Sei partite per metà scudetto:
c'è il Napoli di Sarri in pole position

Sei partite per metà scudetto: c'è il Napoli di Sarri in pole position
di Pino Taormina
Sabato 25 Novembre 2017, 09:57
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Campione d'inverno. Non vale niente, statistiche a parte, ma suona bene. «Non siamo mica in Argentina», disse Maradona dopo aver tagliato per primo il giro di boa con il Napoli nel campionato 89/90. Da quelle parti è un titolo vero, non come da noi che è come carta che serve a imballare le uova. Ironia della sorta, anche quest'anno il girone di andata, come quello di cui parlava Dieguito (che poi conquistò anche l'altra metà dello scudetto) si concludeva il 30 dicembre.

Campioni d'inverno, campioni di niente, ma intanto gli avversari sono indietro ed è quello che conta. Ed è quello che proverà a fare il Napoli di Sarri. E poco importa che l'ultima volta, due anni fa, che il Napoli era primo alla fine del girone di andata, poi non vinse lo scudetto. Il tecnico e gli azzurri tocchino pure ferro, dunque. La volata è iniziata. E molto passerà, che dubbio c'è per gli scontri diretti. Le prime quattro si incrociano in tre scontir-diretti e in tutte e tre le partite c'è di mezzo la Juventus. La squadra di Allegri è quella che ha il calendario più insidioso: perché affronta alla 15esima giornata il Napoli al San Paolo, la domenica dopo l'Inter e all'antivigilia di Natale la Roma. Non male. Gli altri match sono tutti molto semplici con Crotone, Bologna e Verona.

È un girone straordinario, fino ad adesso, quello del Napoli. Da imbattuto. E con una tabella di marcia che, calendario e avversari alla mano, può davvero far sognare una piccola fuga: tre gare al San Paolo e tre fuori casa (dove il Napoli non perde da 13 mesi e ha conquistato 17 vittorie e tre pareggi). Si parte dal Friuli che certo non hai regalato grosse gioie agli azzurri: nelle ultime nove apparizioni sul campo dell'Udinese, il Napoli ha vinto solo lo scorso anno (2-1 doppietta di Insigne), poi ha rimediato soltanto 4 punti, frutto di altrettanti pareggi. E ben 4 ko. Quindi, definire la Dacia Arena un campo tabù non è un errore. Prudenza dunque.
 
Dopo l'Udinese c'è la sfida alla Juventus con i 55 mila del San Paolo come arma in più e la possibilità davvero di scavare un solco profondo con i bianconeri in caso di vittoria. Il Napoli poi affronta due formazioni di media classifica (Fiorentina e Torino) e il 23 dicembre la grande rivelazione di questa parte iniziale della serie A, ovvero la Sampdoria degli ex dal dente avvelenato Zapata e Strinic, guidati da Giampaolo, uno degli adepti di Sarri. Finale d'andata a Crotone. Insomma, gli azzurri anche in virtù dei due punti in più rispetto all'Inter (e potenzialmente alla Roma) sono favoriti per piazzarsi il mezzo scudetto al petto.

L'Inter di Spalletti, nelle prossime sei gare, ha solo due pericoli: quelli con la Juve e la Lazio (quest'ultimo in caso all'ultima giornata del girone di andata). Per il resto, tenendo conto che i nerazzurri hanno sempre un po' sofferto contro tutti, occhio alla trasferta di oggi di Cagliari e alla gara interna col Chievo che si sa non fa regali proprio a nessuno. Udinese e Sassuolo completano gli impegni prima di Capodanno. «Il gap con le grandi per ora non c'è più, ma bisogna dare seguito a quello che si è fatto. Tutte le volte bisogna ripartire da zero e mettere sul campo la nostra qualità. Bisogna giocare senza tregua, è ormai il nostro motto. Qui basta un errore e si finisce quinti», il monito dell'allenatore dell'Inter

La Roma è attesa da una partita in più: ha il recupero a Marassi con la Sampdoria il 13 dicembre. Non esattamente una passeggiata rilassante. Va a Genova anche domani e il Genoa ha un bel po' di motivi per cominciare a far punti anche tenendo conto del cambio di allenatore. Di Francesco incrocia Allegri due giorni prima di Natale poi per il resto ha in casa Spal, Cagliari e Sassuolo che fino ad adesso in trasferta non hanno mai brillato.

Insomma, non male come finale di anno. E nessuno se lo sarebbe immaginato. Probabilmente neppure Sarri che di questo Napoli è il padre, la guida, il totem. L'ha costruito, plasmato dandogli il gusto di pensare alla vittoria da raggiungere attraverso il gioco.

Due anni fa festeggiò il titolo d'inverno conquistato a Frosinone con una bottiglia di vino regalata da De Laurentiis (era anche il suo compleanno). Sarri rispose a modo suo: «Non vale nulla». Lo dirà pure stavolta, dovesse essere primo alla fine del girone di andata.

Il Napoli ha chiuso l'andata davanti a tutti quattro volte nella sua storia: nella stagione 1986/87 girò davanti all'Inter (22 punti per gli azzurri, 20 per i nerazzurri), in quella successiva davanti al Milan (Napoli 25 punti, Milan 22), nel 1989/90 ancora davanti all'Inter (25 punti gli azzurri, 23 i nerazzurri). La storia dice che due volte su quattro è stato scudetto: entrambe le volte che ha poi vinto il titolo, ad inseguire era l'Inter. Proprio come quest'anno.

A questi dati aggiungiamone altri. Negli 82 tornei di Serie A a girone unico per ben 57 volte, nel 69,5% dei casi, chi è arrivato primo a metà strada ha poi festeggiato alla fine. Nell'epoca dei tre punti (cioè dalla stagione 1994/1995) la percentuale è ancora più schiacciante: nel 80% dei casi, 16 volte su 20, chi chiude in testa in inverno lo fa pure in primavera.
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