Napoli. Zaza e Suarez: ora la paura fa 88 e 82 di A. Trieste

Napoli. Zaza e Suarez: ora la paura fa 88 e 82 di A. Trieste
di Anna Trieste
Venerdì 19 Febbraio 2016, 13:11
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In uno stadio bellissimo che porta il nome di un altrettanto bellissimo componimento poetico il Napoli si presenta in campo con un solo obiettivo: dimenticare la sconfitta in campionato con la Juve e continuare a macinare record in Europa. Obiettivo che gli riesce più o meno come quando a fine pranzo metti a fare il caffè seguendo pedissequamente tutte le indicazioni della tradizione centenaria napoletana e poi al posto dello zucchero metti il sale. Risultato: parenti che menano i piatti e le tazzulelle per l'aria, ricoveri al pronto soccorso e un'amarezza in bocca che per parecchio tempo nessuna pastarella riuscirà a mitigare. Che non sarebbe stata una partita facile si era capito subito, quando a pochi minuti dal fischio iniziale Reina, abituato a fare il cruciverba, il punto a croce e numerose altre attività per far passare il tempo durante le partite di Europa League è stato costretto a uscire e rientrare nella propria area di rigore peggio di un consigliere comunale nel proprio partito durante i riposizionamenti da campagna elettorale. Memorabile la freddezza con cui in poco meno di un minuto ha seminato il panico nel reparto grandi infartuati del Cardarelli lasciando la porta vacante per eseguire, nell'ordine, un anticipo una parata un tuffo e una margherita mezza fritta e mezza al forno provola e sasiccia.

Ma del resto era stato lo stesso Reina a mettere in guardia tutti prima della partita: se Valdifiori si addormenta nel breve tragitto tra il pullman e l'aereo per la Spagna basterà un caffè di Tommaso Starace per tenerlo sveglio una partita sana? No, e infatti ieri durante la partita più e più volte ha preso sonno in mezzo al campo prestando pertanto il fianco non solo alle jastemme dei tifosi ma pure al gol su punizione degli avversari.
Gol che arriva, esattamente come accaduto con la Juve, poco dopo l'ottantottesimo alimentando per tale via anche la teoria che a Napoli la paura non faccia più novanta. Va detto che a peggiorare tutto ci si è messo un Gabbiadini che non gabbiadinava e un Mertens che non mertenseggiava. E a poco vale invocare il rigore giustamente reclamato da Callejon per fallo di gomito in area: là davanti ce ne siamo mangiati parecchi. Che fare dunque? Niente, abbiamo ancora una partita da giocare e novanta minuti per dimostrare a noi stessi, prima ancora che agli altri, che noi non teniamo paura. Perché noi non teniamo paura, vero?
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