Niente rinforzi e allusioni sul peso:
«Se Aurelio vuole la guerra l'avrà»

Niente rinforzi e allusioni sul peso: «Se Aurelio vuole la guerra l'avrà»
di L'inviato Pino Taormina
Venerdì 29 Luglio 2016, 11:03 - Ultimo agg. 13:23
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TORINO - L'un contro l'altro armati. C'era da aspettarselo che Gonzalo Higuain non avrebbe preso su di sé le colpe dell'addio al Napoli. «Se vuole la guerra l'avrà...», ha sospirato Nicolas, il fratello-agente dell'argentino durante il giro per lo Juventus Stadium e lo J Museum. Il bomber parla del suo passato, come se fosse ancora il suo presente. Troppo furbo, il Pipita (ma anche il fratello) per non scansarsi dinnanzi al tentativo di De Laurentiis di metterlo al muro e consegnarlo a un plotone di esecuzione. «Ne parliamo tra qualche giorno, tranquillo, ma non adesso. Oggi è il giorno di Gonzalo». Nicolas è lì in prima fila ad ascoltare le paro le di Gonzalo. Al suo fianco anche l'amico imprenditore napoletano Claudio Boccalatte. Higuain e il Napoli hanno, probabilmente, cominciato ad allontanarsi quando De Laurentiis decise di mandare tutti in ritiro dopo l'eliminazione in Coppa Italia a inizio aprile del 2015. Iniziarono a circolare voci su una presa di posizione del patron contro di lui. Mai confermate. Di sicuro, ha raccontato Nicolas, i calci e i pugni all'auto di Higuain, dopo l'ultima gara dello scorso campionato, hanno fatto da spartiacque nei rapporti: «Neppure una telefonata per sapere come stava...». Chiaro, questa è solo una verità. La verità vista con gli occhi degli Higuain. Come diceva Pirandello, infatti, esistono tante verità quanti coloro che pretendono di saperla.


Il Napoli ha deciso la via del silenzio. Almeno per il momento De Laurentiis, che tutti raccontano a Dimaro risentito per le accuse di Higuain, non replica. Ma lo farà presto, c'è da giurarci. È vero, in ogni caso, che per ben due volte il patron azzurro ha presentato il rinnovo al clan Higuain: a inizio anno e in estate. Senza trovare una risposta. La risposta è arrivata a fine giugno, dopo la finale di Coppa America. «Torniamo a Napoli ma non firmiamo nessun contratto nuovo», ringhiò il fratello tuttofare di Gonzalo. Non era un avvertimento, era l'annuncio di qualcosa che stava per avvenire. Fanno intendere gli Higuain che i momenti chiave della frattura tra il patron e De Laurentiis sono essenzialmente due: il mercato sottotono di gennaio (Nicolas aveva suggerito di prendere Perotti del Genoa) e quando il presidente accusò Gonzalo di essere qualche chilo in più. «Come posso accettare che lo chiami chiattone?». Le parole di ieri allo Juventus Stadium sono slogan secchi, chiaramente pensati e preparati a tavolino. Se De Laurentiis pensava di domare la piazza in fermento scaricando tutto su di lui, ecco le reazioni piccate del Pipita. È della Juventus da qualche giorno, ma i suoi pensieri sono ancora rivolti tutti al Napoli. Higuain ha considerato la scelta bianconera come un'ultima spiaggia: il suo sogno era la Premier. Sperava che il Napoli accettasse di trattare con l'Arsenal, abbassando la pretesa di voler incassare la clausola. Dinnanzi al muro di De Laurentiis, animato dalla voglia di tenere ancora in azzurro il Pipita e convinto che nessuno avrebbe pagato 94 milioni, ha accettato il corteggiamento della Juventus. Consapevole della ferita che avrebbe inferto al popolo azzurro. Per De Laurentiis, invece, lui è solo un traditore. Come lo è anche per i napoletani. Che ieri si sono scatenati ancora contro il povero Nicolas, ricordando il post contro gli arbitri: «La Juve li ha sempre a favore. Ma come si fa a vincere così...». Facile la risposta, vista la scelta.