Cannavaro sprona per il rush finale: «Napoli, non devi temere nessuno per la Champions»

Cannavaro sprona per il rush finale: «Napoli, non devi temere nessuno per la Champions»
di Pino Taormina
Lunedì 30 Marzo 2015, 16:11 - Ultimo agg. 16:12
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«Napoli, non devi temere nessuno nella corsa per la Champions»

«Oh, capitano! Mio capitano!». Ci sono squadre intere disposte a salire sui banchi, come nell'immortale scena dell'«Attimo fuggente». Paolo Cannavaro nel Napoli è stato capitano vero, capace di governare emozioni e redini nei momenti difficili e nei giorni di gloria. «I miei ex compagni adesso non devono temere nulla, sono i più forti di Roma e Lazio. Sono gli altri a doversi mettere le mani in testa quando si trovano davanti Hamsik, Higuain, Callejon, Mertens, Gabbiadini e Zapata... ma chi ce l'ha un attacco simile in serie A».



Cannavaro, ma le sere le passa sempre pensando al Napoli?

«Anche se non voglio. Per me esiste adesso solo il Sassuolo, la conquista della salvezza. Ma come faccio dopo tutti questi anni a non pensarci? È un pezzo della mia vita. Però, visto che brutta figura al San Paolo?».



Si è infortunato durante la partita.

«C'è poco da fare ma mi sono fatto male per l'emozione, per il cuore che mi batteva a mille all'ora. Ma come faccio a essere rivale del Napoli, a giocarci contro?».



Il prossimo anno, se tutto va come deve andare lì a Sassuolo, capiterà di nuovo.

«E lo so... Ma ora non ci penso: mi è costato 50 giorni di stop nel momento chiave di questa stagione, quando c'è stata una epidemia di difensori. Di Francesco è molto contrariato per il rendimento degli ultimi tempi, dice che siamo diventati un po' presuntuosi».



Ecco, buon assist: che tipo è Di Francesco?

«È giovane, ma ha le idee chiare. E poi ha la determinazione di volerle imporre. Di più: non smette di martellarti finché non fai le cose che lui dice di voler fare. Un bel tipo. A Napoli non se la passerebbe male...».



Mi ha anticipato.

«Tanto adesso tutti non fanno che chiedermelo... è bravo è bravo... ma non so se sarà il prossimo allenatore del Napoli».



C'è grande incertezza sul futuro di Benitez: può incidere sul rendimento della squadra?

«Anche Mazzarri fino a poche domeniche dalla fine del campionato non ci aveva detto se restava o sarebbe andato via. Eppure siamo arrivati secondi. No, non credo a queste cose. Un giocatore può avere un calo solo se sa che è lui a dover cambiare maglia alla fine della stagione».



Può essere il caso del suo amico Callejon?

«Ma perché la sua è una stagione negativa? Il punto è che lo scorso anno ha fatto delle cose straordinarie che lo hanno portato a conquistare la convocazione nella nazionale spagnola. Adesso sta facendo cose normali e per tutti è in crisi. Sinceramente, non vedo nessuno in Italia che fa l'attaccante e il difensore bene come lui».



A Napoli c'è un po' di nervosismo: ha visto il tweet dopo il pari con l'Atalanta?

«L'ho visto. E non mi è piaciuto. De Laurentiis è stato esagerato a parlare di campionato falsato. Premessa: come ha fatto l'arbitro a non vedere quel fallo? Però il presidente è un vulcanico rivoluzionario. Lui nel calcio ha cambiato tante cose: invece di dire che il campionato è falsato, perché non si mette con impegno per introdurre la tecnologia in campo? Se vuole, ci riesce in un mese».



A lei piacerebbero gli stop per guardare la moviola?

«Preferisco cento volte perdere 50 secondi per vedere un replay che star lì a dover sopportare le perdite di tempo di tanti colleghi che si buttano a terra facendo finta di essersi fatti male per far scorrere l'orologio...».



La corsa Champions si è complicata?

«E non poco: tutto per colpa del Napoli. Non c'è nessuno delle pretendenti al secondo posto che ha il valore degli azzurri, non ci sono paragoni».



Tutta colpa dei tanti gol presi e degli scivoloni con le piccole...

«Un attimo. Ho visto che pure quest'anno è stato trovato un capro espiatorio in Rafael. Io li ho visti i gol presi dal Napoli e la gran parte non è colpa solo dei difensori, ma di tutto il meccanismo difensivo. Anche sui gol da fermo, non sbaglia certo solo il difensore».



Lo scorso anno il capro espiatorio è stato lei?

«Lasciamo stare. È acqua passata. Io ora penso al Sassuolo e guardo il Napoli in tv».



Ma Benitez allena così male la fase difensiva?

«Diciamo che è meno maniacale che nella fase offensiva».



E suo fratello Fabio? Vuol vincere 4-3 o gli basta l'1-0?

«Lui vuole vincere e basta. Però Benitez gli piace molto».



Nella corsa al secondo posto, è un vantaggio per Roma e Lazio non avere le coppe europee?

«Non credo proprio. Altrimenti la Juventus ora si ritroverebbe almeno 20 punti in meno in classifica. E non è così».



La vittoria in Europa League può essere l'obiettivo principale della stagione?

«Vincerla sarebbe qualcosa di straordinario: delle otto che sono rimaste, credo che proprio il Wolfsburg sia l'avversario peggiore».



Sabato all'Olimpico c'è un'altra specie di finale.

«Certo. A dieci giornate dalla fine è quasi decisiva soprattutto se non la vinci. Il Napoli è per me la favorita ma a patto che mantenga i nervi ben saldi».



La scena di Totti che va sotto la curva le è piaciuta?

«No. Non è quello il luogo dove un giocatore deve assicurare ai suoi tifosi che sta dando il massimo. Tante volte anche a noi è capitato di affrontare delle delegazioni di ultrà a Castelvolturno. E non ci siamo mai tirati indietro. Ma andare sotto la curva, mai».



Però Hamsik ci è andato?

«È diverso. Lì doveva dare una risposta: è vero che è morto un nostro compagno? C'è un senso a quella presenza».



L'infortunio al San Paolo le ha rovinato la festa che aveva in programma?

«Sì. Avrei fatto un giro di campo, pensavo che alla fine mi avrebbero applaudito tutti. Magari sarei riuscito ad abbracciare per l'ultima volta anche il mio amico Pasquale D'Angelo, un gentiluomo della curva».

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