Napoli alla volata scudetto: le quattro mosse
di Sarri per restare al primo posto

Napoli alla volata scudetto: le quattro mosse di Sarri per restare al primo posto
di Pino Taormina
Martedì 20 Settembre 2016, 08:49 - Ultimo agg. 21:53
3 Minuti di Lettura
Ci sono partite che valgono come il primo dente o il primo giorno di scuola: segnalano una crescita. Napoli-Bologna, secondo Sarri, ha annunciato ufficialmente che la creatura azzurra sta diventando grande. Al di là dell'errore di Reina, quando il Napoli ha lasciato il pallino agli altri e ha tirato il fiato non ha mai commesso un errore di schieramento difensivo. Nei video preparati ieri dai tattici che collaborano con il tecnico partenopeo, non c'è traccia di piazzamenti errati o di uscite forsennate dei difensori. Ecco, dopo 4 partite è presto per l'incenso, per le sentenze e per celebrare il lavoro di Sarri ma c'è grande soddisfazione nel clan azzurro. L'allenatore di Figline dice che neppure sa quando si gioca Juve-Napoli (il 29 ottobre) perché l'unico avversario che conosce è il Genoa. In parte, è vero. Da ieri pomeriggio ha ripreso la preparazione in vista di queste due settimane che precedono lo stop per le nazionali. E ha ricordato a tutti, ieri alla ripresa dopo la domenica di relax, che lo scorso anno, dopo aver battuto l'Inter ed essere balzati al comando della serie A, la gara dopo arrivò la figuraccia di Bologna. Tradotto: ragazzi, mantenete i piedi per terra. Lui si è fissato quattro obiettivi: uno, vincere tutte e quattro le gare, tra campionato e Champions, che lo separano dalla sosta. Secondo: far tornare il sorriso a Manolo Gabbiadini. Terzo: trovare la partita giusta per far esordire Maksimovic e Diawara e procedere così nel processo di ampliamento delle rosa e inserimento dei nuovi acquisti. Quarto: approfittare della sosta per un richiamo soprattutto atletico con quelli che resteranno a Castel Volturno.

Il calendario
Ecco, da qui all'undicesima giornata il Napoli ha una serie di salite impegnative, ma nessun Alpe d'Huez. C'è la Roma proprio alla ripresa, ma è al San Paolo dove il Napoli difficilmente tradisce le attese. È evidente che il vero problema può essere rappresentato da alcuni campi-trappola come quello di Marassi domani o gli Azzurri d'Italia di Bergamo tra dieci giorni. Ma non c'è alcuna partita da pallino rosso. Poi a ottobre, gli azzurri hanno in calendario solo la trasferta di Crotone, dove inaugurano lo stadio, prima dello Juventus Stadium. La squadra di Allegri ha invece un altro ostacolo: deve tornare a San Siro, il 22 ottobre, con il Milan. Sei giorni prima del big match di Torino. Nel mezzo, occhio, anche alla Champions. Con il Napoli che affronta, in casa prima il Benfica e poi il Besiktas mentre la Juve ha due trasferte: a Zagabria e poi a Lione. Traduzione: i grattacapi per Allegri, in questo mese e mezzo, saranno maggiori di quelli di Sarri che in trasferta giocherà solo tre delle prossime otto partite (due in Champions) mentre la Juve ne giocherà ben cinque.

Gli equilibri
Non lo dirà neppure sotto tortura, ma Sarri ha ormai in mente la sua formazione titolare ed è il Napoli dello scorso anno più Milik. E con Mertens piuttosto che con Insigne. Insomma, quello che ha giocato, in poche parole, a Kiev. E le rotazioni che comunque ci saranno abbondanti partono da questo assioma: con le geometrie di Jorginho, le idee verticali di Allan, la solidità di Albiol e Koulibaly e l'interpretazione atletica del ruolo di attaccante di Callejon, Sarri ha costruito la personalità del suo Napoli. Questo il capolavoro, qui sta vincendo. Ma le opzioni sono numerose come per esempio la staffetta eterna tra Mertens e Insigne, con il belga che ha scavalcato nelle gerarchie il fantasista di Frattamaggiore. Almeno, in questa fase della stagione.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA