di regia, c’è bisogno di tempo per poter far decollare il proprio piede e le proprie idee. Ma sono davvero poche le palle che gli passano vicino, anche perché quando lui entra la gara ormai vive il suo recupero. Ha perso fiducia in se stesso e quindi certe cose che prima gli riuscivano facile, sono diventate complesse. Da recuperare. 

6 SARRI 
Contro una Spal timorosa quasi fino al terrore, Sarri modella il suo Napoli stile il famoso operaio metalmeccanico Cipputi: chiave inglese, lavoro, sudore, tondini da produrre e mai alzare la testa dalla macchina, in questo caso l’avversario. Una squadra che ha nel dna il possesso e la corsa in avanti, non si snatura certo al cospetto della Spal. Ma la gara non è nulla di esaltante sia nel ritmo che nelle modalità di andare all’assalto del fortino ferrarese. Il 5-3-1-1 di Semplici non riesce a far altro che gettare la palla lontano, poi in termini di costruzione non sa fare molto. Gli azzurri vincono con merito, ma senza circolazione rapida, anche il gioco di Sarri non sempre fa rima con spettacolo.
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