Napoli. De Laurentiis esulta e poi attacca De Magistris: «Spari meno cavolate»

Napoli. De Laurentiis esulta e poi attacca De Magistris: «Spari meno cavolate»
Lunedì 22 Dicembre 2014, 23:20 - Ultimo agg. 23 Dicembre, 10:53
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Nel clima di festa che circonda la Supercoppa italiana vinta dal Napoli, non manca una piccola nota stonata. A intonarla il presidente degli azzurri, Aurelio De Laurentiis, che attacca il sindaco della città sulla questione stadio: «Il Signor De Magistris Prima di sparare cavolate sugli acquisti o non acquisti del Napoli - le parole di De Laurentiis al 'Processo del Lunedì dove era ospite anche il sindaco, andato via anzitenpo per sopraggiunti impegni - e visto che ci ha consegnato uno stadio solo per il giorno della partita, quando faremo un accordo per prenderlo in gestione tutto allora ne parleremo. Da parte mia c' è sempre correttezza».



«Il sindaco - rincara il patron partenopeo ai microfoni di Rai Sport - per migliorare i rapporti con il Napoli deve imparare una cosa fondamentale: diventare un manager. Siao nel 2015 e un sindaco deve essere un manager più che un uomo politico. Altrimenti nessuna città potrà essere gestibile. Ci siamo stancati di insegnare ai politici come portare avanti le cose. Delle disfatte della politica italiana da 60 anni non ne possiamo più».



Al di là della polemiche-stadio, aggiunge De Laurentiis, «vincere la Supercoppa dopo la Coppa Italia non è male....». «Abbiamo fatto le prove generali del campionato», dice ancora il n.1 azzurro ribadendo la piena fiducia in Rafa Benitez: «Speriamo di proseguire con lui - fino ad adesso lui è stato un galantuomo, può insegnare calcio ma bisogna avere pazienza per poter applicare le sue indicazioni. Noi rafforzeremo la squadra e cercheremo di fare la seconda parte del campionato nel modo migliore possibile. Ora dobbiamo continuare con questa mentalità».



«Io non venderò ai il Napoli, in cui ho impegnato 10 anni di vita - aggiunge - Io sarò sempre dalla parte dei tifosi ma anche i tifosi devono capite che il calcio sta cambiando. Chi sentirà la febbre napoletana sarà il benvenuto, chi non vuole sarà libero di andare in altre parti, più sbiaditelle e piene di nebbia».

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