Napoli, cari tifosi perché non mollare

di Francesco De Luca
Martedì 26 Luglio 2016, 09:41 - Ultimo agg. 28 Luglio, 10:40
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I sentimenti e gli equilibri della tifoseria del Napoli sono stati messi a dura prova dalla vicenda Higuain. In attesa di verificare le contromosse di De Laurentiis, che ha un'ampia liquidità - ai milioni che paga la Juve vanno aggiunti il contributo Champions e il tesoretto della riserva di bilancio - ma pure tempi ristretti (il 21 agosto c'è la prima di campionato), deve essere chiaro un punto: ora piu che mai Sarri e gli azzurri vanno sostenuti, come hanno fatto dal primo giorno di ritiro le avanguardie del tifo dalle tribune del campo di Carciato. C'è un commento del vecchio capitano Bruscolotti che è opportuno ricordare. «Conta la maglia azzurra e non il contenuto, cioè il calciatore», ha detto l'ex difensore, colui che quella maglia l'ha indossata piu di tutti, 511 partite in sedici anni a difesa non soltanto di una porta, ma anche di un ideale: Beppe, tanto per far capire i suoi sentimenti, rivelò di essere caduto in depressione quando si concluse la sua esperienza da calciatore e da uomo del Napoli. È comprensibile la rabbia popolare nei confronti di Higuain - tuttavia si ricordi il suo contributo in tre anni e non si superi il limite della decenza nelle proteste - ma deve essere chiaro che da decenni non esistono le bandiere. 

Fenomeni contemporanei come Totti, Del Piero, Maldini e Zanetti sono stati unici. Il prototipo del campione moderno sembra Ibrahimovic, che aggiorna in continuazione la maglia (ne ha cambiate sette negli ultimi quindici anni di carriera) e il contratto (ovviamente sempre più alto: al Manchester United guadagnerà 11,4 milioni a stagione a dispetto dei 34 anni). E non a caso è assistito da Raiola, il piu scaltro dei procuratori. A Napoli bisogna rassegnarsi ai campioni in transito, con quelle clausole che arricchiscono ma non danno continuità tecnica? Dipende da consistenza e durata del progetto che De Laurentiis svilupperà dopo aver ceduto a peso d'oro - poco meno di 160 milioni - due bomber, Cavani e Higuain, che avevano segnato complessivamente 194 gol in sei stagioni. Il Napoli ha la fortuna di avere un allenatore-tifoso, Sarri da Bagnoli, e di avere un capitano, Hamsik, che si appresta alla decima stagione in azzurro, perfettamente calato in questa realtà e soltanto una volta seriamente tentato dall'idea di trasferirsi (cinque anni fa si era fatto avanti il Milan).

Certo, qualche perplessità è stata sollevata dall'entourage di Marek sul prolungamento del contratto, ma lo slovacco ha voluto lanciare un segnale chiaro ai tifosi pubblicando sul sito la foto sua e del procuratore Venglos sorridenti dopo l'incontro con De Laurentiis per il rinnovo, proprio nei giorni in cui l'ipotesi della cessione del Pipita è diventata certezza. Intorno a Sarri, ad Hamsik, a quelli c'erano e a quelli che sono arrivati (pochi per ora e con i dubbi che riguardano le condizioni fisiche di Tonelli, preso a 9 milioni e finora visto una sola volta allenarsi con i compagni) deve stringersi il San Paolo. La Juve ha fatto una mossa forte, sottraendo il migliore giocatore alla rivale per lo scudetto nella scorsa stagione ma ora la partenza di Higuain non deve provocare il collaterale effetto di una lacerazione nel rapporto tra la tifoseria e la squadra.

L'azzurro non sbiadisce mai. Senza andare tanto lontano, allo stadio affollato nelle partite di serie C e quando c'era da lottare per restare in serie A o in serie B, ricordiamo una partenza a rilento nello scorso campionato, quando si ascoltarono fischi dopo il pareggio con la Sampdoria a Fuorigrotta. Sarri e i suoi uomini reagirono e allontanarono le ombre. L'allenatore toccò le corde giuste dei giocatori - Higuain compreso - e fece gli opportuni aggiustamenti tattici, determinando la scalata al vertice della classifica e accendendo l'entusiasmo popolare. Maurizio convinse la gente a seguirlo e vorrà convincerla anche quest'anno, in una stagione che a 57 anni lo vedrà esordire in Champions League: quali migliori motivazioni potrebbe avere quest'uomo, anche senza Gonzalo?

Non aspettiamo altro che riascoltare «Un giorno all'improvviso» al San Paolo, come in quella notte del 14 maggio, quando sotto la pioggia Higuain fece il giro di campo con il pallone della tripletta al Frosinone festeggiando coi tifosi: chi avrebbe immaginato che in quell'omaggio si celasse l'addio? Un mese fa, provocando lo strappo con De Laurentiis, Nicolas Higuain disse che il fratello era stanco di questo Napoli e che voleva accanto calciatori all'altezza della sua classe. Migliori condizioni professionali sono sempre auspicabili, ma quei calciatori con cui Gonzalo ha giocato non erano seconde scelte e nella prossima stagione vorranno dimostrarlo anche al loro ex compagno, che potrà divertirsi e vincere facile nel club che toglie i più bravi alle sue avversarie (il primo colpo della Juve era stato il pagamento della clausola di Pjanic alla Roma). E dimostrarlo, per vecchi e nuovi azzurri, sarà meno difficile se sentiranno vicina Napoli in ogni partita, anzi in ogni giorno.
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